Conclusioni sul Corso estivo IdR: Il sapere religioso nel tempo del dialogo

1-3 luglio 2025 presso Università Pontificia Salesiana di Roma – Piazza Ateneo Salesiano, 1

Conclusioni
(a cura di Sergio Cicatelli)


Quali erano i punti di partenza, le domande?
La domanda principale da cui siamo partiti era “che cos’è la religione”? Attenzione: non l’Irc ma la religione, intesa come genere prossimo dell’oggetto dell’Irc. C’è necessità di tornare ai fondamenti.
Le risposte offerte in questi giorni sono state diverse, in coincidenza con i diversi approcci discipli-nari. Ciò conferma che la religione è un oggetto complesso, che ognuno può trattare con le sue cate-gorie preferite, ma che necessita di un approccio come minimo multidisciplinare (non unilaterale).
Per lo specifico dell’Irc è rimasto sullo sfondo l’approccio politico/istituzionale, il Concordato, che molti hanno ripetuto essere una garanzia e una gabbia: finché c’è il Concordato ci sarà l’Irc, ma sempre nei limiti fissati dal Concordato, mentre intorno il mondo cambia.
Cosa ci portiamo a casa? Ognuno si porta a casa un bagaglio diverso. Qualche concetto chiave per ogni area.
Anzitutto, l’ordine delle sessioni di lavoro era del tutto casuale: non c’era alcuna propedeuticità e avremmo potuto adottare una sequenza diversa, proprio perché il principale risultato va cercato nella sintesi più che nella gerarchia o successione corretta dei problemi (e delle risposte).
1.
Proff. Triani e Macale (dim. pedagogica). La domanda poteva essere se la religione fosse inse-gnabile. Triani ha detto che la religione è “insegnanda”: deve far parte del curricolo perché serve alla formazione integrale della persona. Ma la scuola da sola non basta. Dobbiamo fare i conti con gli apprendimenti non formali e informali, che condizionano la percezione della religione.
2.
Prof. Lorizio e Escudero (dim. teologica). La domanda di partenza è stata se la religione possa essere oggetto della teologia. Lorizio ci ha dato una giustificazione teologica per la presenza dell’Irc nella scuola “di tutti”: la religione cattolica è per sua natura inclusiva, laica, aperta al pluralismo. È emersa anche l’irriducibilità della religione all’etica.
3.
Proff. Costa e Piccini (dim. sociologica). La religione non è isolabile dal contesto sociale e culturale. La parola chiave può essere “interdipendenza”. C’è un problema di rappresentazione religiosa nella cultura (giovanile) contemporanea. La domanda religiosa rimane la stessa, cambiano i linguaggi. C’è necessità di una testimonianza.
4.
Proff. Fabris e Conti (dim. filosofica). Religione e fede si sono soggettivizzate; al centro c’è l’individuo. Sta emergendo una nuova mitologia digitale al posto di quella tradizionale. Occorre però recuperare una fede incarnata e una relazione concreta. Dopo la demitizzazione, per la religione


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