I settant’anni della editrice Elledici

Intervista con don Valerio Bocci

Oggi don Bosco sarebbe su Facebook

A don Bosco non sono mai mancati i colpi di genio. Se vivesse oggi, la prima cosa che farebbe, probabilmente, sarebbe quella di crearsi un profilo su Facebook per raggiungere i ragazzi poveri culturalmente, umanamente e spiritualmente di questo tempo. E di ispirazioni sante non sono mancate ai suoi successori, in particolar modo a don Pietro Ricaldone (1870-1951), chiamato “l’uomo delle grandi realizzazioni”. Dopo aver creato l’Ufficio catechistico centrale salesiano nel 1939 durante la seconda Guerra Mondiale, don Ricaldone lancia una sfida coraggiosa: nel 1941 fonda la Libreria della Dottrina Cristiana (Elledici), producendo sussidi didattici, testi e filmine, organizzando Giornate del catechismo e fortunati convegni a supporto della catechesi italiana.  E in occasione della festa dell’Immacolata – l’8 dicembre fu la data di nascita dell’editrice – il rettore maggiore dei salesiani, don Pascual Chávez, ha inviato un saluto al direttore generale di oggi, don Valerio Bocci, ricordando il prezioso servizio svolto dall’editrice “per la formazione dei catechisti, particolarmente d’Italia e non solo, e per il consolidamento della fede dei giovani”. Da quell’8 dicembre, commenta don Bocci, la Elledici “ha sempre mantenuto fede allo spirito di don Bosco. Fiumi di inchiostro versati in settant’anni anni per rendere l’unica e vera Parola del Signore sempre attuale e giovane al servizio della comunità cristiana”.

Dopo settant’anni, quali sono le sfide che un’editrice cattolica è chiamata ad affrontare?

Sono diverse e impegnative, dalle ideologiche alle economiche. La più urgente sembra oggi quella legata al diritto di cittadinanza nei luoghi e nei non-luoghi virtuali in cui si fa educazione o si genera cultura, soprattutto giovanile. In una stagione di pluralismo conclamato, un’editrice che si connota con i valori cristiani fatica a conquistare il diritto di parola. Il pericolo è di venire emarginata, o calcolata come una voce tra le tante, senza un vero peso specifico. Ma può piazzarsi bene se sa proporre coraggiosamente e professionalmente il suo messaggio, secondo il principio della duplice “fedeltà a Dio e all’uomo”, annunciata profeticamente negli anni Settanta dal Documento di Base per la Catechesi.

Qual è il contributo che l’editrice deve continuare a offrire per il bene della catechesi?

Rimanendo se stessa, vivendo e reinventando creativamente ciò che è iscritto nel suo Dna: la passione educativa che fu di don Bosco e che ha sempre declinato, con fantasia e competenza, nei progetti catechistici per tutte le età, a supporto dell’impegnativo servizio degli insegnanti di religione e dei catechisti.

Quali sono stati e continueranno a essere gli strumenti privilegiati adottati dall’editrice per veicolare la buona notizia del Vangelo?

È impossibile riassumere in poche battute anche solo i titoli che hanno fatto la storia dei primi settant’anni di un’editrice che spazia dall’educazione alla fede, dai sussidi catechistici a quelli liturgici, biblici, musicali (la diffusissima raccolta di canti de La Casa del Padre), del tempo libero, fino alle riviste e ai prodotti multimediali.

La Elledici e l’Italia: una storia nella storia. Cosa deve il Paese all’editrice di don Bosco?

L’editrice ha iniziato a pubblicare nel 1941 durante la guerra: l’obiettivo era di alimentare quei valori umani e cristiani che le bombe rischiavano di far sparire per sempre. Anno dopo anno è cresciuto un feeling particolare con le nuove generazioni che avevano bisogno di credere nuovamente nel futuro. Pensando a questi giovani sono stati lanciati i primi prodotti multimediali per la scuola e il catechismo: le storiche, per non dire famose, Filmine Don Bosco alle quali la mostra dei centocinquant’anni dell’Unità d’Italia di Torino ha riservato uno spazio commemorativo. Il successo editoriale di queste strisce accompagnate da un commento sonorizzato è stato bissato quasi subito dalla prima rivista audiovisiva in Italia, “Diagroup”, e con l’avvento di capolavori come Gesù di Nazareth di Zeffirelli, Gli Atti degli Apostoli di Rossellini e Mosè di De Bosio prodotti dalla Rai e diffusi in home video dalla Elledici.

In cosa si è poi distinta, la Elledici, oltre al settore multimediale?

Sicuramente per i libri di religione: Progetto Uomo, per esempio, il testo che, dopo La scoperta del Regno, ha formato generazioni di ragazzi. Poi per le diverse edizioni della Bibbia, a cominciare dall’originalissima TOB fino a La Parola del Signore, traduzione interconfessionale della Bibbia in lingua corrente, un autentico bestseller che ha superato abbondantemente le due milioni di copie vendute. L’altro settore del catalogo importante è dato dalle dieci riviste che spaziano dalla catechesi alla musica, in particolare Dossier Catechista che rappresenta tutt’oggi un caso editoriale con i suoi ottantamila catechisti abbonati, in compagnia delle testate giovanili Dimensioni Nuove e Mondo Erre.

Come riesce, la Elledici, a mantenersi sempre giovane anche a settant’anni?

Il segreto ce lo svela don Bosco: vivendo con e per i giovani! Da loro ci arrivano tanti stimoli per non restare indietro, per continuare a comunicare con i lettori prestando attenzione alle sensibilità del momento. Anche per questa ragione, la Elledici è sbarcata on line prima con un sito web, poi su facebook, presentando quotidianamente le sue offerte formative a ragazzi, giovani ed educatori che navigano alla ricerca di materiali e risposte non scontate. E, anteprima assoluta nel campo editoriale, la sinergia con Animagiovane, una cooperativa specializzata nella formazione degli animatori dei centri giovanili, oratori, gruppi che vogliono operare con competenza sul territorio.

di Antonio Carriero

(©L’Osservatore Romano 8 dicembre 2011)

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