La vita provoca la catechesi. Anno 2

Ricerca di spiritualità e genitori dell’iniziazione cristiana

Convegno AICa 2-4 settembre 2025 – Torino

Giovedì 10 aprile 2025 dalle 16 alle 17, online presentazione del convegno AICa 2025

Link zoom: https://bit.ly/aica2025 – passcode: aica

Nella complessità che stiamo vivendo ci chiediamo quale sia lo specifico della catechesi e quali arricchimenti possa trarre dalla relazione con i diversi soggetti che incontra nell’azione pastorale.
Il primo anno del convegno ci ha messo in ascolto di esperienze, luoghi e periferie esistenziali che ci hanno invitato a ripensare la vita pastorale odierna e la proposta della catechesi. In particolare siamo stati provocati dal cambiamento della spiritualità e della forma di Chiesa che si stanno delineando.
In questo secondo anno, ci lasciamo provocare dalla ricerca di spiritualità dei giovani che tocca anche i genitori dei ragazzi dell’iniziazione cristiana, per rinnovare il nostro modo di incontrarli e di accompagnare gli itinerari proposti.

Quando: dal pomeriggio di martedì 2 a dopo pranzo di giovedì 4 settembre 2025.
DoveCasa don Bosco – Valdocco, via Maria Ausiliatrice, 32, Torino.
Come arrivare: La stazione Ferroviaria più vicina è Porta Susa: da qui si può prendere il taxi o il bus numero 10 N direzione Rondò Della Forca.

Martedì 2 settembre 2025:
● 16.00: Accoglienza e presentazione del convegno
● 16.30: Ascolto della ricerca su giovani e spiritualità – Paola Bignardi e d. Claudio Margaria
● 18.30: Celebrazione eucaristica

Mercoledì 3 settembre 2025
● 9.00: In ascolto dei genitori e della loro ricerca di spiritualità nell’esperienza della diocesi di Torino (d. Michele Roselli)
● Pranzo
● 15.00: Approfondimento del significato e lavoro con la griglia di lettura della realtà attuale (d.
Rolando Covi). Lavoro in gruppo
● 18.30: Celebrazione eucaristica
● Cena sociale

Giovedì 4 settembre
● 9.00: condivisione in assemblea e rilettura del percorso
● 12.00: Conclusione convegno
● 12.30: Pranzo

Iscrizioni: è possibile iscriversi al Convegno entro il 30 giugno 2025 compilando il google form

ISCRIZIONE CONVEGNO 2025

Per informazioni
Don Stefano Borghi (segretario AICa)
segreteria@catechetica.it

Quota di partecipazione è di 230€
Comprensiva di:
vitto e alloggio: 150€ (dalla cena del 2 al pranzo del 4)
iscrizione al convegno 40€
quota associativa 2025: 40€

Per coloro che hanno già versato la quota associativa 2025 il costo è di 190€
Per coloro che partecipano in forma non residenziale il costo è di 80€ (comprensivo di quota associativa 2025) più supplemento di eventuali pasti (15€ ciascuno).

La quota di partecipazione deve essere versata per mezzo di Bonifico Bancario sul c.c.:
IBAN: IT49S0306909606100000182921
Intestato a: Associazione Italiana del Catecheti
Causale: Cognome e Nome – Partecipazione Convegno AICa 2025

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Il Dio dei nostri padri

Recensione a cura di don Cesare Bissoli


Aldo Cazzullo, Il Dio dei nostri padri. Il grande romanzo della Bibbia, HarperCollins, Milano 2024, pp.333, € 19,50

Questo volume merita essere conosciuto e magari letto con attenzione. Ne facciamo qui una presentazione secondo questi punti: diffusione (1), contenuto (2), ragioni del successo (3), come valutare il testo e utilizzarlo (4).

(1). Diverse sono le ragioni che motivano la presentazione di questo libro. Partiamo dal fatto semplice ma espressivo: esso è stato acquistato con un prezzo accessibile e diffuso per migliaia di copie (si parla di oltre 300.000 nel 2024) in Italia e all’estero, suscitando curiosità e giudizi diversi, in generale di tono positivo, affermando: «È un libro che mi piace, è originale perché tocca in profondità il mondo dell’uomo, si ispira alla Bibbia così trascurata nella cultura popolare…». Più avanti daremo delle spiegazioni motivate.

(2). Quanto al contenuto precisiamo subito che il richiamo nel titolo alla Bibbia, non corrisponde ad una nuova edizione della Bibbia (come la “Bibbia di Gerusalemme” o altre rinomate edizioni) e nemmeno ad un volume di esegesi o spiegazione scientifica di essa. Pur dovendo ammettere che l’A. cerca di essere fedele al dettato del testo per quanto conviene al suo scopo di scrittura. Per capire il genere letterario conviene anzitutto conoscere chi l’ha scritto. Si chiama Aldo Cazzullo (nato nel 1966), giornalista patentato e brillante del “Corriere della Sera”, che non si dichiara apertamente cattolico, ma persona affascinata dalla Bibbia e dunque si sente spinto da una specifica visione umana e religiosa. Ha riletto con lui il manoscritto un grande esperto di Bibbia, il Card. Gianfranco Ravasi.

L’A. dà questa motivazione perché ha composto questo libro: «La Bibbia nessuno la legge più. Invece la Bibbia è un libro meraviglioso. Che si può leggere anche come in un grande romanzo: l’autobiografia di Dio», e noi completiamo, “è anche l’autobiografia dell’uomo”. Dunque Dio e uomo cioè noi, così come ne parla un libro memorabile come la Bibbia, che dalla Chiesa è intesa come “Parola di Dio” e nominata “Sacra Scrittura”.

Diciamo subito che l’A. si limita alla prima parte della Bibbia chiamata Antico Testamento (AT) o prima alleanza tra Dio e il popolo di Israele. Non vi è intenzione di estromettere il Nuovo Testamento (NT) o nuova alleanza, cioè la storia di Gesù e della Chiesa alle origini. Vi sono – è vero – cenni significativi specie nel capitolo finale. Si può dire che la scelta dell’AT è determinata dall’intenzione dominante dell’A.: con l’AT far conoscere con più ampiezza e ricchezza di segni il mistero dell’uomo all’uomo di oggi. Ciò ha portato il giornalista e scrittore a mettere in scena personaggi “umani” che svolgono un ruolo significativo nella storia narrata dal Libro sacro.

Naturalmente per Cazzullo non si tratta di fare un’astratta filosofia di chi è l’uomo, ma proprio rispettando la Bibbia, egli intende far conoscere che essa è fatta di persone concrete, uomini e donne, sovente protagonisti della vicenda in cui sono inseriti. Ne vengono fuori undici capitoli, ciascuno articolato secondo i dati principali riguardanti il personaggio. Eccellente è lo stile di scrittura, attento al testo biblico senza falsarne il significato con indebite e impertinenti aggiunte, ed insieme spiegando con chiarezza certe modalità linguistiche e di pensiero della Bibbia che non sono più le nostre, e dunque introducendo per questo una sorta di rapida attualizzazione, ricorrendo sapientemente a parole e immagini del nostro tempo.

Ecco, dunque, i contenuti come li nomina lo stesso A.: la creazione, Adamo ed Eva, la cacciata dall’Eden, Caino e Abele, Noè e il diluvio, la storia di Giacobbe che lotta con Dio e di Giuseppe che svelò i sogni del Faraone, Mosè, le piaghe d’Egitto, il passaggio del Mar Rosso, i dieci comandamenti, la conquista della terra promessa, da Giosuè che espugna Gerico a Davide che taglia la testa di Golia, da Sansone, l’eroe fortissimo ma tradito dal suo amore, a Salomone che innalza il tempio… Sono raccontate anche alcune “grandi donne” della Bibbia: Giuditta che decapita il condottiero nemico, Ester che salva il popolo dallo sterminio, Susanna che vede condannati i suoi molestatori. E poi l’angelo che salva Tobia e il diavolo che tormenta Giobbe, l’amore del Cantico dei Cantici e la disillusione di Qoelet («Tutto è vanità»). Sino alla grande speranza della risurrezione, e di un salvatore che viene a riscattare l’umanità: per i cristiani, Gesù (cf. pp. 321-322).

(3). Qui viene tanto necessaria quanto inevitabile la domanda: quali sono le ragioni del successo? Si sono espressi in tanti: uomini di cultura cristiani, ed anche non credenti, gente del popolo con prevalenza di ammirazione ed anche di domande. È a questo livello di globale buona impressione che ci si deve interrogare: perché un libro dimenticato è come diventato un libro risorto. Cazzullo afferma come ragione di successo che la Bibbia «è una storia che parla di noi», ci parla con una originalità stupefacente ed attraente.

Su questa lunghezza d’onda, va ricordato che, con la partecipazione dell’A., è stata fissata “una giornata particolare” articolata in diversi incontri a livello nazionale, con il titolo Alla scoperta dei segreti della Bibbia («Corriere della Sera», 23 marzo 2025, p. 37).

(4). In una valutazione complessiva, tenendo conto anche della identità della Bibbia secondo lo studio scientifico, va riconosciuto ed appezzato il tentativo di parlare dell’uomo all’uomo secondo una esperienza plurisecolare di un popolo, che ha scritto la Bibbia come sua memoria fondante, appellandosi dunque a Dio per parlare di sé. Veramente essa attrae come un“romanzo, come la chiama l’A. Ma va anche osservato che si fanno delle spiegazioni ed applicazioni esistenziali che non sempre rispettano completamente il senso biblico. In particolare è stato osservato che parlando dell’uomo davanti a Dio, non si parla di quale Dio sia di fronte all’uomo, finendo di parlare a metà dell’uomo stesso. Si tratta di esprimere più integralmente la relazione tra l’uomo e Dio. Rimane dunque la domanda, magari per un prossimo libro: chi è questo Dio da cui sgorga l’umanità sorprendente e attraente dell’uomo biblico, diventato in certo modo nostro compagno di viaggio?

Cesare Bissoli

Seminario di Studio “Studiare Catechetica Oggi”

Retrospezione, attualità e proiezioni future

1° Aprile 2025 – Aula Juan Vecchi

Università Pontificia Salesiana di Roma


Carissimi Amici Collaboratori,

in allegato trovate la locandina – invito al Seminario del 1 aprile c.a. durante il quale saranno ripresi e rilanciati i contenuti del volume Studiare catechetica oggi e sarà presentata la Ricerca 2024 La competenza riconsiderata a cui hanno preso parte gli Exallievi dell’Istituto dal 2000 al 2020.

Ci auguriamo che possiate prendere parte o di presenza o almeno online.

Cogliamo l’occasione per porgere a ciascuno di Voi un fraterno saluto e l’augurio di ogni bene

don Giuseppe Ruta e Membri dell’ICa

Link di collegamento

https://www.youtube.com/live/2bs0Bp7OrAY?feature=shared

CHIESA, DOVE VAI?

Recensione a cura di don Cesare Bissoli


Greshake Gisbert, Chiesa dove vai? Guardare al futuro in prospettiva real-utopistica, Queriniana, Brescia 2023, pp. 301, euro 34.

CHIESA, DOVE VAI? È questo titolodi un recente libro del noto teologo tedesco cattolico, Gilbert Greshake che merita un breve approfondimento per capire l’originalità dell’opera. L’Autore ha costantemente mostrato nella sua visione e riflessione teologica una sensibilità pastorale squisita. Le sue opere, tradotte anche in italiano, hanno ricevuto unanime consenso. Tra le più note ricordiamo: il Dio unitrino (2000); La vita più forte della morte. La speranza cristiana (2009); Maria è la Chiesa (2020).

Nel presente volume Greshake riflette sulla Chiesa nell’ attuale situazione allarmante bene espressa dall’interrogativo del titolo Chiesa, dove vai? Badando al resto del titolo, è possibile cogliere anche il taglio originale della risposta espressa nel sottotitolo: Guardare al futuro in prospettiva real-utopistica.

Il volume ne tratta in quattro parti, ciascuna articolata in diversi punti.

Nell prima parte intitolata Prolegomeni, l’A. presenta la sua visuale globale sintetizzabile così: la Chiesa cattolica sta attraversando una fase di radicale indebolimento e di ricostruzione. Ai suoi vertici non sono pochi coloro che si propongono di “salvare il salvabile”: si aggrappano a quel che ancora regge, puntando gli occhi sul passato, con un misto di nostalgia e rassegnazione. Invece, è necessario chiedersi di ricominciare da capo, guidati da una “real-utopia” ecclesiale in cui la riforma sia orientata “non a preservare il passato tramandatoci, ma immaginare il futuro promesso”. In quest’ottica, l’A. sviluppa un’analisi non superficiale, ma approfondita e aperta alla speranza.

            La seconda parte espone I fattori determinanti l’odierna situazione della Chiesa. Sono proposte tre ragioni a loro volta bene articolate. La prima ragione viene espressa come La fine della cosiddetta “chiesa di popolo”, soffocata tra l’altro da una invadente “clericalizzazione”. Come si può notare, si segnala, come dato negativo, una concezione agli antipodi della “chiesa di popolo” di Papa Francesco. La seconda ragione deprimente è vista nelle Sfide della società secolare e post-secolare che spinge alla dittatura del relativismo circa la verità e i valori della vita. Dall’insieme scaturisce la terza pericolosa ragione affermata come Una concezione ristretta della fede, carente di fondazione biblica ed esposta a “processi di riduzione”. Un breve riepilogo esprime con chiarezza i motivi che fanno pensare al problematico e negativo futuro della Chiesa.

Nella terza parte sono proposte Le linee fondamentali di una forma di chiesa futura. Non sono poche né automaticamente realizzabili. Possiamo parlare di una visione di speranza motivata da una serie di riforme anche radicali (in prospettiva real-utopistica). È interessante conoscere i cinque punti della riforma che l’A. propone come i lineamenti-base della Chiesa del futuro. Eccoli in breve, secondo le parole dell’A.:

– “Essere sacramento” sarà il centro permanente della chiesa futura.

– La Chiesa del futuro sarà una piccola minoranza in rappresentanza di tutte le altre.

– La Chiesa del futuro assumerà un aspetto più “spirituale”, non come “gruppo industriale”, connotando così meglio il futuro della vita consacrata.

– La Chiesa del futuro sarà una chiesa dei laici, riconoscendo il sacerdozio comune di tutti i battezzati e la specificità del ministero sacerdotale.

– La Chiesa del futuro assumerà un’altra forma sociale, con nuove forme comunitarie e parrocchiali e con una diversa incidenza nelle nomine vescovili.

Fa da conclusione una citazione biblica presa dall’ avvenimento dell’esodo: Levate l’accampamento e dirigetevi (Dt 1,19s.). Si vuole così esprimere il “futuro della Chiesa” in una visuale per nulla facile, automatica, ma certamente positiva. Merita, infatti, notare che la parte dedicata alla Chiesa del futuro è due volte tanto la parte precedente dedicata all’odierna situazione della chiesa. Non è un caso che l’A. non usi mai la parola “crisi”, semmai fa risuonare la parola “speranza”. Appare così adombrata la figura del cammino sinodale oggi proposto, che esprime bene il desiderio non tanto nascosto dell’Autore.


Collana: Giornale di teologia 456
ISBN: 978-88-399-3456-7 
Formato: 12,3 x 19,3 cm
Pagine: 312
Titolo originale: Kirche wohin? Ein real-utopischer Blick in die Zukunft
© 2023

In breve

«Qui non mi occupo di “leggere il futuro nei fondi di caffè”, di indovinare le condizioni e prevedere la forma ventura della chiesa, di fanstasticare su come essa dovrebbe apparire. L’oggetto a cui mirano le mie riflessioni è, in fondo, il presente della chiesa».

Descrizione

La Chiesa cattolica sta attraversando una fase di radicale indebolimento e di ricostruzione. Ai suoi vertici non sono pochi coloro che si propongono di “salvare il salvabile”: si aggrappano a quel che ancora regge, puntando gli occhi sul passato, con un misto di nostalgia e rassegnazione.
Greshake chiede, invece, di ricominciare da capo, attuando un rinnovamento assolutamente più profondo, radicale, sostanziale. Il teologo tedesco rivendica con fermezza una «real-utopia» ecclesiale, in cui l’agire sia orientato non a preservare il passato tramandatoci, ma a immaginare il futuro promessoci. Egli scopre e fa emergere quelle tendenze che già oggi sono proiettate sul domani, prefigurandolo, ed elabora alcune linee guida di una Chiesa a venire che sia capace di reinventarsi. È la visione di una Chiesa che, in quanto minoranza, prende di nuovo coscienza del suo mandato e della sua forma vitale, una Chiesa dei laici, una Chiesa spirituale con una mutata forma sociale.
Proposte pertinenti, coraggiose, efficaci per affrontare la crisi odierna, senza cedere al pessimismo, ma adottando sempre uno sguardo positivo.

2025: A.I. confini della comunicazione

“2025: A.I. confini della comunicazione” è il titolo del Convegno organizzato dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, che si terrà dal 23 al 26 gennaio a Roma.

L’evento si aprirà con due sessioni tematiche specifiche per poi intersecarsi con il programma ufficiale del Giubileo del mondo della comunicazione. Si inizia giovedì alle 15.30 con il saluto di mons. Domenico Pompili, presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, e l’introduzione di Vincenzo Corrado, Direttore dell’Ufficio. Alle 16 è prevista la riflessione di Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR, su “Intelligenza artificiale, informazione e comunicazione”, mentre alle 18 sarà Mariagrazia Fanchi, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore a soffermarsi su “Le sfide della comunicazione oggi”.
Venerdì 24 gennaio, alle 9.30 Alessandro Gisotti, vicedirettore della Direzione Editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, offrirà ai partecipanti una lettura del Magistero pontificio legato ai temi della comunicazione. Alle 10, Antonio Preziosi, direttore del Tg2, interverrà su “Il senso del limite”, mentre alle 10.30 Marco Ferrando, direttore delle testate del Master in giornalismo dell’Università di Torino, e Celeste Satta, del medesimo Ateneo, rifletteranno su “meno prodotti, più processi”. Alle 11.45 è in programma un dialogo con Marco Girardo, direttore di Avvenire, Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000-inBlu2000, e Amerigo Vecchiarelli, direttore dell’Agenzia Sir.
Nel pomeriggio l’appuntamento è nella Basilica di San Giovanni in Laterano per la Messa internazionale in occasione della festa di San Francesco di Sales. La giornata di sabato 25 è dedicata al Pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro e all’incontro culturale in Aula Paolo VI con Maria Ressa e Colum McCann (moderato da Mario Calabresi), seguito dall’esibizione del Maestro Uto Ughi. Alle 12.30, gli operatori della comunicazione arrivati da tutto il mondo saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco, sempre in Aula Paolo VI.
Alle 15, nell’ambito dei “Dialoghi con la città” organizzati per il Giubileo, il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, dialogherà con Ferruccio De Bortoli, giornalista e saggista, sul tema: “Comunicare speranza e pace” (Basilica di Santa Maria in Trastevere). Il tutto si concluderà il 26 gennaio con la Messa della Domenica della Parola presieduta dal Papa nella Basilica di San Pietro.


“Nel sentire comune, i confini vengono solitamente intesi come linee di delimitazione di un territorio, di una proprietà oppure della sovranità di uno Stato. Eppure, la radice etimologica della parola indica ben altre sfumature: cum e finis. Cioè, cum, che rimanda alla condivisione. E, poi, finis, che significa limite ma anche culmine di un’azione”, sottolinea Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali ricordando che “il rapporto con i confini si gioca proprio sul livello della relazione”. “È un punto di incontro, tra il vecchio e il nuovo. Ai (il riferimento è ai sistemi di intelligenza artificiale) confini ci si incontra per dirigersi verso il cuore della comunicazione. Questo percorso, certamente faticoso, restituisce il fascino dell’incontro, dell’ascolto e della parola. A noi – conclude – l’impegno di coglierne il messaggio e tradurlo in realtà”.

Considerazioni sul Simposio Internazionale di Catechetica

Siamo giunti al termine di questa esperienza del Simposio, che si colloca accanto a diverse altre iniziative messe in campo dall’Istituto di Catechetica per celebrare i suoi settant’anni di vita. Ce le ha ricordate il direttore dell’Istituto, prof. Giuseppe Ruta:

  • Una sezione dedicata alle persone e alle attività dei membri dell’Istituto sul periodico “Catechetica ed educazione” nei tre numeri annui. È tutto disponibile gratuitamente sul sito online dell’Istituto.
  • Un’indagine tra gli ex-allievi degli ultimi 20 anni («La competenza riconsiderata») che ha voluto verificare luci e ombre nella proposta formativa dell’Istituto per tentare di qualificarla ulteriormente;
  • L’intervista ai catecheti dei cinque continenti sul tema dell’educazione, che avete trovato in cartella nell’apposito fascicolo.

Il Simposio è stato articolato in tre momenti, tre “sguardi” sul passato, presente e possibile futuro della dimensione educativa nella catechesi.

Lo sguardo retrospettivo ha permesso di constatare ancora una volta la differenza tra le epoche storiche in ordine all’educazione della fede, caratterizzata da un certo periodo in avanti dallo strumento “catechismo”.

Tra i tanti elementi messi in risalto, forse ce n’è uno in particolare che merita di essere ancora approfondito ed è quello che riguarda il rapporto tra teologia e le scienze umane: una relazione che ha avuto lungo la storia modalità diverse di realizzazione (competizione, esclusione vicendevole, “concordismo”, accettazione reciproca, dialogo…). Ancora oggi i rapporti tra queste diverse scienze in ordine alla catechesi non sempre sono cordiali: va favorito sempre di più il dialogo interdisciplinare aperto a esiti transdisciplinari.

Un secondo aspetto emerso riguarda il rapporto fede e cultura e, oggi, sempre di più, intercultura, esposto periodicamente al rischio di prospettive unilaterali ed escludenti.

Lo sguardo sul presente ha messo in luce alcune delle principali sfide per la catechesi oggi. Tra queste:

  • La necessità di un chiarimento terminologico per evitare il rischio di confusione teorica e di disorientamento nella pratica;
  • La consapevolezza dell’esistenza di diverse interpretazioni della situazione missionaria “attuale” con la necessità di un attento discernimento sulle provocazioni che provengono dalla cultura oggi;
  • La necessità per la catechesi di studiare in maniera più approfondita la receptio all’interno del dinamismo traditio-redditio;
  • L’importanza del “contesto” con la consapevolezza di operare in un quadro pluralistico che obbliga a ripensare i compiti della catechesi e il modo in cui essa viene realizzata;
  • L’urgenza di valorizzare sempre di più l’apporto di quello che il Papa chiama “genio femminile”, con le sue sensibilità e prospettive peculiari;
  • L’opportunità di pensare la catechesi in senso generativo.

Dalla relazione principale del prof. Meddi provengono tre indicazioni di cammino:

  • L’educazione va considerata una dimensione costitutiva della catechesi;
  • Il compito educativo della catechesi ha una natura teologico-antropologica e consiste nel favorire la crescita della personalità cristiana;
  • È necessaria un’antropologia catechetica.

Questa mattina abbiamo avuto l’intervento del Card. Angel Artime. Egli ha rievocato la nascita della congregazione salesiana con un atto di educazione alla fede di un giovane, ha ripercorso diverse tappe istruttive nel suo servizio come Rettor maggiore e ha lasciato delle indicazioni per qualificare l’impegno educativo: tra le tante, la centralità dell’educazione alla fede e l’importanza della sinergia operativa per ottenere dei frutti duraturi.

Il terzo momento, forse quello su cui ricadevano le maggiori aspettative, ha voluto spingere lo sguardo sul futuro. Sappiamo bene che non è possibile dare soluzioni definitive – magari! – ma sono state date alcune accentuazioni, che rimandano in qualche modo all’analisi presentata nel giorno precedente:

  • L’importanza di far maturare comunità sinodali e inclusive, capaci di accogliere tutti e di favorirne l’appartenenza e la responsabilità;
  • Favorire nella catechesi un approccio educativo che segue il movimento “dalla vita alla fede alla vita”;
  • Una spiccata attenzione per lo specifico contesto culturale e la persona concreta che si ha davanti;
  • La consapevolezza dell’importanza del ruolo dei media per l’azione di evangelizzazione;
  • La capacità di percorrere vie diverse per la condivisione della fede, che non rimangano ancorate alla sola dimensione cognitiva. Tra queste una via privilegiata è quella dell’arte e del “bello” da essa veicolato;
  • l’importanza della sinergia tra tutte le agenzie educative a favore della crescita integrale delle persone.

I proff. Groomee Fossion, rispettivamente relatore e discussant in questo terzo momento, hanno stilato un elenco di condizioni che rendono possibile la qualificazione di una catechesi “educativa”: sarà opportuno rileggere con attenzione le loro riflessioni. L’intervento della prof.ssa Mohoric richiama.

In conclusione, vorrei indicare alcuni elementi qualificanti che caratterizzano l’Istituto e sono stati presenti anche nel Simposio:

  • La scelta di sottolineare nella proposta formativa accademica l’attenzione alla dimensione educativa della catechesi, che è diventata edu-comunicativa a partire dal 60° dell’istituto, non in contrapposizione ma a integrazione della dimensione teologica che innerva a sua volta la catechesi.
  • La forte interdisciplinarità che caratterizza i corsi, favorita dal fatto che la catechesi è scienza di confine; qui hanno parlato persone che sono competenti in scienze diverse ma che hanno voluto dare un apporto dal loro punto di vista
  • L’attenzione alla realtà e nello specifico ai contesti concreti che necessita di un approccio interculturale; la provenienza degli studenti da diverse aree geografiche del mondo lo dice in maniera esplicita;
  • Lo sguardo verso il futuro, con la partecipazione attiva di tanti studenti, soprattutto dottorandi, che hanno un contributo di idee e presentato provocazioni lungo tutto l’itinerario di preparazione del Simposio. Ma anche con la presenza in sala e i diversi interventi che sono stati fatti.
  • Inoltre, l’attenzione alla storia, maestra di vita. In occasione del Simposio, è stata allestita pure una mostra che vi invito a visitare prima di rientrare nelle proprie case.

Il Simposio – è stato detto – è un punto di arrivo ma anche un punto di partenza: sono numerose le sollecitazioni che portiamo via al rientro nei nostri ambienti. Il simposio è stato anche un’occasione di incontro e di conoscenza interpersonale. È pure questa una ricchezza che non va trascurata.

È stata un’esperienza bella, spero per tutti. Il grazie dell’Istituto a tutti coloro che l’hanno resa possibile: ai relatori ma anche a tutti voi che avete partecipato in presenza oppure online; agli studenti che hanno collaborato fattivamente, a coloro che hanno lavorato dietro le quinte e, perché no, ai membri dell’Istituto che si sono impegnati per rendere possibile l’evento.

Di cuore, il nostro grazie a tutti: Grazie!

Ubaldo Montisci

ARTICOLO sul BOLLETTINO SALESIANO:

FOTO RICORDO DELL’EVENTO

Simposio Internazionale di Catechetica. La dimensione educativa della catechesi

Scarica il Programma del Simposio 

Segui la diretta streaming (clicca sulla sessione)

L’evento è gratuito ed è previsto il collegamento online

Attenzione: anche per chi segue il Simposio online è necessario compilare la scheda d’iscrizione


Relazioni Simposio:


8 – 9 novembre 2024 in Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 – 00139 Roma (RM) Italia

L’Istituto di Catechetica (ICa), la cui nascita risale all’A.A. 1953/54, festeggia il suo 70° di vita. Nel 2023, tra le tante iniziative ordinarie e straordinarie, la rivista on line “Catechetica ed Educazione” ha pubblicato diversi contributi che nel loro insieme fanno memoria dei settant’anni di vita e di attività dell’ICa, in particolare dell’ultimo ventennio.
Richiamando il Convegno in occasione del 60° (15-16 maggio 2015) imperniato sul tema della catechesi come comunicazione nell’era digitale e del conseguente “cambio di paradigma”, il Simposio dell’8-9 novembre 2024 intende soffermare l’attenzione sulla dimensione educativa della catechesi.

Alcune informazioni importanti:

La scadenza delle prenotazioni al Simposio è prorogata fino alla fine del mese corrente

L’eventuale rimborso dei costi avverrà al termine dell’evento

Per ulteriori informazioni chiamare al: 375.6427896

Scarica il dépliant:

Notizie del Simposio

1° CORSO DI FORMAZIONE per Équipe, Operatori Pastorali ed Educatori

Siamo lieti di comunicare che è in partenza il “1° CORSO DI FORMAZIONE per Équipe e Operatori Pastorali ed Educatori dei vari servizi che lavorano nell’ambito dell’inclusione e della disabilità”, promosso dall’Istituto di Catechetica (ICa) della Facoltà di Scienze dell’Educazione (FSE) dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), in collaborazione con il Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana.

Il Corso si svolgerà dal 13 novembre 2024 al 30 giugno 2025.  Le lezioni saranno online in modalità asincrona, accessibili in LIS e con sottotitolazione.

È previsto un incontro introduttivo online il 13 novembre p.v., dalle ore 17:30 alle ore 19:30, anch’esso accessibile in LIS e con sottotitolazione, per la presentazione dei contenuti del Corso e le istruzioni sulle modalità di utilizzo della piattaforma.

Alleghiamo il programma con le rispettive indicazioni per effettuare l’iscrizione, la quale sarà consentita entro e non oltre il 3 novembre 2024.

A seguire un video promozionale accessibile relativo al Corso:

https://youtube.com/watch?v=P83gIJpK4B4%3Fsi%3Dkprty_Sn7-c540g3

Per maggiori informazioni potete contattare la Segreteria Organizzativa della Facoltà di Scienze dell’Educazione al seguente indirizzo email: formazione.disabili@unisal.it.

ALLEGATI