GMG Rio 2013: “È lo specchio di una Chiesa viva e giovane”

Mancano pochi giorni all’inizio della Gmg di Rio de Janeiro e nella città carioca fervono gli ultimi preparativi. Intanto da ogni parte del mondo i giovani cominciano a partire.

Gli italiani saranno più di 7500, con loro oltre 40 vescovi e decine di sacerdoti. Quindici i vescovi catechisti italiani, tra loro il presidente e il segretario generale della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco e monsignor Mariano Crociata; e il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze. Sulla presenza italiana a Rio il Sir ha rivolto alcune domande al segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata.

Settemila e cinquecento italiani: un numero importante che testimonia la presenza convinta della Chiesa italiana rappresentata anche da tanti sacerdoti e vescovi…

“Sì, l’Italia è il primo Paese europeo per numero di partecipanti, chiaramente dopo l’America Latina che è al primo posto. Siamo molto felici di questa partecipazione: nonostante i costi proibitivi dei biglietti aerei, la voglia di condividere questa settimana di preghiera e di festa, insieme a milioni di altri giovani provenienti da tutto il mondo, ha avuto la meglio. La Cei ha voluto andare incontro ai giovani che vivono in Italia, ma sono stati essi stessi ad autofinanziarsi in vista dell’incontro di Rio”.

Con quali speranze e aspettative la Chiesa italiana parte per Rio de Janeiro?

“L’esperienza della Gmg è molto ricca e stimolante perché è specchio di una Chiesa viva e giovane, al contrario di ciò che si pensa. I giovani più di altri hanno un senso vivo dell’incontro e dello stare insieme. Essere convocati e radunarsi è in profonda sintonia con la natura della Chiesa e dell’esperienza cristiana. La speranza è che questo evento sia seme per un cammino di riflessione che continui e vada oltre la Gmg di Rio. Un cammino che ponga al centro i giovani, che tenga conto delle loro esigenze e li renda protagonisti. L’incontro con Papa Francesco sarà l’apice della Gmg ed egli di certo ci indicherà la via giusta per proseguire il cammino”.

Quali saranno le note più caratteristiche, distintive, della presenza azzurra a Rio?

“Il quartier generale degli italiani sarà come sempre Casa Italia che abbiamo voluto rendere, quest’anno in particolare, ancora più accogliente, davvero ‘casa’. Gli italiani a Rio potranno trovare lì una porta sempre aperta per le loro esigenze. Inoltre, torna come momento di incontro e di spettacolo, ma anche di riflessione, la Festa degli italiani, che prenderà le mosse dalla vita di Gesù, con gli interrogativi che la sua persona suscita e le risposte che solo Lui sa dare. A rendere i giovani protagonisti di questa festa – sia quelli presenti a Rio, sia quelli che seguiranno la diretta di RaiUno da casa – contribuirà l’uso dei social network, con cui verranno rilanciati i temi più stimolanti così da allargare il dibattito. Ci sarà anche tanta musica e divertimento”.

Il 24 luglio Papa Francesco inaugurerà un centro riabilitazione per tossicodipendenti nell’ospedale di Sao Francisco de Assis, ristrutturato grazie al contributo di un milione di euro della Cei…

“Sì, al Comitato per gli Interventi Caritativi per il Terzo Mondo – che gestisce i fondi dell’8xmille per progetti di sviluppo – è pervenuta una richiesta dall’Arcidiocesi di Rio de Janeiro per questo centro di recupero. Considerata la bontà del progetto, che prevede non solo il recupero ma anche la riabilitazione sociale del giovane, e a sostegno del grande impegno dei frati e della diocesi nel voler far fronte a un problema purtroppo molto diffuso in Brasile, abbiamo ritenuto doveroso dare il nostro contributo per un futuro migliore per i ragazzi che vi vengono presi in carico”.

Per chi resterà in Italia le regioni ecclesiastiche hanno promosso delle vere e proprie Giornate regionali della Gioventù. Qual è il significato di questi eventi?

“Di certo la condivisione. I giovani che restano vogliono sentirsi parte di questo grande evento di fede, vogliono condividere i momenti di preghiera, di riflessione e di festa. Per questo, in parte verranno aiutati dai mezzi di comunicazione che trasmetteranno, in alcuni casi solo in streaming per questioni di fuso orario, alcuni eventi come le catechesi, la Via Crucis, la Veglia e la messa finale. In parte, saranno loro stessi al centro degli eventi regionali, insieme ai loro vescovi, ai parroci, agli educatori e a tutti coloro con cui hanno condiviso il cammino di preparazione fino a questo momento. Nonostante l’ora tarda in Italia, la veglia sarà seguita in diretta da moltissimi giovani. Anche questo starà a mostrare come l’esperienza cristiana crea legami attorno alla fede, fa nascere comunità, suscita nuova vita e capacità di futuro”.

SIR del 17/07/2013

Le scelte ”personali” di Papa Francesco per la sua prima Gmg

Un Papa “venuto dalla fine del mondo” che fa il suo primo viaggio apostolico nel suo continente, anche se non è stato lui a deciderlo. Del resto, neanche Benedetto XVI aveva programmato di fare il suo primo viaggio internazionale a Colonia, nella natìa Germania, sede designata dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, per la Gmg del 2005. Ha esordito con questo “simpatico parallelo” padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, nel briefing di presentazione della Giornata mondiale della Gioventù , in programma a Rio de Janeiro dal 22 al 29 luglio, sul tema: “Ide e fazei discípulos entre todas as nações”, “Andate e fate discepoli in tutte le nazioni del mondo”. Quello di Rio è quindi un viaggio “già deciso”, di cui Papa Francesco raccoglie l’”eredità”, ma il cui programma è stato anche “intensificato e arricchito di ulteriori eventi con il cambio di pontificato”. Rispetto al “programma più leggero” che era stato fatto per Benedetto XVI, gli elementi aggiunti sono il pellegrinaggio ad Aparecida, la visita alla favela, la visita all’ospedale, l’incontro con il Comitato del Celam. La durata è rimasta la stessa, ma in particolare è stato inserito il pellegrinaggio ad Aparecida, “molto voluto da Papa Francesco” e che quindi “occupa un giorno che invece avrebbe potuto essere di riposo in una bozza precedente di programma”. In quale lingua parlerà il Papa? “Lo vedremo”, la risposta del portavoce vaticano, ipotizzando che “in parte sceglierà il portoghese, in parte lo spagnolo”. Di seguito, il programma dettagliato del viaggio, a compiere il quale il Papa è stato invitato dai vescovi organizzatori e promotori della Giornata mondiale della gioventù, monsignor Orani Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, e il cardinale Damasceno Assis, presidente della Conferenza episcopale del Brasile, e dalla presidente Dilma Roussef, venuta in Vaticano per l’inaugurazione del Pontificato: il giorno dopo, incontrando il Papa, la presidente lo aveva invitato esplicitamente ad andare in Brasile, e Papa Francesco aveva immediatamente accettato. La presidente, ha reso noto padre Lombardi, ha invitato a partecipare alla Gmg di Rio anche i capi di Stato degli altri Paesi dell’America Latina. 

Il pellegrinaggio ad Aparecida e la visita all’ospedale. Dopo l’arrivo, lunedì 22, a Rio d Janeiro, la cerimonia di benvenuto e la visita al presidente della Repubblica, mercoledì 24 (dopo un giorno di riposo) comincia il programma intenso del Santo Padre, Con il pellegrinaggio ad Aparecida, “fortemente voluto dal Papa – ha riferito il portavoce vaticano – sia per la sua devozione mariana personale, sia per il fatto che presso questo Santuario si è svolta la grande assemblea dell’episcopato latinoamericano che ha dato luogo al documento di Aparecida, la cui redazione è stata guidata proprio dall’allora cardinale Bergoglio”. Il Papa va ad Aparecida, la mattina di mercoledì, in elicottero; arriva verso le 9.30 e si reca direttamente alla cappella del Santuario, dove venererà l’immagine e celebrerà la Messa come “atto di atto di devozione personale”. “Il Papa – ha continuato padre Lombardi – ha voluto dare a questa visita alla Madonna di Aparecida anche il significato di preghiera per la Giornata mondiale della gioventù, per i giovani che incontrerà, e anche per il suo pontificato. Quindi, una specie di consacrazione, di offerta di sé alla Madonna ma domandando la sua protezione per la Gmg e per il pontificato”. Nel pomeriggio, a Rio, il Papa visiterà l’ospedale São Francisco de Assis na Providência de Deus, un ospedale del venerabile Ordine Terziario francescano, che cura in particolare giovani, indigenti e persone dipendenti da droghe e alcol: “Questa visita – ha detto padre Lombardi – ha un significato simbolico, non solo per quelli che sono presenti in quell’ospedale, ma anche per le altre comunità, le altre istituzioni e tutte le persone che operano in questo campo”. Il Papa si reca nella cappella e poi si sposta nel cortile dove terrà il suo discorso. 

La visita alla favela. Giovedì 24, alle 11, Papa Francesco visiterà la Comunità di Varginha: “E’ una favela – ha detto padre Lombardi – di dimensioni relativamente piccole, una delle molte che si trovano inserite nel tessuto della città di Rio e delle città brasiliane. E’ considerata una favela sicura, in quanto sono state compiute operazioni per eliminare armi e droghe e consentire quindi una vita pacifica”. Il Papa si reca nella chiesa e benedice l’altare, con una preghiera specifica prevista per la benedizione dell’altare e del nuovo ambone. Poi si sposta a piedi all’interno di Varginha. Durante l’itinerario – ha affermato padre Lombardi – “è previsto che entri in una abitazione, incontri brevemente una famiglia. Poi continua il suo itinerario fino al campo di calcio, dove c’è l’incontro con la comunità e il discorso del Papa e le offerte di doni da parte dei bambini e delle persone della comunità al Papa”. “Non è il primo Papa che va a Rio in una favela – ha ricordato il portavoce vaticano – Anche Giovanni Paolo II era stato alla favela Vidigal, in uno dei suoi viaggi in Brasile. Quindi, è un atto che già Giovanni Paolo II aveva compiuto”. 

L’incontro con il Comitato del Celam. Dopo la Messa conclusiva del 29 luglio, al “Campus Fidei” di Guaratiba, il Papa alle 16 incontra il Comitato di coordinamento del Celam, il Consiglio episcopale latinoamericano. Anche questo, ha reso noto padre Lombardi, è “un incontro voluto proprio dal Papa”: il Comitato di coordinamento del Celam doveva riunirsi e il Papa ha voluto incontrarlo all’inizio dei lavori. Quello di Papa Francesco, per padre Lombardi, “sarà sicuramente un discorso significativo per quanto riguarda le prospettive della Chiesa e la missione della Chiesa nel Continente, per i rappresentanti di questo organismo che raccoglie le 22 Conferenze episcopali del Continente”