“Cultura Digitale e IRC. Opportunità e criticità” il nuovo numero della rivista «CATECHETICA ED EDUCAZIONE»

Editoriale:

I tratti che caratterizzano la nostra contemporaneità comunicativa ci interpellano nella quotidianità scolastica, spesse volte ci mettono in difficoltà, forse ci infastidiscono. Nella scuola sicuramente chiedono il contributo di tutti gli insegnanti all’esperienza di apprendimento-insegnamento, dunque anche quello specifico degli Insegnanti di Religione Cattolica (IdR). E se la scuola tenta di cambiare a contatto con le nuove istanze, come può muoversi l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC)? Per decidere da che parte stare, è necessario interpre-tare, interpretarsi e sapere dove si vuole andare.
D. Lorenzo Milani – di cui abbiamo celebrato quest’anno il centenario della nascita – affermava che non si può educare se non si sa cosa accade nella società e nella politica. Non è possibile formare le persone senza essere coscienti di ciò che succede e soprattutto senza decidere da che parte stare.
Il presente numero di Catechetica ed Educazione, che alla fine di ogni annata dedica i suoi contributi all’IRC, raccoglie i risultati del percorso di riflessione e confronto promosso dall’Istituto di Catechetica nell’anno accademico 2022-2023, concretizzatosi in un Seminario di studio e un Webinar di aggiornamento per IdR di ogni ordine e grado scolastico a livello nazionale.

L’intento di riattivare un lungo e fecondo impegno di ricerca a favore dell’IRC e dei suoi docenti coincide con le celebrazioni del 70° anniversario di fondazione dell’Istituto, di cui si trova testimonianza nella sezione a esso dedicata, con la documentazione già avviata nei numeri precedenti dell’annata.
Punto di partenza cronologico del percorso è il Seminario di studio del mese di novembre 2022 sui bisogni formativi degli IdR, animato dai due inter-venti di Fabio Landi e Francesca Romana Busnelli, raccolti in Appendice. Il primo, dopo aver sottolineato l’urgenza di superare l’isolamento in cui spesso gli IdR si trovano ad operare, prende in esame uno dei temi formativi più significativi e attuali ovvero la sintesi tra vita, cultura e fede. La seconda offre spunti per considerare diversi approcci metodologici, in grado di orientare la costruzione di percorsi formativi per adulti, a partire dalle proprie scelte teoriche e assiologiche.
A partire da questi stimoli, volendo pensare a una formazione di adulti che insegnano religione, il tema della “cultura digitale” è parso di particolare attualità ed efficacia, affrontato attraverso una descrizione di scenario e prospettive, seguiti dall’offerta di un’interpretazione da più angolazioni disciplinari.
Portare i giovani dalle communities alla comunità è impegno educativo indispensabile, che coinvolge anche gli IdR, chiamati a interessarsi non solo al mondo dei social media in quanto strumenti di nuova comunicazione, ma anche alle logiche sottese al loro funzionamento, dunque allo scenario culturale che i mezzi ridisegnano. Lo afferma Fabio Pasqualetti nel saggio che presenta il contenuto del suo intervento al Webinar tenutosi il 31 marzo 2023 e recante lo stesso titolo del presente quaderno di Catechetica ed Educazione.

Anche Renato Butera è intervenuto nel medesimo Webinar, attivando l’attenzione degli IdR sulla possibilità e opportunità dell’impiego dell’audiovisivo nell’attività didattica. Pari-menti l’attenzione è centrata sulle caratteristiche della narrazione e della serialità che sottostanno alle dinamiche della produzione audiovisiva, all’interno dei tratti generali del mondo comunicativo contemporaneo. Per rispondere alle domande sorte in queste prime iniziative formative è stato costruito un percorso di appro-fondimento cui hanno contribuito gli autori dei saggi successivi, che descrivono la complessità del contesto comunicativo contemporaneo.
Che sia necessario circoscrivere uno scenario culturale, in cui possano trovar posto prospettive interpretative e operative, è testimoniato dal saggio di Massimiliano Padula. Variabili socio-culturali qualificano le tendenze digitali e le possibilità create dalla connettività globale sfidano il modo consueto di intendere cultura e società. L’analisi del consumo mediatico dei ragazzi convince del fatto che vada superata la visione di sistemi tecnici chiusi e omogenei, dato che il social networking è solo un aspetto di un sistema aperto e dinamico.

Piero Polidoro, a sua volta, ferma l’attenzione attorno ai concetti chiave che animano la discussione in merito a come i media digitali modificano la nostra esperienza, partendo dalla consapevolezza che è in realtà la “computation” e non il “carattere digitale” dei media a produrre effetti sociali dirompenti. Appare necessario che i risultati delle ricerche quantitative siano intrecciati con quelli di ricerche qualitative e – ancor più – entrambe siano guidate da una comprensione sistematica del mondo. La differenza principale non sta tanto tra coloro che ritengono l’impatto dei media computazionali come decisivo o irrilevante, quanto tra coloro che ritengono i nuovi processi comunicativi fenomeni orientabili oppure ineluttabili.
Apre lo spazio dell’interpretazione interdisciplinare Claudia Caneva, che nota come la tecnologia diventi sempre più totalizzante e immersiva, al punto che i sistemi computazionali stanno esprimendo una vocazione inedita: quella di “enunciare la verità”. È all’orizzonte una mutazione antropologica? Nuove povertà (gamification e hikikomori) richiamano l’attenzione sul fatto che sia necessario porsi e risolvere l’interrogativo. Il tema della coscienza e della sua educazione rimane decisivo, poiché attraverso di essa si sviluppa la consapevolezza riflessiva – cognitiva ed etica – che caratterizza l’essere umano; anche emozioni e senti-menti non sono surrogabili elettronicamente perché sono risposte interpretative e valutative agli stimoli che esprimono la relazione col mondo.
Proseguendo nella rassegna dei vari approcci disciplinari, c’è da chiedersi anche in che modo la teologia sia sfidata dalle nuove tecnologie. Marco Tibaldi ritiene che una teologia che accolga l’appello proveniente dalla galassia digitale debba potenziare una capacità “teosemiotica”, ovvero discernere e interpretare i codici comunicativi del web per procedere a una vera e propria inculturazione del kerygma. Per raggiungere l’obiettivo, l’Autore delimita alcune intersezioni tra teologia e mondo digitale, che vanno dal recupero della dimensione estetica in teologia al raccordo tra cultura pop, sensus ecclesiae e sinodalità, al tratteggiamento di una spiritualità digitale, per giungere finalmente alla possibilità di un annuncio digitale.
Da una prospettiva psico-pedagogica, Alessandro Ricci fa notare come costruire l’azione educativa dei nativi digitali richieda nientemeno che di rivedere radicalmente l’impianto del processo educativo, perché altre sono rispetto al passato le priorità, nuove le consapevolezze e le competenze richieste. L’interesse per il mondo contemporaneo digitalizzato è di carattere sociale, psicologico e legale, volto a esplorare i caratteri di uso e abuso della rete. E la società attende dall’educazione la realizzazione della sua funzione emancipante e socializzante, in cui l’agire educativo trasmette un sistema di valori e un atteggiamento di dialogo con la realtà. Il benessere digitale è ormai istanza educativa indilazionabile.
Guardando ai media più tradizionali, come sta cambiando la narrazione religiosa nella più recente produzione televisiva e cinematografica? In che modo una dimensione essenzialmente affidata alla trasmissione orale si sta adattando (se lo sta facendo) a una comunicazione prevalentemente iconica? Nel cercare una risposta a tali interrogativi, Annalisa Picardi conclude che la ricerca di senso, il bisogno di ritrovarsi e di avere figure educative efficaci è tra le priorità del post-umano. L’attuale scenario antropologico obbliga a riflettere su come la dimensione religiosa debba tenere conto dell’immaginario e di come questo possa essere positivamente abitato dalle immagini che arrivano dal mondo delle serie tv. L’uomo si forma attraverso l’immaginario e quindi non può vivere senza sogni perché attraverso questi può comprendere ed elaborare i suoi bisogni e desideri più profondi. Se l’immaginazione diviene luogo teologico di ascolto e d’incontro, la dimensione religiosa nel cinema e nella tv può essere una risposta al cambio antropologico, oltre alle sollecitazioni del semplice “genere religioso” cinematografico e televisivo.
I luoghi fisici frequentati dai giovani sono ormai affiancati – talvolta soppiantati – da luoghi virtuali, canali attraverso i quali essi esprimono convinzioni, desideri, emozioni, prospettive e contemporaneamente mediazioni che plasmano i loro stati di coscienza. Gli studenti che frequentano oggi le scuole nei diversi ordini hanno in mano strumenti potenti e straordinari e hanno bisogno di una guida e di una bussola per orientarsi nei labirinti e nelle potenzialità della rete. Da qui l’esigenza per gli adulti di liberarsi da timori e visioni limitate rispetto alla cultura digitale e l’importanza di avere riferimenti sicuri di risorse in rete per l’insegnamento delle varie discipline. In questa direzione procede il contributo sostanzialmente informativo di Barbara Pandolfi e Luca Paolini, che offrono una rassegna di siti web utili per un IRC digitally adequate.
Come accennato in precedenza, il presente numero del periodico si conclude con il contributo di Corrado Pastore che riassume in forma ragionata l’insieme della produzione scientifica raccolta nelle collane librarie dell’Istituto di Catechetica.

Con i due messaggi gratulatori di S. Em. Card. José Tolentino de Mendonça, Prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, e di Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, e, infine, con una rassegna fotografica dell’attuale vita dell’Istituto di Catechetica termina anche la sezione della rivista dedicata a celebrare i 70 anni di vita dell’istituzione che ha contribuito in modo significativo allo sviluppo del pensiero catechetico a livello mondiale.

 

I MEMBRI DELL’ISTITUTO DI CATECHETICA
catechetica@unisal.it

 

ALLEGATO:

Anno VIII. Numero 3 – Dicembre 2023

 

Sezione Commemorativa: il 70° dell’ICA

Agosto 2023

 

ACCEDI ALLA RIVISTA ONLINE nella sezione “CATECHETICA ED EDUCAZIONE”

 

Tienimi il posto: Tienimi il posto, le puntate

Ecco il link per ascoltare le puntate del podcast del Servizio nazionale per la PG, uno spazio di ascolto dedicato ai giovani dove raccontare e raccontarsi liberamente.
26 Settembre 2023

Prima e durante la GMG di Lisbona, i giovani delle diocesi italiane si sono divertiti a registrare il podcast del Servizio Nazionale “Tienimi il posto”, uno spazio di ascolto dedicato ai giovani, un luogo dove raccontare e raccontarsi liberamente.
Qui potete riascoltarvi e magari tirare le somme dell’esperienza vissuta.

 

Novità editoriale: Studio teologico della spiritualità cristiana – Jesús Manuel García Gutiérrez

Jesús Manuel García Gutiérrez

Docente della Facoltà di Teologia

 

 

La presente proposta metodologica, fedele al solco tracciato dalla storia della letteratura teologico-spirituale, si colloca decisamente nell’ambito della teologia della vita cristiana, in dialogo intra e interdisciplinare con le scienze umane per dare un nuovo impulso all’attività evangelizzatrice di una “Chiesa in uscita” capace di abbracciare l’intera esistenza umana.

Lo stile di presentazione è correlato al pubblico di riferimento del presente volume: studenti e docenti interessati allo studio delle fonti della spiritualità cristiana. Ai primi cinque capitoli, che affrontano in modo ragionato la questione metodologica, seguono altri quattro che approfondiscono questioni specifiche: il rapporto tra santità e spiritualità; la lettura dei testi spirituali; il profilo del teologo della spiritualità e le prospettive della spiritualità. Le appendici conclusive sono strumenti pratici che concretizzano ciò su cui precedentemente si è ragionato.

 

SOMMARIO

PREFAZIONE

INTRODUZIONE

 

Capitolo primo

DELIMITAZIONE DEL CAMPO DI STUDIO ED EVOLUZIONE DEL METODO

Capitolo secondo

ASSI PORTANTI CHE EMERGONO DAL PERCORSO EVOLUTIVO DEL METODO

Capitolo terzo

LIVELLI DI COMPRENSIONE DEL METODO TEOLOGICO ESPERIENZIALE

Capitolo quarto

TAPPE DEL METODO TEOLOGICO ESPERIENZIALE

Capitolo quinto

APPLICAZIONE DEL METODO TEOLOGICO ESPERIENZIALE AL VISSUTO DI SANTITÀ

Capitolo sesto

COME LEGGERE I TESTI SPIRITUALI: PRINCIPI METODOLOGICI ED ERMENEUTICI

Capitolo settimo

STUDIO TEOLOGICO DELLA SPIRITUALITÀ E VISSUTO DI SANTITÀ

Capitolo ottavo

PROFILO DEL TEOLOGO DELLA SPIRITUALITÀ

Capitolo nono

PROSPETTIVE DELLO STUDIO TEOLOGICO DELLA SPIRITUALITÀ

 

APPENDICI

Appendice prima

ABBREVIAZIONI E SIGLE PIÙ UTILIZZATE NELLO STUDIO TEOLOGICO DELLA SPIRITUALITÀ

Appendice seconda

PRESENTAZIONE DEL PIANO DI LAVORO DI UNA TESI DI LICENZA IN TEOLOGIA SPIRITUALE

Appendice terza

MODELLO DI PRESENTAZIONE DI UNA PAGINA DELLA TESI

Appendice quarta

TIPOLOGIA DI PRESENTAZIONE CORRETTA DELLA BIBLIOGRAFIA DI UN LAVORO SCIENTIFICO

Appendice quinta

RATIO DI UN CORSO DI TEOLOGIA SPIRITUALE

Appendice sesta

GLOSSARIO

 

INDICE

San Domenico sul valore di una tranquilla preparazione prima di prendere grandi decisioni

La quantità e la durata del nostro lavoro futuro dipende dal carattere sviluppato e dalla formazione che portiamo nel processo.

Quando nacque San Domenico, sua madre ebbe una strana visione di suo figlio come un cane che teneva in bocca una torcia accesa. Si staccò da lei e diede fuoco al mondo. Se alla fine la sua visione si è avverata – San Domenico ha davvero cambiato il mondo – durante la sua giovinezza e nella prima età adulta non c’erano assolutamente segni che si realizzasse. Da ragazzo era insignificante e tranquillo. Gli piaceva leggere tranquillamente, non era né popolare né impopolare con gli altri ragazzi e mostrava una pietà normale, devota ma non eccessiva, quando si trattava di chiesa. Come altri bambini piccoli, fingeva di suonare la messa e, inoltre, era molto colpito dall’idea di diventare un monaco di clausura. Sembrava destinato a una vita tranquilla.

Quando è andato all’Università di Palencia, era conosciuto come un giovane studioso e equilibrato. Intorno ai 25 anni fu ordinato sacerdote. Il suo incarico lo portò nel paese di Osma dove visse in un gruppo semimonastico di sacerdoti annesso a una parrocchia. Per nove anni Domenico visse con fratelli sacerdoti e seguì serenamente la regola di sant’Agostino. Era una vita pacifica e santa. Era una vita piuttosto insignificante.

Nella sua biografia di Dominic, Bede Jarrett osserva: “Questo sembra, forse, un inizio di carriera molto gentile, persino monotono…” Se fosse stato così che la sua vita avesse continuato a procedere, probabilmente sarebbe morto felice ma completamente sconosciuto.

Non è quello che è successo. Affatto. Oggi San Domenico è uno dei santi più famosi della sua epoca, spesso citato insieme a San Francesco. L’ordine religioso che ha fondato ha aderenti in tutto il mondo che si definiscono domenicani in suo onore.

Quello che è successo?

Ecco cosa è successo. Dopo i suoi anni tranquilli a Osma, Domenico divenne un predicatore itinerante. Lo ha fatto per 13 anni, andando di città in città. Durante questo periodo, il suo profilo pubblico è cresciuto ma non aveva ancora formato un ordine religioso. Ancora una volta, se avesse vissuto la sua vita come predicatore di circoscrizione, probabilmente sarebbe morto felice, ma il suo nome sarebbe sconosciuto oggi.

Iniziò il suo ordine religioso solo nell’anno 1216. Lo costruì per cinque anni – tutto qui. Un’esplosione di attività massiccia e ispirata. Cinque brevi anni e poi fu chiamato a casa dal suo Signore. Il suo ordine religioso gli sopravvisse e influenzò il corso della storia.

Ciò che mi ha sorpreso quando ho conosciuto la sua storia è che la stragrande maggioranza della vita di Dominic è stata spesa nella preparazione. Poi, in quella scelta unica, decisiva, quella che ha riversato tutte le sue energie in un’unica attività, ha trasformato la sua vocazione. Era una fioritura tardiva ma ha lasciato un’impronta duratura.

Preparazione tranquilla

Per tutta la vita sono stato impaziente. Voglio prendere decisioni rapidamente e agire subito. Non mi piace essere rallentato o sentirmi come se stessi perdendo tempo. Al lavoro, ho sempre voluto essere subito il capo. Volevo correre attraverso la mia educazione e uscire nel mondo reale. Ero sempre fuori di testa con il processo di formazione in seminario perché non vedevo l’ora di entrare in una parrocchia e farmi coinvolgere. Volevo passare a quello che consideravo il vero lavoro. Fino ad oggi, ho quasi zero capacità di attenzione per riunioni e lunghi processi decisionali. Per così tanto tempo ho considerato la risolutezza e la prontezza come virtù preminenti che ho trascurato l’importanza della pazienza e della calma preparazione.

La vita di San Domenico, però, rivela quanto sia importante restare a riposo e prepararsi adeguatamente. Forse ha iniziato più tardi del previsto, forse era persino frustrato e si sentiva come se la vita gli stesse passando accanto, ma una volta iniziato ha viaggiato veloce e lontano.

Nella sua biografia, Jarrett scrive: “È stato un momento cruciale per il santo che gli ha permesso di valutare la profondità del proprio carattere …” e che Dominico possedeva “una vita paziente e nascosta prima dell’inizio del ministero pubblico”.

Ripensando a tutti i momenti preparatori della mia vita – di solito i momenti in cui ero frustrato e impaziente – sono stati tutti di enorme aiuto per il mio sviluppo. I capi e i formatori che ho interrogato ne sapevano sempre più di me, le persone nelle riunioni che rallentano il processo con le domande, le tante persone che mi hanno insegnato a esaminare le questioni da più angolazioni. Soprattutto, quel tempo non è mai stato sprecato perché stavo sviluppando il personaggio. Come mostra la vita di Domenico, la quantità e la durata del nostro lavoro futuro dipende dal carattere sviluppato e dalla formazione che portiamo nel processo. Il successo è una questione di preparazione.

Come conclude Jarrett, “Solo un uomo che ha costruito con cura il suo personaggio può sperare un giorno di costruire il mondo”.

aleteia.org

Il Papa: la famiglia sotto attacco, ideologie di vario tipo saccheggiano i valori umani

Francesco riceve i padri di Schönstatt in occasione del Capitolo generale e li esorta a dare risposte alle preoccupazioni degli uomini e donne del nostro tempo: “Molti matrimoni in crisi, giovani tentati, anziani dimenticati, bambini sofferenti… farsi portatori di speranza e aprire nuove strade”. Il saluto al nuovo superiore Awi Mello

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Nelle “situazioni buie” di oggi, tra “matrimoni in crisi, giovani tentati, anziani dimenticati, bambini sofferenti”, mentre la famiglia è sotto attacco e “colonizzazioni ideologiche” tentano di “saccheggiare selvaggiamente” gli stessi valori umani, bisogna farsi portatori di speranza. Papa Francesco riceve i padri della comunità di Schönstatt, movimento mariano cattolico nato in Germania nel 1914, in occasione del Capitolo generale, e chiede loro di dare una risposta alle fatiche e inquietudini della gente.

Il saluto al nuovo superiore generale

Prima del discorso, interamente in spagnolo, il Papa saluta il nuovo superiore generale, padre Alexandre Awi Mello, eletto il 21 agosto scorso. Per cinque anni il religioso brasiliano è stato segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Un servizio per il quale Francesco esprime la propria gratitudine: “È stato il mio segretario ad Aparecida, poi la mia guida a Rio de Janeiro, quindi il mio segretario qui. Grazie, per la sua collaborazione in questi anni in comunione con il Successore di Pietro, a beneficio di tutta la Chiesa. Le auguro un ministero fruttuoso in questa nuova responsabilità che le è stata affidata”.

Portatori di speranza

Un grazie, Papa Francesco, lo rivolge anche all’intera comunità:

Voi, cari fratelli e sorelle, svolgete un bel servizio alla Chiesa e al mondo, soprattutto accompagnando le famiglie nelle varie vicende e vicissitudini che stanno attraversando, annunciando a tutti i suoi membri la bellezza dell’“Alleanza d’Amore” che il Signore ha stabilito con il suo popolo. Oggi ci sono molti matrimoni in crisi, giovani tentati, anziani dimenticati, bambini sofferenti. Siete portatori di un messaggio di speranza in queste situazioni buie che ogni fase della vita attraversa.

“Questo – aggiunge il Papa, distaccandosi dal testo scritto – procede un po’ di pari passo con questo saccheggio dei valori umani, un saccheggio che stanno facendo selvaggiamente le colonizzazioni ideologiche di ogni tipo”.

Distanze e ideologie

Sì, dice Francesco, “il mondo ci chiede sempre più spesso di dare risposte agli interrogativi e alle inquietudini degli uomini e delle donne del nostro tempo”. E una delle preoccupazioni più gravi riguarda la famiglia e la sua natura:

Vediamo spesso che la natura della famiglia è attaccata da diverse ideologie, che fanno vacillare le fondamenta che sostengono la personalità dell’essere umano e, in generale, tutta la società. Inoltre, in seno alle famiglie, in molte occasioni si constata una distanza di comprensione tra gli anziani e i giovani

Alleanza tra le generazioni

Il Pontefice ricorda il suo ciclo di catechesi nell’udienza generale del mercoledì per ribadire “l’alleanza tra le generazioni, cioè tra i più anziani e i più giovani, è ciò che può salvare l’umanità, perché in questo modo si conserva l’identità personale e familiare”. In famiglia “non si eredita solo un patrimonio genetico o un cognome, ma anche e soprattutto si eredita la saggezza di ciò che significa essere umano, secondo il progetto di Dio”.

Il mistero della nostra redenzione è quindi intimamente legato anche all’esperienza dell’amore nelle famiglie. E non dimentichiamo che in ultima analisi la fede si trasmette sempre in ‘dialetto’ attraverso le famiglie, gli anziani, i nonni.  

L’esempio della Madonna

Il modello è la Sacra Famiglia, e soprattutto la Vergine Maria, “che si prende cura con amore tenero e impegnato di tutti i suoi figli e figlie, soprattutto dei più poveri, nel corpo e nello spirito”. I membri di Schönstatt  venerano con “grande amore” la Vergine con il titolo di “Madre Tre Volte Ammirabile”. “È un modello fondamentale per tutti, che spinge a creare ponti fondati sulla carità fraterna e sulla comunione dei beni con i più bisognosi”, sottolinea Francesco.

A braccio, racconta che sul suo comodino “è intronizzata la statuetta della Vergine, l’ha messa lì Alexandre (Mello, ndr), e dopo quindici giorni ha portato anche una corona per incoronarla. Ossia che ho tutta la cerimonia fatta della vostra ‘setta’”, dice, tra le risate dei presenti. “Così ogni volta che entro nella mia camera da letto è la prima cosa che vedo e devo ricordarmi di voi”.

Aprire nuove strade

Il Papa conclude infine con l’incoraggiamento ai membri di Schönstatt “ad andare avanti nei vostri apostolati, rinnovandovi sempre con la grazia dello Spirito Santo e mostrando coraggio per aprire cammini nuovi al servizio delle famiglie, per far risplendere la bellezza dell’Alleanza stabilita tra Dio e gli uomini, con la spiritualità e l’esperienza vissuta dei valori cristiani”.

 

articolo originale su Vatican News 01 settembre 2022

Educare, infinito presente

La presentazione di mons. Mariano Crociata
7 Settembre 2020

Il presente sussidio è uno dei frutti del cammino decennale che i Vescovi italiani hanno dedicato all’educazione. Esso testimonia che quello dell’educazione è un dossier che non può mai essere considerato chiuso e, anzi, un tempo così lungo dedicato ad essa conduce semmai ad una consapevolezza più avvertita di un impegno che si presenta accresciuto per urgenza e novità di esigenze. La Commissione episcopale per l’educazione, la scuola e l’università, che ne porta la responsabilità, ha voluto riservare una attenzione particolare alla scuola e al rapporto che la Chiesa è chiamata a intrattenere con essa. Un rapporto che ha già una lunga storia alle spalle e una considerevole ricchezza di esperienze, ma che oggi chiede una rivisitazione alla luce delle circostanze profondamente mutate. Il mutamento è tale da metterci dinanzi una scuola dal volto completamente diverso da quello che ha conosciuto chi è passato per le sue aule (anche queste ben altra cosa da quelle di oggi!) appena pochi decenni fa. Se a questo si aggiunge l’esplosione dell’epidemia da coronavirus, delle cui conseguenze di lungo periodo non possiamo essere adeguatamente avvertiti nel momento in cui scriviamo, ci rendiamo conto del bisogno di uno sguardo nuovo, di un atteggiamento più duttile, capace di aderire ad una realtà in continua evoluzione.

Un tale approccio suppone innanzitutto proprio questo: la capacità di tenere sotto osservazione la realtà della scuola, per capire e seguirne le incessanti trasformazioni che la caratterizzano in questa fase della sua storia. La missione evangelizzatrice della Chiesa esige innanzitutto tale attitudine a comprendere il destinatario della sua azione, così da rendere la sua parola intellegibile. E il destinatario è, in questo caso, tutto il mondo dell’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza: tutti infatti passano per la scuola.

L’azione pastorale della Chiesa ha bisogno di farsi meno ‘istituzionalizzata’ (pur servendosi di tutti gli strumenti ‘istituzionalizzati’ di cui dispone) e più personalizzata. Del resto, nell’intreccio imperscrutabile dei percorsi personali di incontro con Dio e con gli altri, nessun credente, nel mondo della scuola e nel tessuto ecclesiale, è escluso da un ruolo missionario e testimoniale che conduca alla scoperta di Cristo Gesù. Quest’ultima nota – testimoniale – in modo speciale deve essere tenuta presente, perché «la Chiesa non cresce per proselitismo ma “per attrazione”» (Evangelii gaudium, n. 14); e se questo vale in generale, ha una portata enorme nel caso delle nuove generazioni.

In questo ambito vanno verificate, poi, due condizioni che l’azione pastorale della Chiesa avverte la necessità di abbracciare con decisione. La prima riguarda il superamento di una attività portata avanti in maniera settoriale, quasi separata dalle altre che la comunità ecclesiale conduce; un tale modo separato di procedere non è più concepibile perché non conducente ai fini che si vogliono perseguire. La seconda tocca un’idea dominante degli Orientamenti pastorali sull’educazione e che conosce una ripresa e una attualità sorprendenti, per iniziativa di papa Francesco, e cioè la necessità di alleanze educative o di un patto educativo. A cominciare da scuola e Chiesa, tutti gli attori e gli organismi della collettività che hanno attinenza con il mondo dell’educazione e della scuola sono chiamati a mettersi in rete, a collegarsi attivamente per favorire la crescita sana e autentica delle nuove generazioni. Ne va del futuro dell’intera comunità umana, oltre che di quella ecclesiale.

Con queste attenzioni, il presente sussidio può sperare di contribuire ad un nuovo punto di partenza, a un nuovo inizio, nell’impegno per l’educazione e per la scuola animato dalla fede e, con cuore libero, aperto alla condivisione dell’esperienza insuperabile della fede in Cristo, Maestro e Signore.

 

S.E. mons. Mariano Crociata

Vescovo di Latina

Presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università

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I temi del sussidio

L’alfabeto verde di papa Francesco. Salvare la Terra e vivere felici

È stato definito “nuovo umanesimo”, è il pensiero espresso da papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’, emanata nel 2015. La prima enciclica di Francesco si è rivelata famosa prima ancora di essere divulgata: la ragione è tutta di natura politica. Nel 2015 si è infatti svolto un negoziato decisivo per l’avvenire del pianeta: la conferenza sull’ambiente e le conseguenze del cambiamento climatico tenutasi a Parigi. Laudato si’ non è quindi un titolo scelto a caso dal Papa, ma una citazione tratta dal Cantico delle creature, testo che oggi diventa quasi il manifesto di un ambientalismo cristiano, di una visione alternativa del mondo, riflettendo così, nel modo più immediato e visibile da tutti, il valore profetico di un messaggio, di un testo poetico, che diventa di nuovo attuale. Da tutto questo parte la riflessione dell’autrice che ha visto tra le righe dell’Enciclica alcune parole chiave, divenute oggi, a quasi quattro anni dalla pubblicazione, di un’attualità rimbombante. Risparmio energetico, rispetto del pianeta e dei suoi abitanti, impegno, sostenibilità, inquinamento, lotta all’indifferenza: è la “presa di coscienza ambientalista” (cfr P.G. Pagano) a noi contemporanea.
L’autrice
Franca Giansoldati vive e lavora a Roma ed è vaticanista del quotidiano Il Messaggero. Nel 2013 ha vinto il Premio Internazionale di Giornalismo di Ischia per il migliore reportage sull’elezione di papa Francesco. Si occupa di temi legati alla religione da oltre vent’anni. Ha scritto, con Marco Tosatti, Apocalisse. La profezia di papa Wojtyla (2003), Il Demonio in Vaticano. I Legionari di Cristo e il caso Maciel (2014) e La marcia senza ritorno. Il genocidio armeno (2015).

L’alfabeto verde di papa Francesco. Salvare la Terra e vivere felici
Autrice: Franca Giansoldati
Edizioni San Paolo
Pagine: 128,
Prezzo: € 15