Firmato un accordo con l’Università ungherese Gál Ferenc

Giovedì 11 aprile 2024, l’Università Pontificia Salesiana ha sottoscritto un accordo con l’Università ungherese Gál Ferenc che prevede, in particolare, attività di collaborazione con l’Istituto di Catechetica.

Diverse le possibilità di cooperazione che vanno dalla condivisione di progetti di ricerca e percorsi didattici allo scambio e collaborazione tra docenti delle due università.

Il Rettore, prof. don Andrea Bozzolo, insieme al Segretario Generale don Jaroslaw Rochowiak e al prof. Ubaldo Montisci, ha accolto la delegazione ungherese composta dal Rettore dell’Università Gál Ferenc, prof. László Dux; dal direttore per gli affari internazionali della Diocesi di Szeged-Csanád, dott. Róth Márton; dal Vescovo della Diocesi di Szeged-Csanád, mons. László Kiss-Rigó; dal Rettore del seminario della Diocesi di Szeged-Csanád, Kovács József e dal Direttore dell’Istituto di Catechetica e nostro ex allievo, Levente Gabor Serfózó.

 

unisal 12 aprile 2024

Resilienza e speranza cristiana. L’educazione religiosa come fonte essenziale di ispirazione in tempi di crisi

XXI Forum EuFRES (Poprad, 3-7 aprile 2024)

 

Si è svolto a Poprad (Slovacchia) il XXI Forum europeo sull’educazione religiosa nelle scuole (EuFRES) sul tema Resilienza e speranza cristiana. L’educazione religiosa come fonte essenziale di ispirazione in tempi di crisi (3-7 aprile 2024). Hanno partecipato all’evento una quarantina di docenti universitari di pedagogia religiosa e catechetica provenienti da diverse nazioni europee. Il gruppo più nutrito è stato quello polacco; erano poi presenti rappresentanti dell’Austria, Croazia, Germania, Italia, Repubblica Ceca; Slovacchia; Slovenia; Spagna. Per l’Istituto di Catechetica era presente il prof. Ubaldo Montisci. Le giornate erano organizzate intorno a una conferenza mattutina con, a seguire, dei lavori per gruppi linguistici e, nel pomeriggio, la presentazione della situazione dell’insegnamento religioso nelle diverse nazioni e di buone pratiche per quanto riguarda la resilienza. Ampi spazi di dialogo informale, delle uscite in luoghi culturalmente e artisticamente significativi, hanno garantito un clima di fraternità che ha dato ulteriore qualità all’esperienza.

In estrema sintesi, dall’insieme dei lavori si può riassumere il compito dell’IRC intorno ai seguenti principi: controverso; critico; costruttivo; che prende posizione; partecipativo e pratico.

Per gentile concessione dell’EuFRES, possiamo offrire ai lettori di RPR il discorso introduttivo del Presidente EuFRES, Roman Buchta (file 0); la relazione di Zbigniew Formella (file 0); le diapositive della conferenza on line di Claudia Gärtner (file 0 formato PDF); gli interventi che presentano le situazioni dell’insegnamento religioso nelle varie nazioni (file 1-6) e le buone pratiche che riguardano la resilienza ma non solo (file (7-13). Chiude la rassegna un breve contributo con alcune indicazioni storiche sull’EuFRES (file 14).

Le relazioni sono state fatte nella lingua madre dei relatori. Qui presentiamo la versione italiana e inglese. I testi non sono stati rivisti e risentono dei limiti delle traduzioni digitali. Ci scusiamo per le eventuali imprecisioni.

 

Programma EuFRES

14. La breve storia di EuFRES (AThF)

 

0. Gaertner

0. Buchta it     0. Buchta En

0. Formella it    0. Formella eng

1. Borda it     1. Borda eng

2. Polak it

3. Genčúrová it    3. Genčúrová EN

4.Vodičar-Kraner it     4. Vodičar-Kraner

5. Labendowicz eng

6. Wierzbicki ita      6. Wierzbicki eng

7. Blaščíková it       7. Blaščíková eng

8. Kicinski – ita    8. Kicinski – eng

9. Kielian ita       9. Kielian eng

10. Kubiak_it      10. Kubiak_ENG

11. Ana Thea Filipović – Text EN       11. Ana Thea Filipović it

12. Osewska ital      12. Osewska eng

13. A. Zellma. R. Czerwiński. ENG

 

per gli studenti di lingua inglese questo manuale recente (con un contributo su Religious Education), è disponibile gratuitamente (grazie al supporto della Chiesa Evangelica tedesca):

https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/9783110618150/html

 

 

Qualche scatto:

 

Istantanee del Seminario ICa: «Religione e cultura, prove di epistemologia per l’IRC»

Si è svolto nei giorni scorsi il Seminario «Religione e cultura, prove di epistemologia per l’IRC» promosso dall’Istituto di Catechetica. Su invito, erano presenti 35 docenti, esperti e responsabili del settore scolastico dell’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC). La convinzione di base è che l’IRC possa e debba essere letto in chiave “culturale”, sia per l’ambiente scolastico di cui fa parte a pieno titolo, sia per fedeltà al dettato concordatario che fonda l’insegnamento della religione sul “valore della cultura religiosa”. Partendo dalla consapevolezza che la Chiesa ha da sempre portato il suo contributo alla promozione della cultura, favorendone l’umanizzazione nel confronto con la visione teologica cristiana e i valori evangelici, ci si è interrogati sulla religione intesa come oggetto culturale e sul significato della cultura, a sua volta oggetto di tutta l’azione della scuola.

L’introduzione ai lavori del prof. Giampaolo Usai, moderatore della prima parte dell’incontro; le dense relazioni dei proff. Sergio Cicatelli, Appunti per un IRC come cultura religiosa, e Flavia Montagnini, Praticabilità pedagogico-didattica della proposta; gli interventi provocanti dei due discussant, il filosofo Paolo Zini e il sociologo Massimiliano Padula; il contributo al dialogo degli esperti presenti hanno dato vita a una riflessione profonda e appassionata sul tema vitale per la Scuola e l’IRC.

 

In allegato si mette a disposizione del lettore la sintesi dei lavori a opera della prof.ssa Cristina Carnevale, che ha moderato la seconda parte dell’incontro.

Linee conclusive

 

Istantanee:

Coltivare una fede che trasforma. Manuale di catechetica fondamentale (rivisto e aggiornato)

Jerome Vallabaraj e Antony Christy Lourdunathan

Cultivating a Faith that Transforms A Handbook of Fundamental Catechetics (Revised and Updated)

Description

This book is envisaged as a handbook of fundamental or general catechetics an endeavour or an effort at a systematic reflection on the identity and the general conditions for implementation of the catechetical enterprise at present. Our chief interest is to create and form the mind-set of catechists and of those responsible for catechesis, and to provide useful and key elements for understanding and responding to questions that underlie the practice of catechesis. Keeping with the signs of the times, this volume, revised and updated, is an attempt to remould and promote an adequate understanding of the science of catechesis and to evolve a catechetical process that would lead to a renewed understanding of catechesis as truly essential for the transformation of the life of the Christian and the Christian community.

Coltivare una fede che trasforma. Manuale di catechetica fondamentale (rivisto e aggiornato)

Autori:

Jerome Vallabaraj e Antony Christy Lourdunathan

 

Descrizione

Questo libro si propone come un manuale di catechetica fondamentale o generale, uno sforzo o uno sforzo di riflessione sistematica sull’identità e sulle condizioni generali di attuazione dell’impresa catechetica attuale. Il nostro interesse principale è creare e formare la mentalità dei catechisti e dei responsabili della catechesi, e fornire elementi utili e chiave per comprendere e rispondere alle domande che stanno alla base della pratica della catechesi. Al passo con i segni dei tempi, questo volume, rivisto e aggiornato, è un tentativo di rimodellare e promuovere un’adeguata comprensione della scienza della catechesi e di sviluppare un processo catechetico che conduca a una rinnovata comprensione della catechesi come veramente essenziale per la trasformazione della vita del cristiano e della comunità cristiana.

Nel cantiere della strada e del villaggio educativo

I materiali del convegno nazionale degli uffici diocesani per la pastorale della scuola e l’IRC che si è tenuto a Rimini dall’1 al 3 maggio 2023
31 Marzo 2023

Dall’1 al 3 maggio 2023 la città di Rimini ha ospitato l’annuale Convegno nazionale degli Uffici diocesani di Pastorale della scuola e per l’IRC, sul tema “Nel cantiere della strada e del villaggio educativo”. Il titolo riprende esplicitamente una delle prospettive su cui si svolge il secondo anno del Cammino sinodale della Chiesa in Italia, al quale anche il convegno è stato orientato.

I lavori hanno spaziato dal “cantiere” Scuola – con gli interventi del dott. Stefano Versari, direttore dell’USR dell’Emilia Romagna, e della prof.ssa Renata Viganò, pedagogista dell’Università Cattolica e vicepresidente Invalsi – al “cantiere” Chiesa, grazie alla presenza del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, del prof. Natalino Valentini, esperto di ecumenismo e di teologia ortodossa, e a mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Ha concluso la tre giorni un intervento di prospettiva a cura del prof. Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e del Servizio Nazionale per l’IRC. Nel pomeriggio del 2 maggio, inoltre, si è tenuta una visita alla chiesa di S. Agostino e la S. Messa nella chiesa di San Girolamo, preceduta dalla testimonianza di Stefano Vitali sulla beata Sandra Sabattini.

 

Di seguito i link alla cronaca delle diverse giornate di lavoro:

https://educazione.chiesacattolica.it/la-scuola-un-cantiere-sempre-aperto/

https://educazione.chiesacattolica.it/accorciatori-di-distanze-fra-parola-e-vita/

https://educazione.chiesacattolica.it/educazione-ecumenica-e-testimonianza-sfide-del-futuro/

https://educazione.chiesacattolica.it/discernimento-ecclesiale-nella-scuola-cuore-del-cammino-sinodale/

In allegato il programma del convegno e alcuni materiali messi a disposizione dai relatori.

 

Webinar “Cultura digitale e IRC. Opportunità e criticità”

31 marzo 2023

Sede: Sala Facoltà di Scienze di Comunicazione sociale dell’UPS per i partecipanti in presenza.

 

Dopo il Seminario di Studio La domanda formativa degli Insegnanti di Religione, realizzato il 3 dicembre 2022, l’équipe di Pedagogia religiosa dell’Istituto di Catechetica propone un Webinar.

Tema: «Cultura digitale e IRC. Opportunità e criticità».

Nell’orizzonte dato dal tema “Categorie per interpretare la cultura contemporanea”, quale scenario determinano le serie tv digitali e i social media? Quali emozioni e sentimenti vengono suscitati? Quale idea di relazione, famiglia, religione, società sta dietro la tessitura del digitale?

Destinatari: Gli Insegnanti di Religione di scuola statale e paritaria di ogni ordine e grado.

Metodica: Attività in presenza oppure on-line, con accesso libero e iscrizione obbligatoria.

Data: Venerdì 31/03/2023.

Ore 17:00-19:30.

 

Programma

17.00-17.15: Saluto delle Autorità e Presentazione

17.15-17.55: Prima Relazione: F. Pasqualetti «Dietro le quinte dei social». Meccanismi dei social ed effetti sulla percezione culturale e sociale.

17.55-18.15: Question Time.

18.15-18.55: Seconda Relazione: R. Butera «Serietà della serialità?!». Narrazioni seriali e influsso sulla quotidianità: comportamenti, emozioni, relazioni, religione.

18.55-19.15: Question Time.

19.15-19.30: Conclusioni.

Responsabili: Équipe IRC: Proff. C. Carnevale, S. Cicatelli, G. Cursio, A. Peron, G. Usai

Coordinatore: Prof. Corrado Pastore

 

Seminario IRC 2022: la domanda formativa degli insegnanti di religione

Seminario IRC 2022 tenutosi il 3 dicembre 2022 presso l’Istituto di Catechetica- Facoltà di Scienze dell’Educazione- Università Pontificia Salesiana

 

La domanda formativa degli insegnanti di religione: tema consueto per chi ha a cuore le sorti della scuola, tema di rinnovato interesse nell’attuale fase di impegnativa uscita dalla lunga parentesi provocata dalla pandemia. Tema fatto proprio dall’Istituto di Catechetica, oggetto di un Seminario di Studio, svoltosi sabato 3 dicembre 2022.

All’origine dell’iniziativa il desiderio di riavviare la pluridecennale attività di ricerca e formazione permanente nel campo dell’IRC, curata dal Prof. Zelindo Trenti. Poi l’urgenza di allungare lo sguardo al futuro prossimo, ragionando sulle esigenze formative degli IdR in base a dati d’indagine aggiornati e dati di fatto.

Lavori aperti con il saluto dei Proff. Antonio Dellagiulia (Decano FSE) e Giuseppe Ruta (Direttore ICa) e l’introduzione del Prof. Sergio Cicatelli (FSE).

Una metodica “ribaltata” ha creato la condizione per partire dall’ascolto dei bisogni formativi, attraverso la riflessione partecipata in due gruppi di docenti in servizio nei quattro ordini d’istruzione – guidati dai Prof. Giuseppe Cursio (FSE) e Patrizia Cupini (IdR Roma) – e la successiva condivisione plenaria, moderata dalla Prof. Sr. Anna Peron (Auxilium).

Alla luce di quanto raccolto nel primo momento, due relatori hanno offerto criteri di lettura e orientamenti di prospettiva: don Fabio Landi (Diocesi di Milano – Ufficio Scuola) ha tracciato un quadro di criticità e risorse, evidenziando temi formativi che esprimono l’attuale sensibilità educativo-scolastica; F.R. Busnelli (FSE) ha posto a tema la questione dell’identità dell’adulto e le emergenze nella sua formazione, tracciando traiettorie attente ai bisogni degli IdR.

Il successivo dibattito, moderato dal Prof. G. Usai (FSE) e le conclusioni, affidate ancora al Prof. S. Cicatelli hanno fatto sintesi dei contenuti e raccolto l’attesa dei presenti per l’organizzazione di un’adatta offerta formativa già nel corso dell’attuale anno scolastico 2022-2023.

Al pomeriggio i lavori hanno avuto un gradito complemento nel dialogo con la Prof. Maria Raspatelli e il Prof. Antonio Curci. La Maria Raspatelli è IdR nella diocesi di Bari ed è stata insignita del prestigioso Global Teacher Award, riconoscimento promosso da Ask Education Award, che premia ogni anno i docenti più innovativi e creativi tra 110 Paesi. Interessante raccogliere dalla testimonianza diretta i tratti e le motivazioni del lavoro dell’IdR efficace e la descrizione dei risvolti educativo-didattici dell’attività di RadioPanettiNetwork, che progetta format radio-video originali, partendo da contenuti curricolari o relativi a problematiche sociali.

Un grazie particolare all’équipe dell’ICa, che ha varato l’iniziativa del Seminario IRC 2022 (S. Cicatelli, G. Cursio, C. Carnevale, A. Peron, G. Usai), coordinata dal Prof. Corrado Pastore.

 

Seminario di Studio: la domanda formativa degli Insegnanti di Religione

3 dicembre 2022 presso l’Istituto di Catechetica- Facoltà di Scienze dell’Educazione- Università Pontificia Salesiana

 

In continuità con una lunga Tradizione, l’équipe di Pedagogia religiosa dell’Istituto di Catechetica della Facoltà di Scienze dell’Educazione della Università Pontificia Salesiana di Roma, riprende, dopo la sospensione nel periodo della pandemia, il Seminario di Studio per Insegnanti di Religione, che si realizzerà sabato 3 dicembre, presso l’Università Salesiana.

Il tema del Seminario è: La domanda formativa degli Insegnanti di Religione.

Ci si propone di individuare i bisogni degli IdR. Attraverso un Brainstorming autobiografico, diversi docenti di religione condivideranno il proprio punto di vista sul tema.

Faranno seguito due relazioni.

La prima, da parte di don Fabio Landi, fa il punto sulla situazione.

La seconda, della Professoressa Francesca Romana Busnelli, presenta un modello teorico di formazione degli adulti, nel nostro caso docenti di religione.

 

Programma

8.45-9.00 Accoglienza

9.00-9.15 Saluto del Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, prof. Antonio Dellagiulia

Prima Parte

9.15 – 9.30 Introduzione

9.30 – 10.00 Brainstorming sulla domanda formativa degli Insegnanti di Religione

10.00 – 10.30 Condivisione in Plenaria

10.30 – 10.50 Coffee Break

Seconda Parte

10.50 – 11.30 Prima Relazione: Don Fabio Landi, Il punto della situazione sulla formazione degli Insegnanti di Religione

11.30 – 12.10 Seconda Relazione: Professoressa Francesca Romana Busnelli, Un modello teorico di formazione degli adulti.

12.10 – 12.40 Dialogo con i relatori

12.40 – 13.00 Conclusioni

 

ups – DomandaInsReligione-LOC

“Conoscere l’IRC come disciplina: dimensioni pedagogiche, normative e didattiche”

Corso di formazione proposto da “La Scuola Academy” sul tema: “Conoscere l’IRC come disciplina: dimensioni pedagogiche, normative e didattiche”.

L’Insegnamento della religione cattolica (IRC) si presenta come una disciplina dinamica, fisiologicamente “in cammino”, sia per l’evolversi di una normativa (scolastica e concordataria) che negli ultimi 10 anni ha avuto assestamenti certamente significativi, sia perché si misura con una realtà in costante cambiamento ed è chiamato a raccoglierne le sfide … non ultime quelle che derivano dall’emergenza pandemica (da COVID 19) che tutti stiamo vivendo e rispetto alla quale l’IRC può svolgere il ruolo di coscienza critica, vigile e sapienziale.

Si tratta di un percorso di formazione e aggiornamento rivolto principalmente a coloro che hanno completato i propri studi (negli ISSR e nelle Facoltà teologiche) da qualche anno e sentono il bisogno di riprendere in mano i temi portanti dell’identità della propria disciplina. Il percorso è certamente utile anche per coloro che – pur nell’incertezza rispetto ai tempi e modi di svolgimento dei concorsi in questo periodo – volessero “mettersi avanti” con la preparazione in vista di un eventuale concorso a cattedre per gli IdR.

Il percorso formativo è articolato e tocca 16 temi cruciali che vanno dalla normativa scolastica, alla cultura pedagogico-didattica di un insegnante, oltre agli elementi specifici che caratterizzano l’identità dell’IRC come disciplina. L’offerta formativa viene erogata in FAD, con momenti di attività sincrona e asincrona, in modo da facilitare la fruizione anche in un periodo in cui gli impegni “on line” tendono a moltiplicarsi.

 

Maggiori info e iscrizioni al link:

https://www.lascuola.it/it/home/formazione_corso?fc=SPE_004304

 

Una breve presentazione video del corso al link:

https://www.facebook.com/EditriceLaScuolaSecondaria/posts/254207009455852

 

L’IRC nella scuola e nel mondo di oggi: davvero una risorsa educativa?

“Qui la meta è partire” (Ungaretti). Partire ti costringe a lasciare certezze, a selezionare ricordi, a cristallizzare volti, a sentire nostalgia. E’ toccato anche a me sperimentare un po’ di tutto ciò: quest’estate ho saputo che avrei lasciato la scuola dove sono stato per otto anni. Mi accingevo a partire per un mare sconosciuto lasciando un porto sicuro in cui, tra normali fatiche e altrettante gioie, avevo costruito legami belli e fecondi con colleghi e studenti.
Alcuni miei alunni, venuti a sapere di questo mio passaggio, mi hanno inviato bigliettini che mi hanno riempito il cuore di gioia e tenerezza. Sì, perché uno dei tratti privilegiati del mio mestiere è la possibilità di creare relazioni vere con ragazzi che vivono un’età fondamentale della vita: l’adolescenza. Ecco alcune delle cose belle che mi hanno scritto: “Grazie prof! In questi anni lei non ha fatto religione ma ci ha mostrato come vivere”; oppure: “Grazie perché l’ora di religione ci ha permesso di esprimerci davvero, attraverso il dialogo e il confronto, senza dover aderire a dogmi preconfezionati…”; e ancora: “Sono state lezioni interessanti perché l’attualità è entrata in classe e non ci ha riproposto qualcosa di già sentito e a noi lontano”.
Dopo aver letto questi bigliettini, al di là dell’affetto e della stima, è sopraggiunto in me un senso di sconforto e parziale fallimento; con tutta la fatica che faccio a spiegare e far comprendere il senso dei 10 comandamenti, mi vedo scritto che non faccio religione? O con lo sforzo di rendere ragione oggi di tematiche attinenti la bioetica, la morale sociale, l’affettività rimanendo fedele al patrimonio della Chiesa cattolica, mi trovo scritto che l’attualità è entrata in classe quasi a scalzare un passato religioso che sa di “vecchio”? O ancora: l’apparente novità del dialogo e del potersi esprimere che i miei studenti avrebbero fatto “quasi in esclusiva” nella mia ora e non in tutte le materie scolastiche? Insomma, come sempre, i ragazzi ti mettono in discussione, spingendoti a comprendere meglio sia questo tempo sia la disciplina. Sono proprio i cuccioli d’uomo a mostrare i segni di una possibilità che si affaccia all’orizzonte e che chiede di essere guardata con franchezza e senza paura.

La questione del linguaggio

Così, ho avuto la conferma che il vero problema sia il linguaggio con cui cerchiamo di veicolare messaggi e far comprendere concetti. Come è possibile, oggi, spiegare in classe che il Dio cristiano è Trinità? O come presentare l’esperienza della misericordia come rivelazione di Dio? E’ necessario ri-significare il tutto. Come ricordava di recente don Fabio Landi a un corso di formazione per insegnanti, “il discorso religioso oggi patisce di un sistematico fraintendimento delle parole della fede: credenti e non credenti attivano gli stessi automatismi e ripropongono schemi e orizzonti di pensiero che, quanto più sono irriflessi, tanto più risultano inattaccabili. Per questo, il nostro discorso chiede, quasi per ogni vocabolo, la fatica di intervenire con tutto un corredo di note e precisazioni. Se ci asteniamo dal farlo, gli altri semplicemente non capiscono niente di quello che diciamo e prendono l’oggetto dei nostri discorsi come verità arbitrarie e, come si dice, piovute dal cielo”.
L’insegnamento della religione cattolica si presenta davvero come un’attività di frontiera per quanto riguarda la traduzione del discorso religioso in un linguaggio universale e comprensibile. E’ necessario non dare nulla per scontato e ripartire dall’esperienza personale e di tutti per dire in modo nuovo ciò che, da sempre, è “inattingibile e misterioso”.

Scommettere sull’umanità della fede

Il primo giorno di scuola entro in una classe di prima superiore e chiedo agli alunni se qualcuno partecipa a un gruppo. Una ragazza alza la mano e risponde che lei fa parte di 5 gruppi; incuriosito dall’elevato numero, le chiedo di raccontare e lei candidamente mi risponde che fa parte di 5 gruppi di WhatsApp. Istantaneamente mi rendo conto che la parola “gruppo” riporta oggi a una esperienza diversa dalla mia. E’ stato necessario partire dal “gruppo WhatsApp” per parlare di comunità. Il “cambiamento d’epoca” impone a tutti, e alla Chiesa in particolare, una conversione culturale. E’ necessario ripartire “dall’umanità della fede”, ovvero dall’esperienza umana condivisa hic et nunc per narrare l’esperienza di fede; è necessario non scoraggiarsi di fronte al nuovo bensì convertirsi, per ri-comprendere il desiderio perenne di un Dio che cerca l’uomo per amarlo fino alla “pazzia” della croce anche in questo tempo di grandi opportunità e non solo di fatiche. [1]
Efficace, a tal proposito, la definizione di Duilio Albarello secondo cui l’insegnante di religione è una sorta di “teologo in uscita”. Proprio il caso dell’Irc – afferma – “mi sembra significativo per intendere una corretta declinazione della ‘laicità dello Stato’. Tale principio di laicità non comporta affatto necessariamente né la rimozione dell’esperienza religiosa dallo spazio pubblico per ghettizzarla nell’ambito del privato, né la pura neutralità dello Stato e delle sue istituzioni rispetto alle differenti tradizioni religiose presenti nella società: occorre riconoscere da questo punto di vista che esistono limiti nel laicismo, uguali e contrari ai limiti del dogmatismo”. [2] Il caso Irc – prosegue Albarello – “mostra che può esistere una concezione della laicità dello Stato che non la identifica con la neutralizzazione delle differenze, bensì la intende come l’attitudine davvero democratica di riconoscere le differenze come tali e di apprezzarne l’apporto specifico, che esse possono offrire alla ricerca del bene di tutti e di ciascuno. Ecco il compito dell’insegnante specialista di religione cattolica, considerabile come un ‘teologo in uscita’, per usare un’espressione assonante al pensiero di Papa Francesco”.
Si tratta di proporre un linguaggio diverso che metta in luce aspetti nuovi, apra a prospettive inedite, permetta di capire ciò che non si era mai capito. In questo senso, ogni traduzione rappresenta anche una grande opportunità. Il lessico contemporaneo, mentre dice la vita così come l’uomo di oggi la vive e la coglie, fa risuonare il Vangelo in un modo inedito. Contemporaneamente, il Vangelo si appropria della parola umana, la illumina, le dona sostanza e verità. Ma la grazia porta a perfezione la natura senza sostituirla: è sempre nell’autenticità dell’esperienza comune che il Vangelo rivela la sua ricchezza e si afferma come parola divina.

Un “incredibile bisogno di credere”

Una seconda risorsa che l’insegnante di Religione sperimenta è il sincero desiderio di credere dei ragazzi. Certo, un credente dà per scontato che l’oggetto del credere sia il Dio di Gesù Cristo. Ma in un contesto secolarizzato è davvero così? No! Direi che “credere” è una non-evidenza che necessita di essere risignificata, con tutta la fatica che ciò comporta perché, prima ancora che in Dio, l’uomo ha bisogno di fare un’esperienza di fede-fiducia verso se stessi e gli altri, e solo successivamente in Dio.
Credere in Dio è qualcosa che i giovani associano all’infanzia o alla vecchiaia e esclude in blocco il mondo giovanile, alla ricerca di certezze basate sempre sulla esperienza personale. Eppure, nonostante tutto, riscontro che i giovani manifestano sempre più “l’incredibile bisogno di credere”[3], che si traduce nella ricerca di adulti in grado di accompagnarli in questo cammino di scoperta e fiducia: un cammino che non ha più argini e paletti socialmente riconosciuti, ma che si configura come un percorso soggettivo e personale in cui il dialogo con altri, che hanno intrapreso il medesimo viaggio, diviene necessario.
Per questo motivo, l’ora di religione ha una grande opportunità e, al contempo, una grande responsabilità nell’aiutare le nuove generazioni a dare voce a questo intimo desiderio, nel promuovere la bellezza del vivere come chiave per non perdere l’orizzonte di senso in cui i giovani si muovono e camminano quotidianamente. Ne segue che è fondamentale avere Idr affidabili, disponibili, preparati e capaci di aiutare i giovani a “spiccare il volo”.

Educare alla bellezza

Il terzo punto di forza in cui credo che l’Irc possa dare un potente contributo alla scuola di oggi e alla società di domani, è educare alla bellezza. Più passano gli anni, più sento che gli alunni chiedono un altro punto di vista rispetto al modello prevalente tecnico-economico.
Un mese fa una studentessa di seconda superiore mi chiese: “Prof, a cosa serve l’ora di religione? Può essere un’ora anche molto bella, ma credo sia un’ora inutile!”. Le ho risposto: “L’ora di religione non serve a nulla. Perciò è così fondamentale e, spero, bella”. Lei ovviamente in prima battuta non ha compreso, così ho provato a spiegarmi: “Vedi, se ciò che imparo mi deve servire nell’immediato, hai ragione tu. Non serve a nulla. Però desidero farti notare una cosa: a cosa serve passare del tempo con la tua amica del cuore il sabato pomeriggio? Oppure ascoltare la musica che ti piace? In realtà, secondo un’ottica economica, è inutile. Noi però viviamo di queste cose, che rendono bella e saporita la vita. Che ci fanno stupire e lasciano uno spazio ai sentimenti e alla curiosità. Di tutto ciò il nostro mondo ha un estremo bisogno, alla ricerca di ciò che è bello, perché buono e vero. A questo può servire l’ora di religione, ad avere questo sguardo. Che è lo sguardo di Gesù, in ogni tempo e su ogni uomo”.
Davvero c’è bisogno di educare alla bellezza come veicolo verso il riconoscimento di ciò che è buono; solo così si può contribuire al dare voce a quell’anelito, spesso sopito, dell’anima verso lo stupore e la meraviglia. Peppino Impastato soleva ricordare che se si insegnasse la Bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura, l’omertà. E’ per questo che bisognerebbe educare la gente alla Bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.
L’Irc può contribuire in modo efficace a educare a uno sguardo così, sguardo troppo spesso offuscato dalle brutture, sfregiato dalle barbarie, sopito dal tiepido e mediocre. Se riusciremo, noi insegnanti di religione cattolica e di altre discipline, a mostrare che ne vale la pena, avremo aiutato le nuove generazioni a leggere la vita come un dono, come una risorsa produttiva che rinvia sempre a un futuro che appare promettente e per cui vale la pena sperare, combattere, vivere.

 

NOTE

[1] Cf D. ALBARELLO, La grazia suppone la cultura. Fede cristiana come agire nella storia, Giornale di Teologia 405, Queriniana, Brescia 2018.
[2] D. ALBARELLO, Da una prospettiva cattolica: i limiti del dogmatismo e l’universalità della Religione, intervento al Corso nazionale di aggiornamento per IdR, Assisi 2017.
[3] J. KRISTEVA, Bisogno di credere. Un punto di vista laico, Donzelli, Roma 2006.

 

L’esperienza di un insegnante di religione nella scuola secondaria di secondo grado

Francesco Luppi

(NPG 2020-02-77)