Religione e cultura: prove di epistemologia per l’IRC

Dicembre, 2024. Il nuovo numero della rivista online dell’Istituto di Catechetica


Editoriale

L’Insegnamento della religione cattolica (IRC) è per definizione, per statuto e per convinzione dei docenti una disciplina scolastica. Senza negare la necessità di un aggiornamento continuo delle abilità metodologico-didattiche degli Insegnanti di religione (IdR), l’attenzione dei contributi raccolti nel presente numero di “Catechetica ed Educazione” è volutamente spostata sulla dimensione epistemologica dell’IRC, recuperando una vecchia tradizione dell’Istituto di Catechetica (ICa) che già nel secolo scorso ha promosso un ampio dibattitto sull’identità dell’IRC e sulle modalità della sua attuazione didattica.

L’intenzione è di calarsi nell’area fondativa della disciplina, in quel territorio di retrovia, in quei punti di appoggio che, sebbene celati alla vista, sono determinanti per reggere il peso dell’intera struttura. Fuor di metafora, si vuole analizzare quel tessuto connettivo che a ben vedere permette di collocare in un orizzonte di significato, costruire motivazioni, sorreggere e purificare intenzioni, dare garanzia di
radici affondate in un terreno solido e condiviso, da cui muovere per affrontare la quotidianità del presente e immaginare un futuro appropriato e significativo.
Si parla di prove di epistemologia e non di itinerari o percorsi, proprio per lasciare il campo aperto e non indicare un tragitto definito. In effetti, viviamo un momento storico-culturale che ci chiama a riconsiderare le certezze, magari a metterle in discussione, a vagliare le auctoritates del nostro ambito di studio e di
lavoro e riformulare, aggiornandole, le convinzioni di base. Per questo non è un caso che i due poli della riflessione proposta siano precisamente religione e cultura, considerati non come nuclei tematici assoluti bensì come energie sorgive dal cui intreccio scaturisce l’IRC che – in quanto disciplina scolastica – è una mediazione didattica di approccio a un aspetto della realtà e a una dimensione della cultura, la religione per l’appunto.
Sia da un punto di vista istituzionale che da un punto di vista pratico, l’IRC è di fatto l’unico presidio di cultura religiosa negli ambienti scolastici italiani. Ne deriva una grande responsabilità sia per rispettare i parametri concordatari che per assicurare una legittimità scientifica e pedagogica. Pensiamo perciò a una epistemologia non solo astrattamente teorica ma messa a confronto con l’attuale ordinamento ministeriale in Italia, per verificare quanto sia presente o quanto sia assente un taglio culturale nell’IRC concretamente vissuto nelle aule scolastiche. Su questa tematica si è svolto un seminario di studio nel gennaio 2024, i cui interventi (Cicatelli, Montagnini, Zini, Padula e Carnevale), revisionati e ampliati, sono riprodotti in questo fascicolo.

Un ulteriore contributo di riflessione è offerto dall’articolo di Giuliana Migliorini e dalla presentazione di un’indagine sugli IdR di Anna Peron, entrambe partecipanti al Seminario. Il saggio di Sergio Cicatelli introduce e fonda la riflessione sull’epistemologia dell’IRC, volendo riaprire una discussione che ha conosciuto una stagione di confronto assai ricco e vivace negli scorsi anni Settanta e Ottanta. L’Autore
propone che l’IRC possa essere inteso principalmente come cultura religiosa, perché la dimensione religiosa della cultura è oggetto di attenzione e mediazione scolastica accanto e a prescindere dalle singole appartenenze confessionali. Dai concetti di cultura (come mondo vitale) e di religione (come costruzione umana) può scaturire una rivisitazione della natura dell’IRC (capace di parlare alla coscienza
di ogni alunno proprio perché culturale e capace di rimanere fedele al religioso perché fedele all’umano), che lo colloca tra gli strumenti privilegiati di conoscenza scolastica trasversale e di alfabetizzazione dei cittadini.
L’intervento di Flavia Montagnini rilegge il rapporto Vangelo-educazione culturale, legandolo a questioni specifiche che possono interessare l’IdR (risonanza pedagogica e antropologico-esistenziale della cultura religiosa cristiana a scuola). La riflessione sull’epistemologia di una disciplina corre sempre il rischio di essere relegata nell’ambito accademico, se l’insegnante non è capace di immaginare che diventi pratica quotidiana nelle aule. La domanda se l’IRC possa realmente essere offerto agli alunni come cultura religiosa secondo i principi della didattica disciplinare trova risposta affermativa ancorandosi alla professionalità dell’IdR. Il rispetto per l’epistemologia dell’IRC implica un’azione di insegnamento che fa propri alcuni assunti pedagogici e li traduce in un’azione didattica coerente, che vive come risorsa la diversità dei singoli docenti nella gestione dell’aula, dal punto di vista relazionale, didattico ed organizzativo.
La sezione dedicata agli Approfondimenti prende corpo grazie a diversi contributi, che mettono in evidenza aspetti filosofici, sociologici e didattici della cultura religiosa calata nella mediazione didattica dell’IRC. Paolo Zini considera possibilità e ambivalenze della cultura come via alla religione e inserisce l’IRC in tale analisi. Il mediatore di senso del quale la religione sembra aver bisogno per rendersi accostabile nello spazio pubblico è la cultura. E la formalità culturale è necessaria per fondare, giustificare, accreditare la legittimità curricolare dell’Insegnamento della Religione perché, a prescindere dalla logica che attraversa ciascuna espressione religiosa ad intra, l’Occidente è ancora vincolato alle prescrizioni illuministiche. Sotto questa luce, l’IRC forse vivrebbe l’imbarazzante situazione di una disciplina dall’oggetto formale che contrasta quello materiale e viceversa, perché la pretesa religiosa del Cristianesimo collide con i parametri dell’Occidente contemporaneo, che decidono cosa sia cultura e
quale sia la sua legittima espressione. L’IRC sembra qualificarsi come evento didattico indispensabile non solo per il rilievo storico del suo oggetto, ma come istanza critica di tutto il sapere che abita e anima in forme diverse ogni perimetro didattico. La domanda religiosa illumina la parzialità del materiale rispetto agli aneliti più profondi dell’animo umano. Davanti alle possibilità culturali la domanda religiosa svela il desiderio escatologico della persona, che azzarda l’approdo alla sfera dell’ultramondano. E considerare la via della speranza – nella sua inaudita incarnazione cristiana – è forse, prima di un’opportunità, un diritto
della coscienza di chi più o meno consapevolmente frequenta la scuola per imparare la vita.
La presa di coscienza che cultura e religione si muovono tra incertezza e complessità è l’assunto su cui si basa l’argomentazione del sociologo Massimiliano Padula. La religione si configura come un fatto sociale e il suo insegnamento rientrerebbe nel novero delle prassi, peraltro garantito e protetto da una struttura
giuridica definita dal Concordato. L’abbinamento dell’IRC alla categoria di “cultura religiosa”, mantenendo il discorso nei termini avalutativi della visione sociologica, riesce a garantire all’insegnamento la prospettiva epistemologica necessaria per consentirgli di posizionarsi efficacemente in uno scenario non solo secolarizzato e plurale, ma oramai di “neo-cristianesimo” o “cristianesimo di ritorno”, per cui l’Europa tende a diventare terreno di sviluppo di pratiche e format ecclesiali d’intonazione evangelico pentecostale.
E dunque, l’IRC può fare cultura religiosa? Cristina Carnevale cerca di mettere a confronto la prospettiva epistemologica proposta con la prassi didattica, con particolare riferimento alla scuola primaria e a quella dell’infanzia, proponendo una serie di esempi desunti dalla pratica didattica pensata in chiave di
cultura religiosa. Ma il punto di partenza è la scelta di considerare la cultura religiosa come incontro col patrimonio letterario-artistico cristiano; come scoperta del patrimonio immateriale legato al Cristianesimo; come condizione personale e religiosa in un contesto di immersione nel digitale; come insieme di conoscenze religiose all’interno di un sapere unitario legato alla vita.

Il metodo ermeneuticoesistenziale e la didattica simbolica risultano traiettorie efficaci non solo in termini
di apprendimento ma anche di definizione di identità, scelta di comportamenti e nascita di atteggiamenti, quindi in termini di configurazione culturale legata al tema religioso.
Quali sono le ragioni educative e culturali, che fanno dell’IRC una disciplina scolastica a pieno titolo? Se il rapporto della religione con la cultura presenta interessanti risvolti sotto il profilo pedagogico e didattico, il Cristianesimo gioca un ruolo decisivo nella configurazione della cultura italiana ed europea.
Giuliana Migliorini, soffermandosi sull’arte come veicolo di espressione dell’esperienza umana e religiosa e come momento qualificante della cultura, evidenzia come proprio il confronto tra produzioni artistiche di differenti ambienti religiosi possa avviare un dialogo costruttivo e aperto con altre esperienze di fede
senza pregiudizi o perdita delle proprie specificità anche per chi non ha alcun legame con la vita religiosa. È altresì importante valorizzare l’accesso artistico alla cultura religiosa, sapendo che la scuola tende ormai a connettersi in modo dinamico all’extrascolastico e a rafforzare le competenze disciplinari in prospettiva
interdisciplinare.
Le prove di epistemologia proposte in questo numero di “Catechetica ed Educazione” si completano con un sondaggio, costruito e realizzato da Anna Peron. Il focus dell’argomentazione circa il rapporto tra religione e cultura si sposta decisamente verso l’IRC, centrando l’attenzione sullo strumento per eccellenza di orientamento della pratica didattica e in cui si evidenziano le scelte culturali e scolastiche in tema di religione, ovvero le Indicazioni Nazionali. Il sondaggio ha voluto mettere in evidenza il livello di conoscenza delle linee-guida da parte di un campione sufficientemente significativo di IdR italiani; trovarne i punti di forza e di debolezza; individuare particolari esigenze formative degli IdR rispetto
alla conoscenza e applicazione delle Indicazioni. Interessanti i suggerimenti per un perfezionamento del documento e l’emergere di un bisogno di formazione, che riguarda non solo la conoscenza delle Indicazioni Nazionali, ma aspetti metodologici, docimologici, pedagogici e il tema biblico in particolare, tra i nuclei tematici.
Certamente emerge la necessità di revisionare una pedagogia condivisa in chiave di progettazione per competenze e un adeguamento ai tempi attuali della visione del fenomeno religioso.


“La dimensione educativa della catechesi”. Le relazioni di fondo del Simposio
Si è voluto dedicare una seconda parte del fascicolo all’evento che ha concluso l’anno dedicato a celebrare i settant’anni di vita dell’ICa (1953-54/2023-24): il Simposio internazionale di catechetica “La dimensione educativa della catechesi”.
L’incontro si è svolto nella sala J.E. Vecchi dell’Università Pontificia Salesiana (Roma) l’8-9 novembre 2024 e ha visto la partecipazione in presenza di un centinaio di catecheti, pastoralisti e pedagogisti, mentre diversi altri studiosi erano collegati online dalle loro sedi nei vari continenti. Dopo aver portato l’attenzione sulla dimensione comunicativa della catechesi, in occasione del 60° anniversario
della sua fondazione, l’ICa ha scelto in questa circostanza di concentrare la riflessione sulla dimensione educativa di questa disciplina, cioè la prospettiva che da sempre ne ha caratterizzato l’approccio.
Del denso programma si riportano qui esclusivamente le relazioni principali che hanno introdotto ciascuno dei tre “sguardi” con cui si è voluto esaminare il rapporto tra catechesi ed educazione: quello storico retrospettivo, quello che si posa sulla situazione attuale e quello che si spinge verso il futuro. Le tre relazioni hanno avuto ciascuna la reazione di diversi discussant e hanno dato vita a un confronto
appassionato e stimolante tra gli esperti. Si spera di raccogliere in un unico volume di prossima pubblicazione l’insieme di contributi scritti e di riflessioni emerse durante il Simposio.
La relazione del catecheta francese Joël Molinario ha approfondito la relazione tra la catechesi e l’educazione così come si è sviluppata nel passato. La ricognizione ha permesso di constatare la differenza tra le epoche storiche in riferimento all’educazione alla fede dei battezzati. L’Autore ha concentrato la sua
riflessione sull’epoca moderna e si è soffermato, in particolare, su tre momenti determinanti: l’affermarsi dello strumento “catechismo” nel XVI secolo, fatto che non può essere compreso appieno se non lo si colloca nel contesto dell’Umanesimo rinascimentale e della sua preoccupazione per l’educazione; la nascita e lo sviluppo del “movimento catechistico” che prende le mosse dalla riflessione
sull’insegnamento catechistico nel XIX secolo con il bisogno sentito di rinnovare i metodi e che deve confrontarsi, al contempo, con l’esigenza in qualche modo contrapposta di precisare i contenuti, anche attraverso la pubblicazione di un catechismo universale; il rinomato intervento del card. Ratzinger a Parigi e Lione del 1983, con le accese polemiche che ne sono seguite. L’Autore conclude ribadendo
l’impossibile separazione tra contenuto e metodo della catechesi e vede nel catecumenato una forma paradigmatica di autentica realizzazione dei processi di educazione nella fede.
L’intervento di Luciano Meddi rivolge lo sguardo sul presente e passa in rassegna le principali “provocazioni” culturali che la catechesi deve oggi fronteggiare sul versante educativo. Il catecheta romano ritiene che il rapporto tra catechesi ed educazione non trovi sufficiente sviluppo nella riflessione catechetica contemporanea. Ciò impedisce la piena valorizzazione di una dimensione che, invece, è connaturale alla catechesi, il cui compito primario è la risposta di fede e la maturazione umano-cristiana del battezzato. Per andare oltre, si impongono dei chiarimenti terminologici, che riguardano soprattutto il significato delle parole socializzazione, educazione e formazione, e vanno operate delle scelte decise:
tra queste ultime la più rilevante e urgente è la necessità di concentrare l’attenzione sulle modalità con cui il battezzato interiorizza il messaggio cristiano e lo testimonia esistenzialmente in maniera consapevole e responsabile. In tutto ciò svolge un ruolo determinante la formazione in vista della maturazione delle competenze per la vita cristiana, che è il compito specifico della catechesi ecclesiale.
Sulla base di tali considerazioni, è possibile riqualificare il curricolo di catechetica.
Il terzo articolo offre una riflessione in chiave prospettica per la catechesi del futuro. Thomas Groome vede nella fedeltà e nella creatività i dinamismi ecclesiali che possono/devono guidare il rinnovamento della catechesi. In particolare, c’è bisogno di una “pratica della sinodalità”, in modo che questa non rimanga una pia intenzione, e la catechesi deve porsi al servizio di questa causa, favorendo la maturazione nei battezzati di una fede viva e di una sensibilità comunionale.
Il compito educativo essenziale della catechesi sarà quello di accompagnare i percorsi di crescita nella fede. Il movimento che ne scaturisce va “dalla vita alla fede alla vita”, dinamismo che è ampiamente illustrato nel contributo e che si basa, sostanzialmente, su una pedagogia partecipativa e conversazionale.


I membri dell’Istituto di Catechetica
catechetica@unisal.it

ACCEDI ALLA RIVISTA ONLINE nella sezione “CATECHETICA ED EDUCAZIONE”

ALLEGATO:

CATECHETICA ED EDUCAZIONE
Rivista «online» dell’«Istituto di Catechetica» della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana di Roma
«Catechetica ed Educazione» è una testata telematica, iscritta al Tribunale di Roma (registrazione n. 151/16 dicembre 2020), che persegue finalità culturali in ambito pedagogico-catechetico
Anno IX Numero 2 – Agosto 2024

Dejad que los niños escuchen mi voz. Subsidios para la familia

Miguel Angel moreno Nuño

La casa editrice PPC ha pubblicato di recente il quarto e ultimo volume della serie Dejad que los niños escuchen mi voz (Lasciate che i bambini ascoltino la mia voce), del salesiano Miguel Ángel Moreno Nuño, docente della Facoltà di Lettere Cristiane e Classiche presso l’UPS. Risorse per la famiglia si presenta come il complemento che ancora mancava nel progetto iniziale della serie per portare la Messa domenicale nella vita quotidiana. Con queste dispense, i genitori, senz’altro i nonni e molto probabilmente anche un fratello riluttante, possono sedersi con il più piccolo della famiglia e, a casa, dopo aver celebrato l’Eucaristia domenicale, prepararsi a giocare e a rinfrescare ciò che hanno ascoltato nella liturgia della Parola, secondo la rinnovata proposta di «lezionario» per le Messe con i fanciulli offerta dall’autore. Si chiude così il cerchio iniziato con la Proposta di letture (volumi 1 e 2) e proseguito con le Risorse per la celebrazione (volume 3).

Infatti, il progetto Dejad que los niños escuchen mi voz è offerto a sacerdoti, catechisti ed educatori alla fede come una proposta sistematica di letture bibliche e sussidi per le Messe con i fanciulli. Organizzato secondo un doppio approccio liturgico e kerigmatico, raccoglie e aggiorna il meglio del Lezionario IX (pubblicato dalla Conferenza Episcopale Spagnola nel 1984) e anche di quello pubblicato ad experimentum dai vescovi italiani nel 1976. In questo modo, vuole essere una risposta rispettosa ai processi intrapresi a partire dagli anni del rinnovamento liturgico conciliare, nutrita dai suggerimenti emersi da una solida ricerca catechetica e liturgica e adattata alle circostanze attuali dei bambini e delle loro famiglie.

I quattro volumi sono stati pubblicati da PPC e sono in vendita onlinehttps://www.ppc-editorial.com/autores/miguel-angel-moreno-nuno

Resumen

Como «fuente y culmen de la vida cristiana» definió el Concilio Vaticano II la eucaristía. Lo que pasa es que «la vida cristiana» se desarrolla de domingo a domingo, desde que nos levantamos hasta que nos acostamos: sin compartimentos estancos, sin paréntesis. Sin hacer que la misa sea una más entre las miles de actividades (colegio, comedor, extraescolares, merienda, deberes, cena) que se
suceden en la apretada, ¡y estresada!, agenda de cualquiera de nuestros niños.
El cuarto y último volumen de DEJAD QUE LOS NIÑOS ESCUCHEN MI VOZ está pensado, pues, como complemento necesario para llevar la misa dominical a la vida diaria. El volumen recoge una colección de actividades, juegos, crucigramas y jeroglíficos para realizar en casa. No faltan los vídeos de dibujos animados y las canciones religiosas. ¡Y más de una agradable sorpresa! La propuesta está pensada para que los padres, muy posiblemente también los abuelos #y, a buen seguro, incluso algún hermano reticente#, se sienten con el más pequeño de la familia y, en casa, tras haber celebrado la eucaristía dominical, se dispongan a jugar y a refrescar lo escuchado en la liturgia de la Palabra del domingo. Así se cierra el círculo empezado en la propuesta de lecturas (volúmenes 1 y 2 de esta serie) y continuado por los recursos para la celebración (volumen 3).

Características

Autor

Miguel Ángel Moreno Nuño

Ppc editorial Fecha de lanzamiento

13/11/2024 EAN

9788428841214 ISBN

Considerazioni sul Simposio Internazionale di Catechetica

Siamo giunti al termine di questa esperienza del Simposio, che si colloca accanto a diverse altre iniziative messe in campo dall’Istituto di Catechetica per celebrare i suoi settant’anni di vita. Ce le ha ricordate il direttore dell’Istituto, prof. Giuseppe Ruta:

  • Una sezione dedicata alle persone e alle attività dei membri dell’Istituto sul periodico “Catechetica ed educazione” nei tre numeri annui. È tutto disponibile gratuitamente sul sito online dell’Istituto.
  • Un’indagine tra gli ex-allievi degli ultimi 20 anni («La competenza riconsiderata») che ha voluto verificare luci e ombre nella proposta formativa dell’Istituto per tentare di qualificarla ulteriormente;
  • L’intervista ai catecheti dei cinque continenti sul tema dell’educazione, che avete trovato in cartella nell’apposito fascicolo.

Il Simposio è stato articolato in tre momenti, tre “sguardi” sul passato, presente e possibile futuro della dimensione educativa nella catechesi.

Lo sguardo retrospettivo ha permesso di constatare ancora una volta la differenza tra le epoche storiche in ordine all’educazione della fede, caratterizzata da un certo periodo in avanti dallo strumento “catechismo”.

Tra i tanti elementi messi in risalto, forse ce n’è uno in particolare che merita di essere ancora approfondito ed è quello che riguarda il rapporto tra teologia e le scienze umane: una relazione che ha avuto lungo la storia modalità diverse di realizzazione (competizione, esclusione vicendevole, “concordismo”, accettazione reciproca, dialogo…). Ancora oggi i rapporti tra queste diverse scienze in ordine alla catechesi non sempre sono cordiali: va favorito sempre di più il dialogo interdisciplinare aperto a esiti transdisciplinari.

Un secondo aspetto emerso riguarda il rapporto fede e cultura e, oggi, sempre di più, intercultura, esposto periodicamente al rischio di prospettive unilaterali ed escludenti.

Lo sguardo sul presente ha messo in luce alcune delle principali sfide per la catechesi oggi. Tra queste:

  • La necessità di un chiarimento terminologico per evitare il rischio di confusione teorica e di disorientamento nella pratica;
  • La consapevolezza dell’esistenza di diverse interpretazioni della situazione missionaria “attuale” con la necessità di un attento discernimento sulle provocazioni che provengono dalla cultura oggi;
  • La necessità per la catechesi di studiare in maniera più approfondita la receptio all’interno del dinamismo traditio-redditio;
  • L’importanza del “contesto” con la consapevolezza di operare in un quadro pluralistico che obbliga a ripensare i compiti della catechesi e il modo in cui essa viene realizzata;
  • L’urgenza di valorizzare sempre di più l’apporto di quello che il Papa chiama “genio femminile”, con le sue sensibilità e prospettive peculiari;
  • L’opportunità di pensare la catechesi in senso generativo.

Dalla relazione principale del prof. Meddi provengono tre indicazioni di cammino:

  • L’educazione va considerata una dimensione costitutiva della catechesi;
  • Il compito educativo della catechesi ha una natura teologico-antropologica e consiste nel favorire la crescita della personalità cristiana;
  • È necessaria un’antropologia catechetica.

Questa mattina abbiamo avuto l’intervento del Card. Angel Artime. Egli ha rievocato la nascita della congregazione salesiana con un atto di educazione alla fede di un giovane, ha ripercorso diverse tappe istruttive nel suo servizio come Rettor maggiore e ha lasciato delle indicazioni per qualificare l’impegno educativo: tra le tante, la centralità dell’educazione alla fede e l’importanza della sinergia operativa per ottenere dei frutti duraturi.

Il terzo momento, forse quello su cui ricadevano le maggiori aspettative, ha voluto spingere lo sguardo sul futuro. Sappiamo bene che non è possibile dare soluzioni definitive – magari! – ma sono state date alcune accentuazioni, che rimandano in qualche modo all’analisi presentata nel giorno precedente:

  • L’importanza di far maturare comunità sinodali e inclusive, capaci di accogliere tutti e di favorirne l’appartenenza e la responsabilità;
  • Favorire nella catechesi un approccio educativo che segue il movimento “dalla vita alla fede alla vita”;
  • Una spiccata attenzione per lo specifico contesto culturale e la persona concreta che si ha davanti;
  • La consapevolezza dell’importanza del ruolo dei media per l’azione di evangelizzazione;
  • La capacità di percorrere vie diverse per la condivisione della fede, che non rimangano ancorate alla sola dimensione cognitiva. Tra queste una via privilegiata è quella dell’arte e del “bello” da essa veicolato;
  • l’importanza della sinergia tra tutte le agenzie educative a favore della crescita integrale delle persone.

I proff. Groomee Fossion, rispettivamente relatore e discussant in questo terzo momento, hanno stilato un elenco di condizioni che rendono possibile la qualificazione di una catechesi “educativa”: sarà opportuno rileggere con attenzione le loro riflessioni. L’intervento della prof.ssa Mohoric richiama.

In conclusione, vorrei indicare alcuni elementi qualificanti che caratterizzano l’Istituto e sono stati presenti anche nel Simposio:

  • La scelta di sottolineare nella proposta formativa accademica l’attenzione alla dimensione educativa della catechesi, che è diventata edu-comunicativa a partire dal 60° dell’istituto, non in contrapposizione ma a integrazione della dimensione teologica che innerva a sua volta la catechesi.
  • La forte interdisciplinarità che caratterizza i corsi, favorita dal fatto che la catechesi è scienza di confine; qui hanno parlato persone che sono competenti in scienze diverse ma che hanno voluto dare un apporto dal loro punto di vista
  • L’attenzione alla realtà e nello specifico ai contesti concreti che necessita di un approccio interculturale; la provenienza degli studenti da diverse aree geografiche del mondo lo dice in maniera esplicita;
  • Lo sguardo verso il futuro, con la partecipazione attiva di tanti studenti, soprattutto dottorandi, che hanno un contributo di idee e presentato provocazioni lungo tutto l’itinerario di preparazione del Simposio. Ma anche con la presenza in sala e i diversi interventi che sono stati fatti.
  • Inoltre, l’attenzione alla storia, maestra di vita. In occasione del Simposio, è stata allestita pure una mostra che vi invito a visitare prima di rientrare nelle proprie case.

Il Simposio – è stato detto – è un punto di arrivo ma anche un punto di partenza: sono numerose le sollecitazioni che portiamo via al rientro nei nostri ambienti. Il simposio è stato anche un’occasione di incontro e di conoscenza interpersonale. È pure questa una ricchezza che non va trascurata.

È stata un’esperienza bella, spero per tutti. Il grazie dell’Istituto a tutti coloro che l’hanno resa possibile: ai relatori ma anche a tutti voi che avete partecipato in presenza oppure online; agli studenti che hanno collaborato fattivamente, a coloro che hanno lavorato dietro le quinte e, perché no, ai membri dell’Istituto che si sono impegnati per rendere possibile l’evento.

Di cuore, il nostro grazie a tutti: Grazie!

Ubaldo Montisci

ARTICOLO sul BOLLETTINO SALESIANO:

FOTO RICORDO DELL’EVENTO

Simposio Internazionale di Catechetica. La dimensione educativa della catechesi

Scarica il Programma del Simposio 

Segui la diretta streaming (clicca sulla sessione)

L’evento è gratuito ed è previsto il collegamento online

Attenzione: anche per chi segue il Simposio online è necessario compilare la scheda d’iscrizione


Relazioni Simposio:


8 – 9 novembre 2024 in Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 – 00139 Roma (RM) Italia

L’Istituto di Catechetica (ICa), la cui nascita risale all’A.A. 1953/54, festeggia il suo 70° di vita. Nel 2023, tra le tante iniziative ordinarie e straordinarie, la rivista on line “Catechetica ed Educazione” ha pubblicato diversi contributi che nel loro insieme fanno memoria dei settant’anni di vita e di attività dell’ICa, in particolare dell’ultimo ventennio.
Richiamando il Convegno in occasione del 60° (15-16 maggio 2015) imperniato sul tema della catechesi come comunicazione nell’era digitale e del conseguente “cambio di paradigma”, il Simposio dell’8-9 novembre 2024 intende soffermare l’attenzione sulla dimensione educativa della catechesi.

Alcune informazioni importanti:

La scadenza delle prenotazioni al Simposio è prorogata fino alla fine del mese corrente

L’eventuale rimborso dei costi avverrà al termine dell’evento

Per ulteriori informazioni chiamare al: 375.6427896

Scarica il dépliant:

Notizie del Simposio

Vademecum 2024-2025


Carissimi Allievi e Allieve,
da alcuni anni, il GGC ha proposto un sussidio per il Vostro percorso di studio e di specializzazione, un Vademecum che possa risultare utile soprattutto per i lavori scritti e le tesi. Grazie anche all’apporto dei Docenti e di alcuni di voi, si è potuto migliorare questo breve e lineare quadro di riferimento generale (con i profili professionali relativi ai curricula di catechetica ed educazione religiosa) insieme a delle indicazioni pratiche per lo studio, la ricerca e la redazione degli elaborati.
Sono sempre validi e imprescindibili l’accompagnamento dei Docenti e la disponibilità durante le lezioni e nell’orario di appunta-mento, come si ritiene da voi acquisita la competenza metodologica della ricerca e del lavoro scientifico. Rimane comunque un punto di riferimento, per alcune scelte e dubbi da chiarire, il testo di José Manuel PRELLEZO – Jesús Manuel GARCÍA, Invito alla ricerca. Metodologia e tecniche del lavoro scientifico, LAS, Roma 42007. La metodicità, la rigorosità, la linearità argomentativa e la coerenza richieste nell’applicazione della metodologia scientifica, oltre a essere una forma di disciplina e di “ascesi”, sono delle virtù essenziali da acquisire e incrementare nel I e II ciclo fino alla completa autonomia degli allievi dai docenti e dai manuali di metodologia del lavoro scientifico.
È vero che nei vari ambiti accademici e universitari vi sono differenti sistemi e modelli di ricerca scientifica e si potrebbero fare altre opzioni, ma la scelta operata dall’ICa è quella di convergere verso uno specifico, ispirato al manuale sopracitato, ufficiale e proposto ai nostri docenti e studenti. Si potrà trovare un riscontro concreto, con qualche variazione, nella rivista “Catechetica ed Educazione” per la quale è applicato il sistema scelto, indicato nelle norme per i Collaboratori e ripreso in questo fascicolo.
Chiedo in anticipo scusa se troverete qualche imprecisione che comunicheremo in qualche modo come “errata corrige”. Rimane sempre la possibilità da parte vostra di dare suggerimenti per il miglioramento del presente sussidio. Ringrazio quanti tra docenti e allievi hanno fatto
4│Vademecum ICa
pervenire osservazioni e correzioni. In questa riedizione del Vademecum rispetto alle precedenti, troverete in più: a p.20, una breve descrizione dei metodi analitici; e a p.37, un modo di citare le risorse dell’IA (Intelligenza Artificiale).
Il Vademecum è un segno del nostro “esservi” accanto, facendoci compagni di viaggio del Vostro percorso di studio, per il consegui-mento di competenze e ai fini di un servizio appassionato e qualificato alla Chiesa e al Mondo.


Buon Anno Accademico 2024-2025!
Roma, 30 ottobre 2024


Prof. Don Giuseppe Ruta
Coordinatore del GGC
e Direttore dell’ICa

1° CORSO DI FORMAZIONE per Équipe, Operatori Pastorali ed Educatori

Siamo lieti di comunicare che è in partenza il “1° CORSO DI FORMAZIONE per Équipe e Operatori Pastorali ed Educatori dei vari servizi che lavorano nell’ambito dell’inclusione e della disabilità”, promosso dall’Istituto di Catechetica (ICa) della Facoltà di Scienze dell’Educazione (FSE) dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), in collaborazione con il Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana.

Il Corso si svolgerà dal 13 novembre 2024 al 30 giugno 2025.  Le lezioni saranno online in modalità asincrona, accessibili in LIS e con sottotitolazione.

È previsto un incontro introduttivo online il 13 novembre p.v., dalle ore 17:30 alle ore 19:30, anch’esso accessibile in LIS e con sottotitolazione, per la presentazione dei contenuti del Corso e le istruzioni sulle modalità di utilizzo della piattaforma.

Alleghiamo il programma con le rispettive indicazioni per effettuare l’iscrizione, la quale sarà consentita entro e non oltre il 3 novembre 2024.

A seguire un video promozionale accessibile relativo al Corso:

https://youtube.com/watch?v=P83gIJpK4B4%3Fsi%3Dkprty_Sn7-c540g3

Per maggiori informazioni potete contattare la Segreteria Organizzativa della Facoltà di Scienze dell’Educazione al seguente indirizzo email: formazione.disabili@unisal.it.

ALLEGATI

Catechesi e Catechetica: ieri, oggi e domani

Intervista a 41 catecheti dei 5 continenti

In prossimità del Simposio Internazionale di Catechetica dell’8-9 novembre 2024, a Roma, sul tema “La dimensione educativa della catechesi”, l’Istituto di Catechetica (ICa) della Facoltà di Scienze dell’Educazione, Università Pontificia Salesiana (FSE, UPS) di Roma, ha pensato bene di “preparare il terreno” e di iniziare a “riscaldare il motori”, inviando a catecheti dei cinque continenti un questionario con sette domande, attinenti alla “catechesi”, con una sottolineatura particolare alla dimensione educativa, in sintonia con il tema del Simposio.

In qualche modo, questa iniziativa si affianca alla ricerca La competenza riconsiderata2 che ha coinvolto gli Exallievi dell’ICa (2000-2020). Sia la ricerca, sia l’intervista sono due modalità che consentono di mantenere il contatto con la realtà e verificare la qualità del servizio accademico di insegnamento e di ricerca che l’ICa ha offerto e continua a proporre alle comunità ecclesiali sparse nel mondo, da poco più di settant’anni.
Sono pervenute alla Direzione dell’ICa 40 interviste in tutto (una condivisa da due catecheti operanti in Tanzania). Un’intervista è frutto di condivisione degli Uffici catechistici a livello nazionale (Australia). Hanno risposto all’invito 41 catecheti, di cui 15 F e 26 M, provenienti dall’Africa (3/4 = 7), dall’America (3/4 = 7), dall’Asia (2/5 = 7), dall’Oceania (2/1 = 3) e dall’Europa (3/5 = 8) a cui vanno aggiunti 9 italiani (2/7 = 9).3 Si tratta di un forum aperto a tutti senza preclusione e casualmente rappresentativo, senza alcuna pretesa di rappresentatività statistica e di ricerca empirica. Non di meno le risposte pervenute offrono un ampio panorama e uno spaccato della situazione e delle prospettive della catechesi oggi.

Alcuni studiosi e studiose di catechetica sono conosciuti a livello internazionale, altri ed altre lo sono di meno: tutti comunque hanno espresso, a partire dalla pro-pria esperienza e competenza, risposte degne di considerazione e di riflessione, alcune più sul versante della teorizzazione, altre su quello della prassi. Il livello minimo richiesto per la partecipazione all’intervista è stato quello di essere in possesso almeno di una licenza o laurea in campo catechetico o di avere almeno una consolidata esperienza catechistica.
La differenziazione maschile e femminile, con una prevalenza numerica dei maschi (26) sulle femmine (15), non va colta in modo discriminante ma complementare, necessaria per un confronto autentico che metta insieme intuizioni della “genialità femminile” (non si dimentichi la preponderanza delle catechiste nella comunità ecclesiale: cf. DC 127-128) e l’apporto che si spera aumenti ma (senza predomini) da parte della “genialità maschile”, che appare preponderante nel campo della scienza catechetica, ma nettamente inferiore nel servizio della catechesi ecclesiale (cf. DC 129).

La provenienza “mondiale” permette, seppur nella immediatezza propria di un’intervista, di cogliere elementi comuni a livello globale, ma anche elementi più localizzati e caratterizzanti in spazi geografici differenti, in questo tempo di ricerca e di forte bisogno di riorientamento.
Le sette domande cercano di cogliere tratti specifici spazio-temporali del trinomio catechesi-educazione-catechetica e sono state inviate, in italiano e in-glese, in due ondate, ai catecheti, exallievi dell’ICa e non, perché rispondessero entro le due scadenze indicate: febbraio e maggio del 2024 (solamente una di esse è pervenuta nel mese di giugno). Il materiale raccolto è il risultato di un’adesione libera, aperta a quanti volessero aderire.

Presentiamo le sette domande dell’intervista, inviate ai catecheti in italiano e inglese, con alcune brevi considerazioni di commento che ne esplicitano l’intenzionalità e la concatenazione. Una breve premessa dava questa breve avvertenza:
Tenendo presente il proprio contesto geografico e culturale, chiediamo di rispondere alle seguenti domande con risposte sintetiche massimo 10 righe (totale caratteri 1.000 – mille – spazi inclusi) per ognuna delle seguenti domande:
1) Quale “memoria” ed “eredità” di catechesi rimane ancora viva e valida per la Chiesa di oggi? Quali gli aspetti propositivi, quali i pesi o gli eventuali intralci o impedimenti?
La prima domanda mira ad una retro-visione della catechesi di oggi, cer-cando di cogliere le immancabili risorse, ma anche le controindicazioni ad un suo sviluppo lineare e promettente nel presente e nel futuro.
2) Come appare oggi la situazione della catechesi nel mondo odierno, in particolare nel vostro contesto di appartenenza? Quale attenzione o disattenzione da parte di pastori e delle comunità cristiane?
Il secondo quesito pone l’attenzione sul momento storico attuale e sul con-testo geografico in cui si vive, cercando di fotografare in poche battute la situa-zione della catechesi e la responsabilità da parte delle comunità cristiane e, a vari livelli, dei loro responsabili.
3) Quale profilo per la catechesi del futuro? Quali sono i rischi da evitare assolutamente e quali risorse da valorizzare come priorità per dare “futuro” alla catechesi?
A partire dai precedenti interrogativi, il terzo mira a valorizzare il patri-monio del passato e del presente, ma soprattutto a guardare avanti, ipotizzando una “nuova” o “rinnovata” catechesi all’altezza del suo compito e delle sfide cul-turali di oggi.
4) Credete che vi siano possibilità di nuovi linguaggi per un’efficace inculturazione della fede nell’antico continente europeo e nel vostro continente di appartenenza? Quali sono le principali risorse e le differenze tra il mondo occidentale e gli altri “mondi”?
Il quarto quesito mira ad approfondire il precedente, guardando ai lin-guaggi antichi e nuovi, confrontando i vari e differenti contesti continentali, co-gliendone sia le potenzialità, sia le limitazioni e diseguaglianze.
5) Si è parlato recentemente di “emergenza educativa” e addirittura di “catastrofe educa-tiva”. Come considerate la dimensione educativa della catechesi e quale contributo può essere dato dalla catechesi ecclesiale alla situazione attuale di “crisi”?
La quinta domanda punta sulla tematica propria del Simposio internazio-nale, chiedendo di mettere in evidenza la considerazione educativa della cate-chesi nel proprio contesto, non solo a livello ecclesiale, ma anche a livello socio-culturale e umanitario.
6) Quali sono le principali tendenze per dare oggi qualità all’identità e alla formazione dei catechisti in particolare e degli operatori pastorali in generale?
L’interrogativo intende mettere a fuoco l’interesse per l’identità e la for-mazione dei catechisti, considerando le principali istanze e tendenze per il mi-glioramento di questo “antico” e prezioso “ministero” per la Chiesa e il mondo.
7) C’è futuro per la catechetica nella comunità scientifica ed ecclesiale? È possibile deli-neare in prospettiva l’identità del catecheta nella Chiesa, nella comunità scientifica e nella società di domani? Quali i tratti caratterizzanti?
L’ultima questione tocca l’aspetto di studio e di ricerca a servizio della fe-deltà creativa e innovativa della catechesi in un’epoca in continuo cambiamento. Si focalizza, infine, sulla figura del “catecheta”, sui tratti di competenza che lo devono caratterizzare nel momento attuale.
Le risposte pervenute sono riportate in “Quaderni di Catechetica ed Educazione» No. 2, in lingua italiana, seguendo l’ordine alfabetico per continente e per autore/autrice. Le 40 interviste possono essere lette di seguito, in verticale, rilevando la originalità di ciascuna, ma, secondo l’utilità, possono essere considerate in orizzontale, leggendo le risposte date dagli intervistati a ciascuna delle sette domande.

Come si potrà notare, le risposte sono differenti per lunghezza e sinteticità, come anche si distinguono per genericità o per la puntigliosa indicazione di alcuni aspetti particolari, rispetto ad altri, ma tutte prendono le mosse dall’esperienza e dalla competenza degli intervistati che si cercherà di non lasciar cadere a vuoto ma di prendere in seria considerazione e mettere in rilievo.
Si rinvia alla conclusione, a fine Quaderno, per alcune osservazioni complessive e generali.
Un grazie sentito va a Nicolò Suffi per la revisione dell’intero quaderno nell’edizione in italiano, mentre per la revisione delle risposte in madrelingua e le traduzioni dall’inglese a Benny Joseph, dal portoghese a José Anibal Men-donça, dallo spagnolo a Francisco Énriquez Zulaica e dal francese a Morand Wirth.

Cogliamo soprattutto l’occasione per ringraziare i quarantuno partecipanti all’intervista e quanti hanno collaborato per la realizzazione di questo dossier che speriamo possa risultare utile per la riflessione presente e per il rilancio futuro della catechesi nelle varie parti del mondo.


I membri dell’Istituto di Catechetica
catechetica@unisal.it

ACCEDI ALLA RIVISTA ONLINE nella sezione “CATECHETICA ED EDUCAZIONE”

Allegato:

Quaderni di Catechetica ed Educazione N. 2 – Supplemento al C&E 9 (2024) 2

“Un altro punto di vista: la forza delle reti comunitarie”

Lunedì 25 novembre 2024 è in programma a Pescara, presso la sede della TUA S.p.A. (Via San Luigi Orione, 4), il 3° Seminario di studio su disabilità e lavoro organizzato da questo Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità, in coedizione con l’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro, dal titolo “Un altro punto di vista: la forza delle reti comunitarie”.

In allegato siamo lieti di pubblicare la locandina contenente il programma dell’evento e il link per effettuare l’iscrizione.

L’iscrizione, obbligatoria per poter partecipare, deve essere effettuata entro e non oltre il 17 novembre 2024e fino ad esaurimento camere per chi desidera pernottare, tramite il seguente link d’iscrizione:

https://iniziative.chiesacattolica.it/SeminarioPescara25.11.2024

L’eventuale pagamento delle quote di partecipazione indicate nel format d’iscrizione può essere effettuato, oltre che sullo stesso portale tramite carta di credito, anche tramite bonifico bancario alle seguenti coordinate:

– Bonifico bancario presso Banca Etica, intestato a:
Conferenza Episcopale Italiana
IBAN: IT 98 J 05018 03200 000010500502
Causale di versamento: Iniziativa 22795, Nome e Cognome

Una volta effettuato il versamento, copia dello stesso deve essere inviata all’indirizzo email di questo Servizio Nazionale (pastoraledisabili@chiesacattolica.it).

Per ulteriori eventuali info:

pastoraledisabili@chiesacattolica.it
unpsl@chiesacattolica.it

ALLEGATI

LIBRO IN EVIDENZA-Rubrica periodica di «Catechetica ed Educazione»

Christoph Theobald, Un concilio in incognito? Il sinodo, via di riconciliazione e creatività, EDB, Bologna 2024, pp. 192.

Christoph Theobald, An Incognito Council? The Synod, a Path to Reconciliation and Creativity, EDB, Bologna 2024, pp. 192.

The Author is a well-known theologian of German origin, resident in Paris, professor at the Centre Sèvres, the Jesuit institute of the French capital. It may be useful to know that many of his works, including this one, have been translated into Italian, in particular by EDB (publisher of the Dehonians) of Bologna.

Theobald is recognized for his thinking on ecumenical dialogue and for an innovative vision of the role of the Catholic Church in the contemporary world. He affirms, deepens and disseminates the need for a “synodal” and fraternal Church, in line with the reforms promoted by Pope Francis.

The book we present is easy to read and understand, written in a calm style, well documented on the reality of the Synod in progress without a feeling of hypercriticism of which the synodal work is often criticized and even more ignored.

We note well that the Author does not want to express personal thoughts, but to report and interpret the path of the Synod so far. It includes two stages: the result, from the beginning of the work (2021-2022), is summarized in the first Synod (October 2023); a second stage follows that concludes in the second Synod (October 2024). Theobald obviously cannot speak about this, since his text was written first, but he foresees the tasks in light of the documents gradually published by the Pope and the General Secretariat. Significant conclusions and new proposals for the continuation of the synodal journey are to be expected.

The A.’s vision is already expressed in the title: An incognito council? The synod, a path of reconciliation and creativity. For Theobald, the current synod is not the expiration of a commitment among many synods, usual in the history of the Church. First of all, it has a close connection, indeed by root, with the Second Vatican Council, of which it wants to be an extension, not only aspiring to be understood as a council not declared as such (incognito), but to be so in fact, notably with two of its distinctive traits defined as “path of reconciliation and creativity”, for which the Synod in progress is called by him a path, made of openness and dialogue at a religious and social level, with a profoundly innovative, creative purpose, in view of a new evangelization under the guidance of the Spirit of Jesus (or Holy Spirit) that does not make a new Church, but the same Church renewed as in the origins, “not a different Church, but a different Church”.

Theobald’s book is placed within this framework of ideas. It is 190 pages well structured in six chapters of which we give here, in brief summary, the contents. Essential inspiration comes from the Scriptures as a “missionary travel report” that wants to continue in the Synod and is its soul (chap. 1); the A. the question is asked: “if synodality is a “constitutive dimension of the Church”, how is it constituted?”. The answer is clear and dominant: it is based on Baptism which creates a fraternal equality of the baptized; it takes its orientation and inspiration from Vatican II; for which the Church must always be understood as “people of God” (chap. 2); a clarification on the Synod itself follows: it is an intercontinental and intercultural journey (some experiences in Africa and Europe are reported, seen as “gifts” of the Holy Spirit) (chap. 3); a solid reflection on the soul of the synodal journey could not be missing: “A journey of spiritual and institutional conversion” (chap. 4); in chaps. 5 and 6 the strong points of the first synodal stage are summarized (until October 2024). The task that engages the Church in profoundly reforming itself remains central. Chap. 5 mentions the basic contents and problems: the renewed and indispensable participation of women in the life of the Church; the real involvement of all Christians and not only the clergy; a regained credibility especially with regard to scandals and institutional crises, underlining the importance of a structural and spiritual reform to regain the trust of the faithful; to this end the Church must renew its way of exercising authority, transforming it into an “authority of fraternity”, capable of promoting dialogue and inclusion; the Church should overcome internal and social conflicts through a spirit of brotherhood, thus contributing to cohesion in secular societies. Last but not least, theological science must give its contribution to the elaboration of emerging thoughts and proposals. In chapter 6 Theobald expresses, so to speak, his synodal dream with a statement that he repeats elsewhere: “synodality must be seen within a messianic vision of the world”.

He concludes by asking whether the breadth, novelty and depth of the synod can be outlined as “a council incognito?”. It is a question that, reading the book, sounds like a challenge: who and how can one say no?

 Cesare Bissoli

Istituto di Catechetica, UPS. Roma

Webinar “Rileggere le Indicazioni Nazionali per l’IRC”

Il 27 settembre 2024 dalle ore 17:00 alle 19:00 un webinar sui risultati di un sondaggio tra insegnanti di religione condotto dall’Università Pontificia Salesiana

L’imminente concorso per IdR ha rimesso al centro dell’attenzione le Indicazioni didattiche in vigore per l’Irc in ogni ordine e grado di scuola, dato che il programma d’esame ne prevede una precisa e approfondita conoscenza. Nel quadro del percorso di riflessione e formazione che l’Istituto di Catechetica dell’Università Salesiana ha recentemente avviato sull’epistemologia dell’IRC e sulla sua impostazione culturale si colloca il Webinar sul tema Rileggere le Indicazioni Nazionali. Risultati di un sondaggio tra IdR, che si svolgerà il prossimo 27 settembre dalle ore 17:00 alle 19:00.

Le Indicazioni attualmente in vigore per l’Irc sono uno strumento di lavoro imprescindibile per ogni IdR e sono sicuramente conosciute, ma forse proprio per la loro presenza consolidata (risalgono al 2010 quelle per infanzia e primo ciclo e al 2012 quelle per il secondo ciclo) possono aver perso un po’ del loro significato originario, superato da una prassi didattica spesso attenta più alla traduzione operativa che al senso della proposta complessiva. Il Webinar vuole quindi offrire elementi per promuovere una riflessione articolata sull’impostazione delle Indicazioni e sulla loro collocazione all’interno del complessivo curricolo scolastico (“nel quadro delle finalità della scuola”), dando vita a un confronto sull’attualità delle Indicazioni stesse e sulla tenuta della loro impostazione culturale.

Punto di partenza sarà la presentazione dei risultati di un sondaggio, realizzato nello scorso mese di giugno tra IdR in servizio in tutta Italia. Seguirà una lettura dei risultati da parte di alcuni Docenti ed Esperti a partire dal loro specifico punto di osservazione di insegnamento della materia e di ricerca.

La partecipazione al Webinar è gratuita. Sarà possibile collegarsi utilizzando il seguente link: https://youtube.com/live/bx1mzztIhW4?feature=share