Messaggio di Benedetto per la 49ª Giornata Mondiale di preghiera per le Vocazioni

Il 29 Aprile in occasione della 49ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, la meditazione del Papa riflette sulla scelta vocazionale come risposta all’amore di Dio.

Dio è amore ed è l’origine ultima di ogni forma di amore.

La scoperta personale di questa realtà ha il potere di trasformare la vita di ognuno nel profondo.

Così l’amore di Dio “traspare” attraverso le persone che rispondono con fedeltà alla Sua chiamata.

Su questo terreno oblativo nascono e crescono tutte le vocazioni, nutrendosi con la Parola, la preghiera e l’Eucarestia.

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Web 2.0 Educazione e Comunicazione

Venerdì 20 – Sabato 21 Aprile 2012

presso l’Università Pontificia Salesiana P.zza Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma

La Facoltà di Scienze dell’Educazione e la Rivista Orientamenti Pedagogici in collaborazione con la Facoltà di Filosofia e la Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale organizzano il convegno: web 2.0 educazione e comunicazione – nuove sfide personali e collettive

Interverranno esperti Professori sui temi di: filosofia e web 2.0, educazione e web 2.0, pastorale e web 2.0, comunicazione e web 2.0, movimenti sociali e web 2.0, neuroscienze e web 2.0, identità, concetto di sè e web 2.0.

Nella giornata di sabato si terranno workshop tematici su: Google educator, Ipad e Iphone come strumenti didattici, web ed educazione, ipertesto, giornalismo e web 2.0, vita parrocchiale, catechesi e web 2.0, ricerca scientifica e web 2.0.

Scarica la Locandina del Convegno!

Riflessioni all’apertura del convegno: “Impegno comune per una Irc di qualità”

Si è tenuto oggi a Roma il Convegno nazionale dei direttori e responsabili IRC, sul tema “Impegno comune per un Irc di qualità“organizzato per la prima volta congiuntamente dal citato Servizio e dal Servizio nazionale per gli Studi superiori di teologia e di scienze religiose della Cei.

Riportiamo di seguito le riflessioni di mons. Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio nazionale per l’Irc della Cei, che ha aperto i lavori del convegno.

L’ora di religione oggi “è chiamata a fare i conti con i cambiamenti profondi del tessuto sociale in cui si situa, ma anche ad aprirsi a nuove prospettive di collaborazione e di sviluppo”.

Due, ha spiegato il relatore ai circa 340 convegnisti presenti a Roma, le “parole chiave” su cui i due Servizi Cei hanno lavorato: “sinergia e qualità”, prefigurando “la possibilità di un cammino di convergenza che coinvolga più soggetti nella realizzazione di itinerari di formazione che, pur nella diversità degli approcci, pongano al centro la persona e la sua formazione integrale secondo la visione cristiana”.

Gli Orientamenti pastorali della Cei, ha sottolineato mons. Annicchiarico,guardano all’Irc con molta attenzione, collocandolo nell’orizzonte dell’educazione ed evidenziando, da una parte, la necessità del suo corretto riferimento alla scuola e alle sue finalità e, dall’altra, sollecitando una speciale attenzione all’Irc come risorsa per l’intera comunità ecclesiale”.


Impegno culturale. “L’Irc – ha proseguito il responsabile del Servizio Cei – non è solo una ‘officina di senso’ come ogni altra disciplina scolastica, ma è anche l’espressione dell’impegno culturale della Chiesa”, grazie allo “statuto” della disciplina stessa, che ha come elementi di fondo “gli interrogativi su Dio, l’interpretazione del mondo, il significato e il valore della vita, le norme dell’agire umano”. In questa prospettiva, l’Irc va proposto “come una delle vie privilegiate per accedere ai significati del patrimonio storico, artistico, culturale e sociale dell’Italia e dell’Europa”, in quanto “ha un suo ruolo specifico nella formazione globale della persona”. Negli Orientamenti, ha ricordato mons. Annicchiarico, si riconosce l’Irc come “una forte espressione dell’impegno educativo della Chiesa”: gli stessi insegnanti di religione cattolica “ricevono la loro formazione iniziale nelle strutture accademiche della Chiesa e possono essere accompagnati nella formazione in servizio con corsi di qualità”, in accordo con gli Uffici o Servizi diocesani e regionali dell’Irc e grazie al “significativo ruolo svolto dalla Santa Sede”.

Risposta di senso. Una risposta di “senso”, nel tempo della “incertezza dell’umano”. È l’identikit dell’Irc fornito da mons. Piero Coccia, arcivescovo di Pesaro e membro della Commissione Cei per l’Educazione, la scuola e l’università. “Voi – l’appello del relatore agli insegnanti di religione – non siete chiamati a formare le persone al ‘consenso’ della convenienza o dell’omologazione, né al ‘dissenso’ del pregiudizio o della irresponsabilità, ma alla vera ricerca di ‘senso’, perché la persona, ogni persona e tutta la persona possa realizzarsi in pienezza”. Oltre alla crisi economica, alla crisi di carattere sociale e alla “conclamata” crisi della politica – ha esordito il presule – oggi siamo in presenza di una crisi antropologica, come scrive il Papa nella Caritas in Veritate, cioè siamo alle prese “con la perdita di un’identità condivisa in merito alla definizione dell’umano”. In una “stagione storica segnata dai progressi della scienza e della tecnica”, il paradosso per mons. Coccia è che tutto ciò “si concretizza non per un aumento di certezze, quanto per una assenza di criteri certi” tramite i quali valutare le conseguenze “etiche, morali e spirituali delle nostre azioni”. “Il Dna del popolo italiano e della sua storia risiede nel cattolicesimo”, ha ricordato il vescovo: di qui la centralità di Irc come disciplina scolastica, particolarmente adatta anche a “sviluppare quel senso critico tanto necessario nella formazione quanto a volte poco curato”, grazie al “confronto con altre religioni ed altre mondovisioni”.

Abitare lo spazio pubblico. Nello spazio pubblico, “coloro che fanno opinione non sono più anzitutto le autorità politiche o religiose e neppure le autorità scientifiche istituzionali, ma sono i giornali e i giornalisti, la tv, la rete Internet, gli autori di libri di successo, gli artisti e i cantanti più in voga, gli stessi personaggi noti dello sport”.

È l’analisi di Giovanni Ferretti, rettore e docente emerito dell’Università di Macerata. “Se non vogliamo che la nostra fede religiosa finisca nel ghetto di ristrette comunità identitarie, con un proprio linguaggio ‘misterico’ ad esclusivo uso interno – l’appello del relatore –, abbiamo il dovere di renderla presente in questo spazio pubblico in modo intelligente, comprensibile, credibile ed anche interessante, agganciandoci ad interrogativi e desideri umani profondamente sentiti”. In particolare, ha ammonito il filosofo, “il nostro linguaggio religioso non dovrebbe mai parlare di Dio o delle verità religiose cristiane come di una ‘cosa in sé’ indifferente alla nostra vita concreta, ma dovrebbe sempre curare di mettere in luce i risvolti esistenziali di promozione dell’umano”, senza rimanere “nelle retrovie” di tali “frontiere”. L’obiettivo: contrastare “tutte le disumanità che ancora opprimono e deformano l’uomo”.

Un progetto condiviso
Per la formazione degi Idr: diocesi, facoltà e istituti

Una “alleanza costruttiva” tra Uffici diocesani e Istituti superiori di scienze religiose, per un progetto diocesano di formazione permanente degli insegnanti di religione. Ad auspicarla è stata Rita Minello, pedagogista dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, intervenuta alla tavola rotonda promossa all’interno del Convegno sull’Irc, e moderata da Paolo Bustaffa, direttore del Sir. Soffermandosi sullo scenario europeo, la relatrice ha richiamato il modello dell’insegnante come “agente morale”, che registra un “rinnovato interesse”. Tale modello, “declinabile secondo posizioni etiche differenti”, richiede una formazione permanente in grado di “seguire lo sviluppo identitario dell’insegnante considerando le sue disposizioni personali insieme a norme professionali, mediante pratiche che facilitino l’incontro con qualità intellettuali e morali, incluse quelle necessarie all’apprendimento disciplinare”, come “sincerità, empatia, chiarezza, obiettività, perseveranza, creatività, precisione e tolleranza”. Di qui la necessità di “concentrare l’attenzione su aspetti sostanziali e contestuali, non solo strutturali, dei programmi di formazione degli insegnanti”, attraverso “una piattaforma comune, una forma di alleanza costruttiva” tra Ufficio diocesani e Issr, per un processo diocesano di formazione permanente.

Comunità educante. Anche se la “tipologia” degli studenti è “varia”, ciò da cui non si può prescindere “è la creazione di una comunità educante, che forma non solo nell’ora di lezione”. Ne è convinto Andrea Toniolo, responsabile del Servizio nazionale per gli Studi superiori di teologia e di scienze religiose e preside della Facoltà teologica del Triveneto. Ciò che le facoltà teologiche dovrebbero offrire a chi li frequenta, secondo Toniolo, è “un clima positivo di relazioni e di fiducia, l’accompagnamento personale e tutoriale dello studente, l’offerta di proposte integrative, la cura dei servizi e delle una proposta didattica articolata”. “Educare vuol dire innanzitutto far fare esperienza, non trasmettere nozioni o informazioni, e il periodo universitario è innanzitutto un’esperienza di vita”, ha puntualizzato il relatore, che ha citato uno scritto di Romano Guardini sull’Università, del 1954, intitolato “La responsabilità dello studente per la cultura”. Quattro, scrive quest’ultimo, sono i motivi che possono spingere uno studente a frequentare l’Università: “l’atmosfera di libertà che vi incontra; la preparazione alla professione, la base della sua vita futura; il desiderio e la volontà di dedicarsi alla ricerca, ‘scintilla di volontà’ che deve mantenersi anche nel lavoro; la ricerca della verità, non solo dell’esattezza delle scienze”.

Non solo “Bibbia e giornale”. “Pensare tutti con la propria testa. È questo il lavoro che voglio fare con voi”. Don Ciro Marcello Alabrese, direttore dell’Irc della diocesi di Taranto e responsabile regionale dell’Irc per la Regione Puglia, ha iniziato il suo intervento con questa citazione del film “Alla luce del sole” di Roberto Faenza, che racconta la storia di don Pino Puglisi. Per il relatore, risultano ancora attuali le parole pronunciate da don “Tre P”, insegnante di religione cattolica, entrando in una classe secondaria di 2° grado per presentare il suo programma. “Ritengo che tutti i direttori qui presenti vorrebbero tra i propri insegnanti di religione cattolica don Pino Puglisi”, ha detto don Alabrese. Ma “senza una formazione adeguata”, oggi neanche la metodologia “affascinante e vincente” della “Bibbia e giornale” è più sufficiente: di qui la necessità, per il relatore, di valorizzare il tirocinio degli insegnanti di religione cattolica, che “diventa un’occasione privilegiata non solo per una verifica dell’apprendimento realizzato ma anche per una propedeutica alla selezione dei futuri insegnanti di religione”, ha assicurato don Alabrese forte dell’esperienza decennale nella sua diocesi in questo campo.

Lavorare in sinergia. “Lavorare in sinergia per realizzare la formazione permanente significa orientare le proprie iniziative verso la crescita in umanità con pieno inserimento e valorizzazione della cultura; maturare l’unità della persona integrando i valori di vita con l’esperienza professionale; aprirsi alla relazionalità con i docenti e con gli alunni; incrementare la didattica imparando a gestire il rapporto teoria e pratica per crescere nelle competenze disciplinari e relazionali richieste dalla professionalità docente”. Con queste parole suor Maria Luisa Mazzarello, docente emerito alla Pontificia facoltà di scienze dell’educazione “Auxilium” di Roma e direttore dell’Irc della diocesi di porto Santa Rufina, ha illustrato lo stile della collaborazione tra l’Ufficio Irc della diocesi di Porto Santa Rufina e l’Auxilium , che da 13 anni si impegnano insieme per la formazione permanente e l’aggiornamento degli insegnanti di religione, con 150 insegnanti coinvolti. L’offerta formativa – ha spiegato la religiosa – “media conoscenze biblico-teologiche, abilità educative e didattiche, esercitazioni di teoria e pratica che maturano abilità all’accoglienza, al dialogo, alla collaborazione e alla ricerca”. Dal 2007-2008, un gruppo di insegnanti di religione, formato da referenti dei diversi gradi scolastici, svolge opera di “supporto alla formazione”.

15° Forum europeo per l’insegnamento della religione

 

L’insegnamento della religione e la coesione sociale in Europa. Proposte per la formazione degli insegnanti”. È il tema del 15° Forum europeo per l’insegnamento scolastico della religione in Europa, organizzato a Madrid da domani al 15 aprile.

Un incontro proposto dall’Eufres (European forum for religious education in schools) che prosegue una riflessione continua, in questi anni, sul ruolo e l’importanza dell’insegnamento religioso nelle scuole europee, nella diversità di organizzazione e “peso” tipica dei diversi Stati. E all’interno proprio delle diversità è attenta a cogliere gli elementi che fanno dell’insegnamento scolastico un contributo importante all’educazione dei cittadini e alla costruzione dell’Europa.
Qui sta il punto. L’analisi delle società europee presenta molte diversità a proposito della considerazione della religione nello spazio pubblico europeo e in particolare per quanto riguarda la presenza dell’insegnamento religioso nelle scuole. La ricerca svolta negli anni scorsi dal Ccee (Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa) insieme alla Cei (Conferenza episcopale italiana), unitamente a tanti altri percorsi di studio sulla situazione del Continente, ha messo in luce come l’insegnamento della religione contribuisca efficacemente allo sviluppo delle giovani generazioni in Europa e svolga un interessante compito sia per il riconoscimenti dei diritti fondamentali delle persone, sia per la crescita delle società nella direzione della libertà e dell’inclusione sociale. Il tutto in scenari non sempre omogenei, talvolta attraversati da pressioni che contrastano la presenza della religione e delle Chiese negli spazi pubblici o, in altre situazioni, tendono ad estendere la dimensione confessionale, configgendo con esigenze di laicità che pure in Europa sono ben evidenziate.
In questi scenari acquista particolare importanza la consapevolezza dei protagonisti del mondo della scuola e in particolare dell’insegnamento della religione, a cominciare – poiché è la realtà più diffusa – dalle stesse Chiese che in molti Stati garantiscono un’offerta di insegnamento confessionale. La tensione educativa, il rispetto della laicità, la qualità dell’insegnamento hanno ripercussioni forti e inevitabili sulla problematica della formazione dei docenti. È questo, ad esempio, una delle “sfide” evidenziate proprio dalla recente ricerca Ccee-Cei, che invitava, anche nel documento finale, le Chiese ad una particolare e attenta considerazione degli insegnanti di religione, raccogliendo le sempre nuove esigenze di formazione.
Di questo, tra l’altro, si parlerà a Madrid. Ed è importante che vi sia l’occasione di raccogliere, attraverso la testimonianza di studiosi di diverse parti d’Europa, se non lo “stato dell’arte”, quantomeno le linee di tendenza. Un passo avanti per una scuola e una società europea sempre più attenta alle persone, a tutte le dimensioni dell’uomo.

Alberto Campoleoni, inviato Sir Europa a Madrid

Benedetto XVI: “sull’umanità lo sguardo della benedizione”

Il “primo grande messaggio che giunge a noidalla Domenica delle Palme è “l’invito ad assumere il giusto sguardo sull’umanità intera, sulle genti che formano il mondo, sulle sue varie culture e civiltà”. Lo ha detto, ieri mattina, Benedetto XVI, nella messa per la Domenica delle Palme a piazza San Pietro.

Lo sguardo che il credente riceve da Cristo – ha chiarito il Papa – è lo sguardo della benedizione: uno sguardo sapiente e amorevole, capace di cogliere la bellezza del mondo e di compatirne la fragilità. In questo sguardo traspare lo sguardo stesso di Dio sugli uomini che Egli ama e sulla creazione, opera delle sue mani”. Secondo il Santo Padre, “il nodo della festa di oggi, anche per noi”, sta nella domanda: “Chi è per noi Gesù di Nazaret?”. Si tratta, ha evidenziato il Pontefice, di “una questione cruciale, questa, che non possiamo eludere, tanto più che proprio in questa settimana siamo chiamati a seguire il nostro Re che sceglie come trono la croce; siamo chiamati a seguire un Messia che non ci assicura una facile felicità terrena, ma la felicità del cielo, la beatitudine di Dio”.

Per Benedetto XVI, devono essere due i sentimenti di questi giorni: “la lode” ed “il ringraziamento, perché in questa Settimana Santa il Signore Gesù rinnoverà il dono più grande”: “ci donerà la sua vita, il suo corpo e il suo sangue, il suo amore”.

Inoltre…

Nella messa della Domenica delle Palme si è celebrata anche la Giornata mondiale della gioventù. Per il Pontefice, “è la decisione che porta alla vera gioia, come ho voluto ricordare nel Messaggio ai Giovani per questa Giornata, ‘Siate sempre lieti nel Signore’, e come avvenne per santa Chiara di Assisi, che, ottocento anni or sono, trascinata dall’esempio di san Francesco e dei suoi primi compagni, proprio nella Domenica delle Palme, lasciò la casa paterna per consacrarsi totalmente al Signore: aveva diciotto anni ed ebbe il coraggio della fede e dell’amore, di decidersi per Cristo, trovando in Lui la gioia e la pace”.

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Convegno nazionale: “Impegno comune per un IRC di qualità”

 

Si svolgerà a Roma nei giorni 16-17 aprile 2012 il Convegno nazionale dei direttori e responsabili IRC, sul tema “Impegno comune per un Irc di qualità“.

 

Il Servizio Nazionale per l’Irc e il Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della CEI hanno scelto di celebrare congiuntamente (per l’anno 2012) il Convegno Nazionale dei Direttori e Responsabili diocesani dell’Irc e quello dei Presidi delle Facoltà Teologiche e dei Direttori degli ISSR allo scopo di promuovere e consolidare l’impegno comune a favore della formazione iniziale e permanente dei docenti di religione cattolica (Idr).

Il Convegno farà emergere spazi di cooperazione tra Uffici/Servizi diocesani e regionali per l’Irc, Facoltà Teologiche e ISSR.

Le relazioni e i lavori saranno mirati ad approfondire, da una parte, l’identità della disciplina Irc nell’ordinamento scolastico italiano e, dall’altra, il quadro di riferimento costituito dai nuovi ordinamenti degli ISSR, varati dalla CEC a partire dal 2005.

L’incontro potrà mettere in luce anche le potenzialità ancora inespresse del progetto di riordino, chiarire le problematiche legate ai passaggi dal vecchio al nuovo assetto degli istituti e gettare le basi per una più generalizzata collaborazione con particolare attenzione alla pratica dei tirocini dell’Irc.

Sono diponibili il Programma dettagliato e la nota di esonero del MIUR per gli insegnanti.

In attesa di Rio 2013… il messaggio di Benedetto per la GMG 2012

Oggi a Rocca di Papa (roma) si è dato avvio l’incontro internazionale dei responsabili delle GMG che fino a domenica ospiterà i rappresentanti di 98 Paesi dei cinque continenti, inviati dalle rispettive Commissioni per la gioventù delle Conferenze episcopali e da 45 movimenti ecclesiali, nuove comunità e associazioni giovanili internazionali.

Il tema di discussione di queste giornate sarà un  bilancio organizzativo e logistico della GMG di Madrid 2011 in attesa di Rio 2013, la città brasiliana che ospiterà la Gmg il prossimo anno. A fare il punto della situazione ci saranno l’arcivescovo di Rio, mons. Orani Joao Tempesta, e il presidente della Commissione episcopale per la gioventù del Brasile, mons. Eduardo Pinheiro da Silva.

Cogliamo l’occasione per presentare il MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA XXVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’ 2012 che prende spunto dall’esortazione alla gioia della Lettera di San Paolo apostolo ai Filippesi

“La gioia, in effetti, è un elemento centrale dell’esperienza cristiana. Anche durante ogni Giornata Mondiale della Gioventù facciamo esperienza di una gioia intensa, la gioia della comunione, la gioia di essere cristiani, la gioia della fede. È una delle caratteristiche di questi incontri. E vediamo la grande forza attrattiva che essa ha: in un mondo spesso segnato da tristezza e inquietudini, è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede cristiana. La Chiesa ha la vocazione di portare al mondo la gioia (…) ll motivo di questa gioia è dunque la vicinanza di Dio, che si è fatto uno di noi. Ed è questo che intendeva san Paolo quando scriveva ai cristiani di Filippi: «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!» (Fil 4,4-5). La prima causa della nostra gioia è la vicinanza del Signore, che mi accoglie e mi ama”.

Messaggio GMG 2012

sussidio per educatori:”IL RI-GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI”

Creativ, in collaborazione con11 partner italiani, ha ideato un sussidio edito da Città Nuova editrice, che offre agli educatori stimoli e strumenti per la progettazione e animazione di grest, campi estivi ed altre esperienze educative.

Ispirato al famoso romanzo di J. Verne, ‘Il giro del mondo in 80 giorni’ e ambientato nella Londra Vittoriana dell’800, ma in versione STEAMPUNK.

IL TEMA EDUCATIVO GENERALE, che fa da sfondo a tutto il sussidio, è quello de IL VALORE DEL VIAGGIO e dell’EDUCAZIONE INTERCULTURALE come via obbligata per un mondo di pace, declinato sia sul piano sociale che pastorale.

– Il VIAGGIO con tutto quello che porta con sé: incontri, scoperte, incomprensioni, avventure, mistero, conoscenze, pericoli, cambiamento, crescita…
– Gli INCONTRI, visto che nelle nostre società occidentali non è difficile imbattersi in volti che rimandano a territori distanti dal nostro. Il tema dell’educazione interculturale si impone oramai come istanza obbligata di riflessione e di intervento educativo concreto per coloro che operano in ambito educativo, a tutti i livelli. PER VALORIZZARE LA DIVERSITA’ CULTURALE COME RISORSA E RICCHEZZA dalla quale si può ricevere e donare.
– Il RITORNO con la RICCHEZZA accumulata lungo il tragitto: non tanto materiale quanto umana, un capitale enorme di relazioni e conoscenze difficilmente quantificabile.

Da questo tema generatore si snodano 4 distinti PERCORSI EDUCATIVI, che permettono di percorrerlo e approfondirlo da angolature diverse:

1 – PERCORSO ’EDUCARE ALLA DIVERSITA’ E AL RISPETTO’ – il suolo dell’Accoglienza
Contenuto chiave: riconoscimento della diversità culturale (e non solo) e della ricchezza del confronto e dello scambio

2PERCORSO ‘BAMBINI E RAGAZZI CREATIVI’ – il territorio dello Stupore e della Curiosità
Contenuto chiave: un uomo accogliente è un uomo creativo

3PERCORSO ‘RITORNO AL FUTURO’ – ai confini della Speranza
Contenuto chiave: recuperare il senso della vita come progetto e saper cogliere in esso la speranza verso il futuro

4PERCORSO ’IL VIAGGIO DELL’ANIMA’ l’isola dell’Ascolto
Contenuto chiave: l’esperienza dell’incontro con l’altro, con un tu, è un evento in sé stesso spirituale, che richiama all’esperienza più ampia dell’incontro con il Tu, con il Signore della vita.

Inoltre vengono proposti come pilastri educativi i momenti di preghiera che non possono essere vissuti come momenti a se stanti, ma come elementi integranti e integrati della vita di un oratorio estivo.

Il momento di preghiera è la nota iniziale che da’ il tono a tutta la giornata, che differenzia il nostro grest da una colonia estiva di una qualche indefinita associazione ludico-sportiva.

Nel testo si trovano 20 SCHEMI DI PREGHIERE, ognuna associato ad uno specifico episodio della Storia del Ri-giro del Mondo

I COAUTORI E PARTNER DEL PROGETTO
– Diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, Ufficio per i Problemi Sociali e del Lavoro 
– Diocesi di Arezzo –  Cortona – Sansepolcro 
– Arcidiocesi di Bari – Bitonto, Servizio per la Pastorale Giovanile 
– Arcidiocesi di Firenze, Centro Diocesano di Pastorale Giovanile 
– Diocesi di Nardò – Gallipoli 
– Arcidiocesi di Otranto, Servizio per la Pastorale Giovanile 
– Diocesi di Pitigliano – Sovana – Orbetello 
– Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, Servizio per la Pastorale Giovanile 
– Diocesi di Senigallia 
– Arcidiocesi di Trento 
– Piano Educativo Integrato del Vergante (NO)

Catechesi e disabilità: percorsi d’inclusione nelle comunità

Questo pomeriggio a Roma presso il Campus Università Urbaniana (via Urbano VIII, 16) si è tenuta una giornata di studio dal titolo: «Comunicare la Fede. L’Iniziazione Cristiana con le persone disabili nelle Comunità», promossa dall’Ufficio Catechistico Nazionale.

L’obiettivo della giornata è stato così riassunto da Don Guido Benzi (direttore dell’UCN):

“Vogliamo approfondire, cioè l’inclusione delle persone disabili nei percorsi parrocchiali di iniziazione cristiana”, consapevoli che “l’iniziazione cristiana è «l’esperienza fondamentale dell’educazione alla vita di fede», non una delle attività della comunità cristiana, ma quella che «qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre»”. “Forse all’inizio ed al vertice di una dinamica di inclusione dei nostri fratelli e sorelle disabili nelle comunità non c’è una dinamica reciproca di riconoscimento – ha aggiunto – Cioè sentire che ognuno è un dono per l’altro, per come è e non per come vorremmo che fosse? L’inclusione, prima che una attenzione pastorale, è una necessità della comunità cristiana per essere veramente ciò che è”.

Tra gli interventi:

suor Veronica Donatello, responsabile del Settore, si è chiesta “quale possibilità hanno le persone disabili di scoprire la propria particolare vocazione all’interno delle nostre comunità ecclesiali e di contribuire attivamente alla missione redentrice che il Signore Risorto ha affidato alla sua Chiesa”. Dopo aver riconosciuto “pregiudizi e incoerenze, lentezze e ritardi”, si è soffermata sul processo di Iniziazione Cristiana e, in particolare, sulle possibilità concrete che il credente disabile ha di incontrare il Signore nelle comunità parrocchiali.

Anne Herbinet, pedagogista e responsabile nazionale del Settore per la Catechesi ai disabili della Conferenza Episcopale Francese, ha condiviso ai partecipanti l’esperienza che vive in Francia e i percorsi messi in atto.

Don Salvatore Soreca, in qualità di direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Benevento ha proposto, alla luce del documento sull’Iniziazione Cristiana alle persone disabili, una lettura dei percorsi effettuati, riconoscendo nella “categoria antropologica dell’incontro, come fermento di umanità, la chiave per intendere l’Iniziazione dei disabili in un’ottica di pastorale inclusiva”.Infine,

Ezio Aceti, psicologo infantile e della disabilità, ha aiutato a cogliere il vissuto affettivo dei ragazzi disabili, offrendo delle informazioni essenziali perché la metodologia catechetica tenga conto dei loro processi di maturazione.

Relazione Donatello

Relazione Herbinet

Relazione Soreca

Giornata nella memoria dei missionari martiri

Oggi si celebra la XX Giornata di Preghiera e Digiuno per i Missionari Martiri.
Lo slogan di quest’anno èAmando Fino alla Fine“.

Don Gianni Cesena, direttore di Missio, organismo pastorale della Cei, ci spiega il perchè della scelta di questo tema e la portata di questa giornata non solo per la chiesa italiana, ma per molte diocesi che la celebrano nei cinque continenti.

«Testimoni di Dio: con questo messaggio Missio declina quest’anno, a partire dalla scorsa Giornata Missionaria Mondiale, i percorsi di formazione, preghiera, animazione missionaria. A sua volta Missio Giovani, che organizza ogni anno la Giornata di preghiera e digiuno a ricordo dei missionari e delle missionarie martiri, ripropone il tema del testimone, forte del fatto che i due termini – testimone e martire – sono la traduzione uno dell’altro.
“Amando fino alla fine” non vuole essere un lieto fine forzato che cancella la durezza della violenza o la tragedia di una vita spezzata drammaticamente, ma semplicemente dipinge gli ultimi istanti di coloro che, sull’esempio del Maestro, donano la vita, perdonando i loro carnefici.
Ecco perché ogni martirio, dai tempi di Stefano in poi, va riletto sulla filigrana del martirio di Gesù, testimone e rivelatore di un

Dio Padre che ama e perdona. Gesù ci svela il dolore del Padre, che non è un vago sentimento di dispiacere per il peccato dei figli o di compassione per le loro sofferenze, ma è il suo modo di essere misericordioso e fedele. Sulla Croce Gesù riafferma che il disegno del Padre è l’unità della famiglia umana, che sperimenta la condivisione e vive la riconciliazione come unico gesto capace di generare pace e giustizia e di radunare attorno a sé tutti i popoli. Ecco perché i missionari vengono perseguitati e uccisi, perché portatori di un Vangelo che continua, oggi e da sempre, a capovolgere le logiche umane fondate sull’egoismo e sull’ingiustizia.
Approfittiamo di questo tempo per rivedere la nostra testimonianza alla luce dell’esempio che i martiri ci donano, siano essi noti o conosciuti, connazionali o “locali”. Rivediamo i loro volti, riascoltiamo le loro parole, rileggiamo i loro scritti: il dono della vita è il sigillo della loro testimonianza e rivelazione del Dio che ama.»

elenco-dei-missionari-uccisi-2011

riflessione-tematica della giornata