Il nostro tempo per gli altri

Arrivano le feste, ma con esse anche una domanda sempre più pertinente: siamo ancora capaci di fare festa? Riusciamo ancora a segnare un tempo come festivo, diverso dal feriale quotidiano? E, se e quando ci riusciamo, di cosa abbiamo bisogno per distinguerlo dalle ormai sempre più numerose occasioni che abbiamo per festeggiare, stimolati come siamo da un mercato che ci vuole sempre pronti a consumare tempo e denaro in beni fuori dall´ordinario? Finiamo per credere che ciò che caratterizza la festa debba essere l´eccesso, la ricchezza, il poter spendere per il superfluo, lo stordirci con lo stra-ordinario.
In questo senso il Natale è divenuta la ricorrenza che più di altre mostra la contraddizione in cui ci troviamo e il conseguente paradosso di trovarci in ansia per la festa: siccome ha perso la preziosità che gli derivava del suo essere unica o quasi durante l´anno, ora sembra condannata a distinguersi dalle mille altre feste che ci siamo inventati attraverso un “di più” di tutto: più spese, più regali, più cibi, viaggi più lontani, adunate più affollate…
Eppure, il cuore e la mente ci dicono che per noi la vera festa è fatta di altro, di cose che non si pesano in quantità ma in qualità, che non si misurano in estensione ma in profondità: incontri autentici, momenti di condivisione, equilibri di silenzi e parole, tempo offerto all´altro nella gratuità.
Se siamo onesti con noi stessi, il regalo più gradito non è quello che ci sorprende di più per la sua stranezza o per il suo prezzo, bensì quello che più è capace di narrarci il sentimento di chi lo porge.
Come non ricordare la povertà dei regali negli anni del dopoguerra o, ancora oggi, in tante famiglie in difficoltà economiche? Eppure bastava e basta così poco per far risplendere il dono più umile: era e rimane sufficiente che il gesto che lo offre sappia al contempo porgere il cuore di chi dona, sappia parlare al cuore di chi riceve.
A Natale, infatti, non dovremmo sorprendere l´altro con l´ostentazione della ricchezza o della stravaganza, né stordirlo con l´eccesso, bensì stupirlo e confermarlo con l´amore, l´affetto, l ´attenzione che non sempre nel quotidiano trovano il tempo e il modo di essere esplicitati.
Il piatto più apprezzato a tavola, allora, non sarà quello più esotico o costoso, ma quello che meglio mostra che conosco i gusti di chi mi sta accanto, che so cosa lo rallegra, che cerco solo di dirgli “ti voglio bene”.
Del resto, il regalo che più rallegra ciascuno di noi, di qualunque età, non è mai l´ultima trovata di cui tutti parlano o l´ennesima novità straordinaria che nel giro di pochi mesi sarà superata, ma quel semplice oggetto che mi fa capire che chi lo ha scelto ha pensato proprio a me, ha saputo interpretare i miei desideri inespressi, mi ha letto nel cuore.
Tutte cose, queste, che non si comprano in contanti né con carta di credito, anzi: sovente sono beni poveri, sobri, umili, “feriali”, ma che si accendono di novità per la carica di umanità che sappiamo immettervi.
E così, a loro volta accendono di semplicità la festa, fanno sentire che quel giorno è diverso, non perché così dice il calendario dei negozi, non perché lo abbiamo ricoperto d´oro, ma perché abbiamo saputo guardare noi stessi, gli altri, la realtà con occhio diverso, con uno sguardo predisposto a scorgere il bene nascosto in chi amiamo, perché abbiamo saputo essere autenticamente noi stessi, desiderosi di amare e di essere amati.
Sì, Natale è davvero festa quando l´amore trova spazio e tempo per essere narrato, semplicemente.
in “la Repubblica” del 23 dicembre 2010

“Tornare a desiderare”

La parola d’ordine del 44° rapporto Censis è “tornare a desiderare”.
E’ un’Italia “appiattita”, che stenta a ripartire, appesantita da un inconscio collettivo senza più legge nè desiderio quella che esce dall’analisi del Censis contenuta nel 44/mo Rapporto sulla situazione sociale del Paese 2010.
Il rapporto è stato presentato questa mattina a Roma dal presidente del centro studi, Giuseppe de Rita, e dal direttore Giuseppe Roma.
Abbiamo resistito ai mesi più drammatici della crisi, dice il Censis, seppure con una “evidente fatica del vivere e dolorose emarginazioni occupazionali”.
Sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali sia di massa: comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e futuro.
E una società appiattita “fa franare verso il basso anche il vigore dei soggetti presenti in essa”.
Così all’inconscio, ammonisce il Censis, manca oggi la materia prima su cui lavorare: il desiderio.
Ma “tornare a desiderare è la virtù civile necessaria per riattivare la dinamica di una società troppo appagata e appiattita”.
E’ questa l’indicazione che viene dalle considerazioni generali che aprono il rapporto di quest’anno, e che costituisce la chiave di lettura delle diverse sezioni in cui esso, come di consueto, si articola.
Torneremo con altre notizie sull’analisi che il volume dedica al settore della formazione.
tuttoscuola.com Comunicato stampa 03/12/2010 Un inconscio collettivo senza più legge, né desiderio 03/12/2010 L’Italia appiattita stenta a ripartire 03/12/2010 Il capitolo «Processi formativi» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 03/12/2010 Il capitolo «Lavoro, professionalità, rappresentanze» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 03/12/2010 Il capitolo «Il sistema di welfare» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 03/12/2010 Il capitolo «Territorio e reti» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 03/12/2010 Il capitolo «I soggetti economici dello sviluppo» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 03/12/2010 Il capitolo «Comunicazione e media» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 03/12/2010 Il capitolo «Governo pubblico» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 03/12/2010 Il capitolo «Sicurezza e cittadinanza» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Download Il capitolo «Le Considerazioni generali» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «La società italiana al 2010» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «Processi formativi» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «Lavoro, professionalità, rappresentanze» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «Il sistema di welfare» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «Territorio e reti» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «I soggetti economici dello sviluppo» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «Comunicazione e media» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «Governo pubblico» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010 Il capitolo «Sicurezza e cittadinanza» del 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2010

Nuovo Cultura e Religione.

Dopo attenta riflessione circa gli attuali orientamenti che il Ministero va proponendo e in vista di quanto andrà elaborando il Servizio Nazionale per l’IRC, proponiamo alcuni orientamenti alla stesura della nuova Edizione del Testo Cultura e Religione La metodologia da noi adottata consiste – nel partire da interrogativi e problemi che l’adolescente si pone, – sotto lo stimolo dell’intervento dell’insegnante, – facendo riferimento a esperienze vissute, a documenti problematizzanti, ad indagini e ricerche effettuate.
– Gli interrogativi emersi diventano itinerari di ricerca che conducono al confronto con la tradizione e la documentazione religiose, quale contributo specifico dell’IRC.
– Al fine di raggiungere risposte, anche parziali e provvisorie, alle domande poste.
  VIII unità di apprendimento:  “La festa di Pasqua”  OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO  Conoscenze  Abilità  * Gesù di Nazaret, l’Emmanuele “Dio con noi”.   * Cogliere i segni cristiani della Pasqua.
OBIETTIVI FORMATIVI • Individuare i segni di vita nuova presenti nell’ambiente • Scoprire i segni della festa di Pasqua  Suggerimenti operativi   • Riflettere sui segni presenti nella natura che ci fanno capire il cambio di stagione: siamo in primavera! Dare spazio a ogni bambino per esprimersi e raccontare le proprie esperienze.
• Scrivere, con l’ausilio del computer, la parola primavera (con carattere grassetto in modo da poter colorare l’interno delle lettere).
Individuare, insieme ai bambini, i colori che si adattano meglio alla primavera e dare la consegna di utilizzare le tinte appena scelte per colorare la scritta.
Alla fine incollare la scritta sul quaderno e decorare la pagina con altri disegni primaverili.
• Scoprire che si sta avvicinando una festa molto importante per i cristiani e lasciare spazio ai bimbi per far emergere le loro conoscenze pregresse.
Sottolineare la differenza tra i segni cristiani e quelli solo materiali; vedere i collegamenti (ad esempio: dall’uovo segno di vita ed eternità, all’uovo di cioccolato con sorpresa).
• Riprendere il vero significato della Pasqua cristiana: la risurrezione.
Scrivere sul quaderno: “Il giorno di Pasqua i cristiani dicono con gioia: Gesù è risorto”.
Fornire a ogni bambino un’immagine del risorto (si trovano sui quaderni operativi o su molti siti internet di immagini religiose).
Raccordi con altre discipline Informatica, ed.
all’immagine, scienze, italiano.
Riferimento al tema “Per i diritti di tutti” “Convenzione sui diritti dell’infanzia”: Art.
6: ogni bambino ha diritto di vivere.
Art.
14: ogni bambino ha diritto di seguire la propria religione.