Webinar: Accompagnare l’annuncio della fede in famiglia

Nella sezione “trasformazioni pastorali” del documento Ripartiamo insieme (2020) vengono date cinque indicazioni che richiedono un deciso cambio di mentalità. La seconda tra queste interessa direttamente la famiglia: «Abbiamo compreso di dover assumere la catechesi nelle famiglie» (p. 7). A partire da quest’opzione, nell’incontro si prende in esame il compito della famiglia nell’educazione alla fede dei figli. A questa riflessione si accompagna un interrogativo impegnativo: qual è il ruolo dei catechisti nel sostenere e accompagnare questo compito primario attribuito alle famiglie?

 

video del webinar

MATERIALI

Accompagnare l’annuncio della fede in famiglia

Accompagnare l’annuncio …

Lavoro di gruppo

 

La vita cristiana dei catechisti – Incontro di formazione

Il Webinar tenuto dal prof. Ubaldo Montisci si inserisce nel ciclo formativo rivolto ai catechisti di numerose parrocchie salesiane del Centro e Nord  Italia.

Il tema dell’incontro, il terzo della serie, è La vita cristiana dei catechisti. Trovate allegati la conferenza, il PowerPoint utilizzato, la scheda di lavoro, il video del Webinar.

IL VIDEO

La vita cristiana del catechista doc

La vita cristiana del catechista ppt

Quaresima – Pasqua 2021. Sussidio liturgico-pastorale

Questo sussidio liturgico-pastorale ci aiuti a vivere intensamente questi tempi, consapevoli come scrive il papa che «Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr. Ap 21,1-6).

Presentazione

Il tempo che stiamo attraversando è tinto ancora d’incertezza, di stanchezza e di paura. «Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi». Così papa Francesco descriveva i sentimenti dell’intera umanità nel cuore della Quaresima dello scorso anno (Sagrato della Basilica di San Pietro, 27 marzo 2020). Ma se la situazione sanitaria sembra non darci tregua, l’impegno di tanti fratelli e sorelle e la loro testimonianza di carità aprono il cuore alla speranza. Le parole e i gesti profumati di amore ci ricordano che la morte non è l’ultima parola, che la speranza non può morire; essi annunciano che la Vita vince la morte! È la forza e la bellezza dell’annuncio pasquale!

Nel messaggio per la Quaresima di quest’ anno il papa ha scritto: «Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr. Enc. Laudato si’, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: “Lasciatevi riconciliare con Dio” (2 Cor 5,20)».

Accogliamo allora questo tempo dell’anno liturgico lasciandoci illuminare, sin dall’inizio, dalla luce della Pasqua alla quale l’itinerario penitenziale della Quaresima conduce. Il cuore di ciascuno, da subito, fa proprie le parole che la liturgia pone sulla bocca di tutti nel canto della sequenza pasquale immaginandole già sulle labbra di Maria di Magdala: «Cristo, mia speranza, è risorto!». È il grido di gioia che squarcia l’oscurità della notte e annuncia l’alba di un nuovo giorno. «Maria di Magdala, si recò al sepolcro di buon mattino, quando era ancora buio» (Gv 20,1). Mentre l’esperienza del buio, dell’oscurità, del peccato e della morte tendono ad avvolgere la nostra vita, la Quaresima è il «tempo favorevole» per prenderne coscienza ma soprattutto per lasciarci afferrare da Cristo, il Crocifisso Risorto che ci prende per mano, ci strappa al peccato e alla morte e ci riconsegna alla Vita. Mistero di misericordia e di luce: evento fondante della nostra fede dove affondano le radici della speranza cristiana.

Alla Pasqua si arriva attraverso la croce ma proprio la croce diventa la vera via alla Vita, non solo perché ci narra di un Dio che fa con noi un’alleanza d’amore, ma perché proprio tramite la croce Dio è entrato nella morte per svegliarci da essa. Le tenebre vengono meno, non riescono a trattenere la potenza della luce. E anche quando ci si trova immersi nel peccato, tutto il mistero della Pasqua ci fa percepire una forza che dissipa la nostra notte, la riveste di speranza e la inonda di una luce che lava ogni colpa.

Questo sussidio liturgico-pastorale ci aiuti a vivere intensamente questi tempi, consapevoli come scrive il papa che «Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr. Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, “pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]” (1Pt 3,15)».

 

✠ Stefano Russo

Segretario Generale
della Conferenza Episcopale Italiana

 

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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2021

“Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18).
Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità.

 

Cari fratelli e sorelle,

annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e risurrezione, a compimento della volontà del Padre, Gesù svela loro il senso profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa, per la salvezza del mondo.

Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo Colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8). In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’“acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. Nella notte di Pasqua rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie all’opera dello Spirito Santo. Ma già l’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo.

Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.

  1. La fede ci chiama ad accogliere la Verità e a diventarne testimoni, davanti a Dio e davanti a tutti i nostri fratelli e sorelle.

In questo tempo di Quaresima, accogliere e vivere la Verità manifestatasi in Cristo significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla Chiesa. Questa Verità non è una costruzione dell’intelletto, riservata a poche menti elette, superiori o distinte, ma è un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore, aperto alla grandezza di Dio che ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza. Questa Verità è Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto Via – esigente ma aperta a tutti – che conduce alla pienezza della Vita.

Il digiuno vissuto come esperienza di privazione porta quanti lo vivono in semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio e a comprendere la nostra realtà di creature a sua immagine e somiglianza, che in Lui trovano compimento. Facendo esperienza di una povertà accettata, chi digiuna si fa povero con i poveri e “accumula” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso. Così inteso e praticato, il digiuno aiuta ad amare Dio e il prossimo in quanto, come insegna San Tommaso d’Aquino, l’amore è un movimento che pone l’attenzione sull’altro considerandolo come un’unica cosa con sé stessi (cfr Enc. Fratelli tutti, 93).

La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi (cfr Gv 14,23). Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore.

  1. La speranza come “acqua viva” che ci consente di continuare il nostro cammino

La samaritana, alla quale Gesù chiede da bere presso il pozzo, non comprende quando Lui le dice che potrebbe offrirle un’“acqua viva” (Gv 4,10). All’inizio lei pensa naturalmente all’acqua materiale, Gesù invece intende lo Spirito Santo, quello che Lui darà in abbondanza nel Mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude. Già nell’annunciare la sua passione e morte Gesù annuncia la speranza, quando dice: «e il terzo giorno risorgerà» (Mt 20,19). Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre.

Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr Enc. Laudato si’, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20). Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono: avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito. Il perdono di Dio, anche attraverso le nostre parole e i nostri gesti, permette di vivere una Pasqua di fraternità.

Nella Quaresima, stiamo più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano» (Enc. Fratelli tutti [FT], 223). A volte, per dare speranza, basta essere «una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza» (ibid., 224).

Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione: ecco perché è fondamentale raccogliersi per pregare (cfr Mt 6,6) e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza.

Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, «pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]» (1Pt 3,15).

  1. La carità, vissuta sulle orme di Cristo, nell’attenzione e nella compassione verso ciascuno, è la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza.

La carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel bisogno… La carità è lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione.

«A partire dall’amore sociale è possibile progredire verso una civiltà dell’amore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. La carità, col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo, perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti» (FT, 183).

La carità è dono che dà senso alla nostra vita e grazie al quale consideriamo chi versa nella privazione quale membro della nostra stessa famiglia, amico, fratello. Il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità. Così avvenne per la farina e l’olio della vedova di Sarepta, che offre la focaccia al profeta Elia (cfr 1 Re 17,7-16); e per i pani che Gesù benedice, spezza e dà ai discepoli da distribuire alla folla (cfr Mc 6,30-44). Così avviene per la nostra elemosina, piccola o grande che sia, offerta con gioia e semplicità.

Vivere una Quaresima di carità vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19. Nel contesto di grande incertezza sul domani, ricordandoci della parola rivolta da Dio al suo Servo: «Non temere, perché ti ho riscattato» (Is 43,1), offriamo con la nostra carità una parola di fiducia, e facciamo sentire all’altro che Dio lo ama come un figlio.

«Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla carità, che lo porta a cogliere la dignità dell’altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità, rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella società» (FT, 187).

Cari fratelli e sorelle, ogni tappa della vita è un tempo per credere, sperare e amare. Questo appello a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre.

Maria, Madre del Salvatore, fedele ai piedi della croce e nel cuore della Chiesa, ci sostenga con la sua premurosa presenza, e la benedizione del Risorto ci accompagni nel cammino verso la luce pasquale.

Roma, San Giovanni in Laterano, 11 novembre 2020, memoria di San Martino di Tours

Francesco

Messaggio di Papa Francesco ai catechisti

ll 30 gennaio, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti all’Incontro promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana.
In questa occasione, il Papa ha consegnato un Chirografo indirizzato a tutti i catechisti.
Di seguito il testo:
1 Febbraio 2021
Cari catechisti,
vi chiedo di non perdere entusiasmo. Come gli artigiani, anche voi siete chiamati a plasmare l’annuncio con creatività. Non cedete allo scoraggiamento e allo sconforto.
Puntate sempre in alto, sostenuti dalla misericordia del Padre.
Il Papa v’incoraggia e vi sostiene.
Vedi il video di presentazione del messaggio

Evento presentazione del sussidio “Educate, infinito presente”

24/02/2021 dalle 15:30 alle 17:30

la Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università ha pubblicato il sussidio “Educare, infinito presente. La pastorale della Chiesa per la scuola”. Si tratta di uno strumento prezioso, che manifesta l’amore e l’impegno della comunità cristiana per l’educazione e la scuola in particolare.
Il testo è scaricabile liberamente al link https://educazione.chiesacattolica.it/educare-infinito-presente/
Fra gli obiettivi che il sussidio si prefigge, vi è quello di favorire la riflessione su temi di così viva attualità in ambito educativo, attraverso il confronto e la condivisione delle esperienze.
È per questo motivo che proponiamo un’incontro fissato per mercoledì 24 febbraio 2021
dalle ore 15,30 alle 17,30 sulla piattaforma Cisco Webex.A presentare il sussidio sarà mons. Mariano Crociata, presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, insieme all’ing. Stefano Versari, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna. Seguiranno gli interventi di tre direttori di Uffici diocesani: Daniela Noris (Bergamo), Mirko Campoli (Tivoli), don Francesco Rinaldi (Napoli).

Sussidio per la celebrazione della Domenica della Parola di Dio

Il Sussidio per la celebrazione della Domenica della Parola di Dio, che quest’anno cade il 24 gennaio 2021, ruota intorno al tema della speranza. La Sacra Scrittura ci consegna parole profonde e vere, che ci consentono di essere realisti e nel frattempo di guardare al futuro con fiducia.

Il Sussidio per la celebrazione della Domenica della Parola di Dio, che quest’anno cade il 24 gennaio 2021, ruota intorno al tema della speranza. La Sacra Scrittura ci consegna parole profonde e vere, che ci consentono di essere realisti e nel frattempo di guardare al futuro con fiducia.
Il Sussidio vede la collaborazione di quattro Uffici della CEI: l’Ufficio Catechistico Nazionale, l’Ufficio Liturgico Nazionale, l’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto. Ai testi biblici per la preghiera e la meditazione e a quelli liturgici per la celebrazione si aggiungono brani provenienti dal dialogo ecumenico e alcune immagini artistiche.

Consulta la presentazione sul sito di Chiesacattolica e scarica il sussidio.

 

Lo stop alla didattica in presenza causa perdite di apprendimento difficilmente colmabili

L’interruzione della didattica in presenza conseguente alle misure per contrastare la pandemia in corso, che ha riguardato più di nove milioni di bambini e ragazzi dagli asili nido alle scuole superiori, rischia di far accumulare nei loro percorsi educativi e formativi una perdita di apprendimento difficilmente colmabile. Secondo una stima dell’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, uno studente su dieci non ha svolto didattica a distanza e il 20% l’ha svolta solo saltuariamente.

Lo si legge nell’undicesimo rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia a cura del Gruppo CRC, di cui fanno parte, tra le tante organizzazioni aderenti, AGESCI, Caritas Italiana e CSI. Stando ai dati ISTAT, infatti, il 12,3% delle persone di età tra i sei e i diciassette anni non ha un computer o un tablet a casa, quota che raggiunge quasi il 20% al Sud, pari a 470.000 minori. A contare in questo divario sono anche la disponibilità della connessione in banda larga, non presente nel 26% delle famiglie (soprattutto del Meridione), e le differenze socio-economiche: solo il 16% delle famiglie con genitori senza titolo di studio ha un accesso alla banda larga, contro il 95% delle famiglie di laureati.

Il problema del nuovo anno scolastico, quindi, è quello di essere partito con differenze di apprendimento ancora più marcate fra gli studenti. È mancata un’attenzione al recupero dei saperi, con particolare riferimento alle competenze di base; alla riduzione dei divari presenti fra gli alunni più svantaggiati, che presumibilmente si sono allargati durante questa emergenza sanitaria; al rafforzamento delle motivazioni individuali e collettive e dei fattori relazionali ed emotivi come fattori chiave per affrontare la scuola. Anche perché, come afferma uno studio internazionale del 2018, l’uso anche intensivo di strumenti come pc, tablet e smartphone di per sé non garantisce lo sviluppo di competenze digitali sofisticate davvero utili per l’apprendimento. Ciò significa che non sono solo i docenti a dover essere educati alla didattica on line, ma anche gli studenti, nonostante siano nativi digitali.

Ciò è grave soprattutto perché la quota di abbandoni scolastici in Italia, pari al 13,5% del 2019, è ancora lontana alla media europea del 10,2% e non ha raggiunto l’obiettivo della strategia Europa 2020 della Commissione Europea di scendere sotto la soglia del 10% entro quest’anno. Preoccupante è, inoltre, la lettura in chiave territoriale: al Sud si arriva al 16,7%, nelle Isole addirittura al 21,4%. Questa situazione è aggravata dai risultati dei Rapporti INVALSI, secondo cui ci sono percentuali elevatissime di alunni all’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado che non raggiungono livelli adeguati di competenze in italiano, matematica e inglese; al Sud e nelle Isole raggiungono anche il 50%. Questa è una dispersione implicita, che, assieme all’abbandono precoce, ha un’incidenza più elevata sugli studenti con cittadinanza non italiana.

Leggi il rapporto I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia

LA SCUOLA È FINITA? Lockdown, diritto all’istruzione, libertà educativa – incontro online 11 dicembre

5° incontro del ciclo di approfondimenti : “Osservare, giudicare, intervenire: pandemia & nuovi scenari”

Venerdì, 11 dicembre Ore 18.30-20.00 (CET Rome)

 

 

DESCRIZIONE 

L’indebolimento della scuola in Italia, fra chiusura e riapertura, incombe minaccioso sul diritto all’istruzione delle nuove generazioni e rischia di compromettere l’alleanza fra scuola e famiglia basata sul diritto naturale alla libertà di educazione nonché la libera iniziativa privata in ambito scolastico, penalizzata fortemente dalla pandemia. I sette milioni di ragazzi che vanno alla statale costano 8.500 euro l’anno a testa. I 900mila allievi delle paritarie, invece, costano allo Stato soltanto 500 euro l’anno a testa.

Con il sistema della deducibilità integrale si può scegliere liberamente tra scuola statale e paritaria e si innalza il livello qualitativo di tutte le scuole, sotto lo sguardo di uno Stato garante. Mentre i paesi che trent’anni fa uscivano dal comunismo hanno scelto saggiamente di investire in una sana collaborazione tra pubblico e privato per non ricadere nel regime, l’Italia, che ha una democrazia più “antica”, si è permessa il lusso di fomentare un dualismo tra pubblico e privato, che, in realtà cela la solita guerra intestina tra Stato e Chiesa.

 

RELATORE 

Suor Anna Monia Alfieri dal 2016 fa parte della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI. Numerosi sono i suoi contributi scientifici su Riviste specializzate. Tra i suoi Saggi: La buona Scuola Pubblica per tutti Statale e Paritaria (in collaborazione con M. C. Parola e M. Moltedo, Laterza, Bari 2010); Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato (in collaborazione con M. Grumo e M. C. Parola, Giappichelli, Torino 2015); Lettera ai politici sulla libertà di scuola (in collaborazione con Dario Antiseri, Rubbettino 2018).

Si è laureata in Giurisprudenza e in Economia, conseguendo anche il Diploma Superiore di Scienze Religiose. È legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline.

MODERATORI
Dott. Benedetto Delle Site, Presidente UCID Giovani Lazio e Vicepresidente UCID Giovani nazionaleDott. Michael Severance, Direttore Affari e Relazioni Esterne – Istituto ActonDott. Jacopo Coghe, Socio UCID Giovani Roma e Vicepresidente Pro-Vita e Famiglia OnlusOffrono riflessioni ulteriori:

On. Gian Luca Galletti, Presidente nazionale UCID

Sen. Riccardo Pedrizzi, Presidente UCID Gruppo Regionale Lazio e Presidente Comitato Tecnico Scientifico UCID nazionale

Mons. Paolo Selvadagi, Vescovo ausiliare di Roma e Consulente spirituale UCID Gruppo Regionale Lazio

 

Collegarsi tramite Zoom Meeting

l’11 dicembre 2020

Inizio ore 18.30 – fine ore 20.00 

 

Zoom Link

https://zoom.us/j/93136103148?pwd=Q0tmVm1UREFZQXRHNWZmTTZzR1FhZz09

 

ID riunione: 931 3610 3148

Passcode: 12345

N.B. Il link di Zoom sarà attivo mezz’ora prima dell’inizio (dalle 18.00)

RSVP: Via email

3 dicembre 2020: Giornata Mondiale delle persone con disabilità- LINK EVENTO ONLINE

Il 3 dicembre 2020, GIORNATA MONDIALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, avrà luogo un evento nazionale ed un momento di preghiera vissuto con gli altri uffici e servizi delle altre Nazioni.

A breve sarà disponibile il programma.

L’evento, che si svolgerà online tramite la piattaforma “Cisco Webex Events” e sarà trasmesso attraverso i canali Youtube e Facebook della Conferenza Episcopale Italiana, è indirizzato a tutti gli operatori pastorali che sono impegnati territorialmente nella “pastorale delle persone con disabilità” nei suoi vari aspetti (Diocesano, regionale, associazioni, movimenti, strutture residenziali e realtà carismatiche).

Tramite questo link è possibile effettuare l’iscrizione (entro il 30 novembre), obbligatoria per poter accedere all’evento.

 

Per ogni evenienza è possibile rivolgersi alla segreteria del Servizio, per telefono al n. 06-66398.311, oppure tramite email all’indirizzo pastoraledisabili@chiesacattolica.it.

 

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