Convegno nazionale SNPPD: “Noi, non loro”

Si è svolto nei giorni scorsi, a Napoli-Scampia, il 3° Convegno nazionale promosso dal Servizio Nazionale per la Pastorale delle persone con Disabilità (SNPPD) della CEI.

Del convegno hanno dato ampia informazione i quotidiani e le agenzie specializzate (Agensir). Un’ampia raccolta di commenti e immagini è presente nel sito del SNPPD (https://pastoraledisabili.chiesacattolica.it) che, a breve, renderà disponibile tutto il materiale presentato nel Convegno.

Noi offriamo qui il breve intervento del prof. Ubaldo Montisci, membro dell’Istituto di Catechetica dell’UPS, che ha affrontato in chiave pastorale il tema dell’accompagnamento delle persone in età minore.

Relazione Montisci – 2024-04-04

PROGRAMMA_3._CONVEGNO NAZIONALE_NOI NON LORO, IN OGNI STAGIONE DELLA VITA (agg.27.03.2024_h.14.00)

Disabilità: don Montisci (Università pontificia salesiana), “considerare le persone non un problema ma una risorsa”

“Accompagnare i percorsi che portano a costruire il proprio progetto di vita è un compito pastorale essenziale, che coinvolge tutti i battezzati”. A ricordarlo è don Ubaldo Montisci, docente di metodologia catechetica e formazione all’Università pontificia salesiana, durante la tavola rotonda dedicata all’età evolutiva, all’interno della prima giornata del Convegno “Noi, non loro”, promosso dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità Cei, aperto oggi a Scampia.

“Ritengo – ha aggiunto don Montisci – che ci sia bisogno urgente di un cambio di mentalità nel realizzare i percorsi di maturazione nella fede”. In un altro passaggio, l’esperto spiega come l’impegno educativo nelle comunità cristiane debba considerare “che la catechesi di iniziazione nelle età minori non ha il compito di generare il cosiddetto ‘adulto fedele’ ma pone le basi”. “Lo sguardo – ha suggerito – deve spingersi più in là, e cioè nell’adolescenza, una età in cui in fondo si determinano quei tratti del credente che normalmente diverranno permanenti”. In particolare, il docente ha spiegato come le “persone con disabilità vadano considerate come una risorsa e non un problema. Per fare ciò, ci vuole un soprassalto d’amore perché solo l’amore è creativo. Papa Francesco richiama spesso la necessità di essere creativi, di non fermarsi alle logiche del ‘si è sempre fatto così’. Le norme sono utili e talvolta necessarie ma, ordinariamente, stabiliscono il limite minimo di azione dovuta. Ciò – ha concluso – non è sufficiente quando si tratta di elaborare un progetto di vita: noi abbiamo la consapevolezza che quel “di più” può essere dato da un soprassalto d’amore ispirato ai valori evangelici”.

Elisabetta Gramolini 19 Aprile 2024 @ 18:11