Alcuni scatti del convegno

Giovani generazioni e «Ricostruzione del cristianesimo»

Il Convegno «IRC–2018» è stata la prima attività della nuova programmazione triennale. La programmazione precedente (2014-2017) si concentrò sui concetti di educazione, apprendimento, insegnamento e istruzione; il nuovo triennio (2017-2010), in linea di continuità con quello anteriore, questo si colloca più esplicitamente nell’ambito della «formazione permanente» dei professori che lavorano all’interno dell’«IRC».

Questa formazione triennale si orienterà in tre direzioni: 1/ «Conoscenza-comprensione» delle giovani generazioni, in sintonia anche con i lavori del prossimo «Sinodo» (2017-2018); 2/ Formazione culturale e teologica (2018-2019); 3/ Formazione pedagogica in relazione al binomio «IRC-identità cristiana» (2019-2020).

Nell’orizzonte di questo progetto, il primo anno della nuova programmazione è dedicato al tema GIOVANI GENERAZIONI E «RICOSTRUZIONE DEL CRISTIANESIMO», ed ha preso avvio con questo convegno dal titolo «I giovani, la fede e la religione» con l’obiettivo d’individuare alcuni tratti fondamentali delle nuove generazioni per «pensare e costruire» con loro la fede e la religione, considerando anche l’ipotesi della possibile «riconversione del cristianesimo» che la loro vita porta spontaneamente avanti.

Proprio perché si vuole pensare e costruire con i giovani, il convegno ha stimolato la partecipazione attiva dei partecipanti tramite la creazione e organizzazione di un «FORUM-IRC» nella piattaforma «GECO».

Programma IRC aggiornamento2018

 

Alcune foto:

 

Papa Francesco: con la logica del “si è sempre fatto così” la Chiesa invecchia

Dialogo a tutto campo con i giovani. Parlando in gran parte a braccio e rispondendo alle loro domande, Francesco ha aperto il pre-Sinodo chiedendo ai 300 giovani provenienti dai cinque continenti di aiutare la Chiesa ad abbandonare la logica velenosa del “si è sempre fatto così”. Rispondendo alla domanda di una giovane vittima della tratta, il Papa ha usato parole molto forti: la tratta “è un crimine contro l’umanità, un delitto contro l’umanità, e nasce da una mentalità malata”. Francesco ha fatto notare che in Italia il 90% dei clienti sono battezzati, cattolici, e ha chiesto perdono per loro.

“La gioventù non esiste, esistono i giovani”. I loro volti, i loro sguardi, le loro storie, i loro dubbi, le loro illusioni, la loro audacia nell’affrontare il futuro con coraggio e parresìa. È all’insegna della concretezza e della volontà di ascolto il discorso, in gran parte pronunciato a braccio, con cui il Papa ha aperto il pre-Sinodo dei giovani in corso in Vaticano con 300 ragazzi da tutti i Continenti che si confronteranno per una settimana per elaborare un documento che diverrà parte integrante – come ha garantito lo stesso Francesco – dell’appuntamento di ottobre. La faccia tosta, il coraggio, la capacità di ridere e di piangere, persino i tatuaggi trovano posto nelle parole del Papa, che dopo le testimonianze dei rappresentanti dei cinque continenti ha dialogato ancora a braccio rispondendo ad altre domande dei giovani su argomenti come la tratta, il discernimento, le insidie del mondo digitale, le malattie da evitare nella Chiesa. Che solo con i giovani non invecchia ed è in grado di trovare un antidoto alla logica velenosa del “si è sempre fatto così”.

             “Nei momenti difficili il Signore fa andare avanti la storia con i giovani”,

dice Francesco citando la vicenda di Samuele. I giovani non hanno vergogna. Hanno più forza per ridere, anche per piangere.

“La gioventù non esiste, esistono i giovani”.

Francesco rifiuta con decisione una lettura semplicisticamente sociologica dell’universo giovanile: “Esistono storie, volti, sguardi, illusioni, esistono i giovani”. Parlare della gioventù è facile, basta procedere per astrazioni o percentuali: la via maestra è invece quella di seguire i giovani, che certo “non sono il Premio Nobel della prudenza”. “Qualcuno pensa che sarebbe più facile tenervi a distanza di sicurezza, così da non farsi provocare da voi”, il monito: “Ma non basta scambiarsi qualche messaggino o condividere foto simpatiche. I giovani vanno presi sul serio!”.

“Mi sembra che siamo circondati da una cultura che, se da una parte idolatra la giovinezza cercando di non farla passare mai, dall’altra esclude tanti giovani dall’essere protagonisti”, la denuncia del Papa: “È la filosofia del trucco”, di quegli adulti che si truccano per sembrare più giovani ma poi non fanno spazio ai giovani, li lasciano giovani, non li lasciano crescere.

 

“Spesso siete emarginati dalla vita pubblica e vi trovate a mendicare occupazioni che non vi garantiscono un domani”, le parole per stigmatizzare i dati sulla disoccupazione giovanile. Un giovane che non trova lavoro “si ammala di depressione, cade nelle dipendenze, si suicida”. “Le statistiche sui suicidi giovanili sono tutte truccate”, tuona il Papa. “Questo è un peccato sociale, e la società è responsabile di questo”, esclama.

Con il Sinodo, spiega Francesco, la Chiesa vuole

“mettersi in ascolto dei giovani, nessuno escluso”, “non per fare politica o per una artificiale ‘giovano-filia’, ma perché abbiamo bisogno di capire meglio quello che Dio e la storia ci sta chiedendo”.

“Cosa cerchi nella tua vita? Dillo, ci farà bene ascoltarlo. Di questo abbiamo bisogno: di sentire il vostro cammino nella vita”, la domanda-simbolo del tema dell’appuntamento di ottobre: il discernimento.

“I giovani oggi chiedono alla Chiesa vicinanza”: no, allora, ai “guanti bianchi”, alla tentazione di “prendere le distanze per non sporcarsi le mani”, sì invece alla sfida di ringiovanire la Chiesa imparando dai giovani a “lottare contro ogni egoismo e a costruire con coraggio un giorno migliore”, come ha chiesto loro il messaggio del Concilio.

“Un uomo, una donna che non rischia non matura: un’istituzione che fa scelte per non rischiare rimane bambina, non cresce”, il monito del Papa: se un giovane non rischia va in pensione a 20 anni, e con lui invecchia anche la Chiesa.

 

Sono i giovani, per Francesco, l’antidoto alla logica del “si è sempre fatto così”,

che è un veleno per la Chiesa, “ma un veleno dolce, perché ti tranquillizza l’anima, ti lascia come anestetizzato e non ti fa camminare”. “Un passo avanti”, ma guardando le radici, l’itinerario di marcia suggerito ai giovani. La loro impronta è la creatività, ma le radici sono i vecchi, i nonni, quelli che hanno vissuto la vita e che sono vittime dalla “cultura dello scarto”.

La tratta “è un crimine contro l’umanità, un delitto contro l’umanità, e nasce da una mentalità malata”, secondo la quale “la donna va sfruttata”. Rispondendo alla domanda di una giovane vittima della tratta, il Papa fa notare che in Italia il 90% dei clienti sono battezzati, cattolici, e chiede perdono per loro.

Il mondo virtuale non va demonizzato, ma se non è adeguatamente padroneggiato “può arrivare ad un livello di alienazione così grande che rende la nostra società non soltanto liquida, come diceva il grande Bauman, ma gassosa”. “Usare il mondo virtuale ma con i piedi per terra”, perché non ci schiavizzi, la ricetta in risposta ad una giovane argentina di Scholas Occurrentes.

Il clericalismo e lo spiritualismo esagerato sono due malattie che vanno assolutamente evitate, spiega Francesco ad un seminarista di Leopoli. “Quando tu vedi un prete mondano, è brutto, è peggio”, incalza il Papa. Ma anche le nostre comunità hanno i loro vizi, come il terrorismo delle chiacchiere.

“Con i giovani non ci si deve spaventare mai”, neanche dei tatuaggi, perché “sempre, dietro alle cose non tanto buone c’è qualcosa che ci fa arrivare a qualche verità”.

“La vera formazione religiosa nella vita consacrata deve avere quattro pilastri: vita spirituale, vita intellettuale, vita comunitaria e vita apostolica”, ricorda Francesco ad una giovane suora cinese che studia teologia a Roma e che gli regala una sciarpa rossa, calda e del colore della gioia. “Il demonio entra dalle tasche”, avverte stigmatizzando i preti e le suore attaccati ai soldi.

GIOVANI GENERAZIONI E «RICOSTRUZIONE DEL CRISTIANESIMO»

Il Convegno «IRC–2018» è la prima attività della nuova programmazione triennale. La programmazione precedente (2014-2017) si concentrò sui concetti di educazione, apprendimento, insegnamento e istruzione; il nuovo triennio (2017-2010), in linea di continuità con quello anteriore, si colloca più esplicitamente nell’ambito della «formazione permanente» dei professori che lavorano all’interno dell’«IRC». Inoltre, questa formazione si orienterà in tre direzioni: 1/ «Conoscenza-comprensione» delle giovani generazioni, in sintonia anche con i lavori del prossimo «Sinodo» (2017-2018); 2/ Formazione culturale e teologica (2018-2019); 3/ Formazione pedagogica in relazione al binomio «IRC-identità cristiana» (2019-2020).

Nell’orizzonte di questo progetto, il primo anno della nuova programmazione è dedicato al tema GIOVANI GENERAZIONI E «RICOSTRUZIONE DEL CRISTIANESIMO», si inizia con questo convegno su «I giovani, la fede e la religione» e il seguente obiettivo fondamentale: Individuare alcuni tratti fondamentali delle nuove generazioni per «pensare e costruire» con loro la fede e la religione, considerando anche l’ipotesi della possibile «riconversione del cristianesimo» che la loro vita porta spontaneamente avanti. Proprio perché si vuole pensare e costruire con i giovani, tale obiettivo include la creazione e organizzazione di un «FORUM-IRC» nella piattaforma «GECO».

 

Iscrizioni e informazioni

Segreteria Istituto di Catechetica

Università Pontificia Salesiana

Piazza Ateneo Salesiano, 1

00139 Roma.

¡ Tel. 06 87290651

¡ Fax 06 87290.354 

¡ E-mail: catechetica@unisal.it

  „ Orario di ufficio: Martedì e Giovedì, dalle 9 alle 12.30.

„ Le iscrizioni al Convegno devono pervenire via Fax o Mail entro il 5 marzo 2018 alla Segreteria

 

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Convegno IRC dépliant 2018

Programma IRC aggiornamento2018

Scheda d’iscrizione al Convegno IRC 2018

Informazioni logistiche per iscrizione

 

Messaggio del Santo Padre Francesco per la Quaresima 2018

Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti» (Mt 24,12)

Cari fratelli e sorelle,

ancora una volta ci viene incontro la Pasqua del Signore! Per prepararci ad essa la Provvidenza di Dio ci offre ogni anno la Quaresima, «segno sacramentale della nostra conversione»,[1] che annuncia e realizza la possibilità di tornare al Signore con tutto il cuore e con tutta la vita.

Anche quest’anno, con il presente messaggio, desidero aiutare tutta la Chiesa a vivere con gioia e verità in questo tempo di grazia; e lo faccio lasciandomi ispirare da un’espressione di Gesù nel Vangelo di Matteo: «Per il dilagare dell’iniquità l’amore di molti si raffredderà» (24,12).

Questa frase si trova nel discorso che riguarda la fine dei tempi e che è ambientato a Gerusalemme, sul Monte degli Ulivi, proprio dove avrà inizio la passione del Signore. Rispondendo a una domanda dei discepoli, Gesù annuncia una grande tribolazione e descrive la situazione in cui potrebbe trovarsi la comunità dei credenti: di fronte ad eventi dolorosi, alcuni falsi profeti inganneranno molti, tanto da minacciare di spegnere nei cuori la carità che è il centro di tutto il Vangelo.

I falsi profeti

Ascoltiamo questo brano e chiediamoci: quali forme assumono i falsi profeti?

Essi sono come “incantatori di serpenti”, ossia approfittano delle emozioni umane per rendere schiave le persone e portarle dove vogliono loro. Quanti figli di Dio sono suggestionati dalle lusinghe del piacere di pochi istanti, che viene scambiato per felicità! Quanti uomini e donne vivono come incantati dall’illusione del denaro, che li rende in realtà schiavi del profitto o di interessi meschini! Quanti vivono pensando di bastare a sé stessi e cadono preda della solitudine!

Altri falsi profeti sono quei “ciarlatani” che offrono soluzioni semplici e immediate alle sofferenze, rimedi che si rivelano però completamente inefficaci: a quanti giovani è offerto il falso rimedio della droga, di relazioni “usa e getta”, di guadagni facili ma disonesti! Quanti ancora sono irretiti in una vita completamente virtuale, in cui i rapporti sembrano più semplici e veloci per rivelarsi poi drammaticamente privi di senso! Questi truffatori, che offrono cose senza valore, tolgono invece ciò che è più prezioso come la dignità, la libertà e la capacità di amare. E’ l’inganno della vanità, che ci porta a fare la figura dei pavoni… per cadere poi nel ridicolo; e dal ridicolo non si torna indietro. Non fa meraviglia: da sempre il demonio, che è «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8,44), presenta il male come bene e il falso come vero, per confondere il cuore dell’uomo. Ognuno di noi, perciò, è chiamato a discernere nel suo cuore ed esaminare se è minacciato dalle menzogne di questi falsi profeti. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato, superficiale, ma riconoscere ciò che lascia dentro di noi un’impronta buona e più duratura, perché viene da Dio e vale veramente per il nostro bene.

Un cuore freddo

Dante Alighieri, nella sua descrizione dell’inferno, immagina il diavolo seduto su un trono di ghiaccio;[2] egli abita nel gelo dell’amore soffocato. Chiediamoci allora: come si raffredda in noi la carità? Quali sono i segnali che ci indicano che in noi l’amore rischia di spegnersi?

Ciò che spegne la carità è anzitutto l’avidità per il denaro, «radice di tutti i mali» (1 Tm 6,10); ad essa segue il rifiuto di Dio e dunque di trovare consolazione in Lui, preferendo la nostra desolazione al conforto della sua Parola e dei Sacramenti.[3] Tutto ciò si tramuta in violenza che si volge contro coloro che sono ritenuti una minaccia alle nostre “certezze”: il bambino non ancora nato, l’anziano malato, l’ospite di passaggio, lo straniero, ma anche il prossimo che non corrisponde alle nostre attese.

Anche il creato è testimone silenzioso di questo raffreddamento della carità: la terra è avvelenata da rifiuti gettati per incuria e interesse; i mari, anch’essi inquinati, devono purtroppo ricoprire i resti di tanti naufraghi delle migrazioni forzate; i cieli – che nel disegno di Dio cantano la sua gloria – sono solcati da macchine che fanno piovere strumenti di morte.

L’amore si raffredda anche nelle nostre comunità: nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium ho cercato di descrivere i segni più evidenti di questa mancanza di amore. Essi sono: l’accidia egoista, il pessimismo sterile, la tentazione di isolarsi e di impegnarsi in continue guerre fratricide, la mentalità mondana che induce ad occuparsi solo di ciò che è apparente, riducendo in tal modo l’ardore missionario.[4]

Cosa fare?

Se vediamo nel nostro intimo e attorno a noi i segnali appena descritti, ecco che la Chiesa, nostra madre e maestra, assieme alla medicina, a volte amara, della verità, ci offre in questo tempo di Quaresima il dolce rimedio della preghiera, dell’elemosina e del digiuno.

Dedicando più tempo alla preghiera, permettiamo al nostro cuore di scoprire le menzogne segrete con le quali inganniamo noi stessi,[5] per cercare finalmente la consolazione in Dio. Egli è nostro Padre e vuole per noi la vita.

L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa. A questo proposito faccio mia l’esortazione di san Paolo, quando invitava i Corinti alla colletta per la comunità di Gerusalemme: «Si tratta di cosa vantaggiosa per voi» (2 Cor 8,10). Questo vale in modo speciale nella Quaresima, durante la quale molti organismi raccolgono collette a favore di Chiese e popolazioni in difficoltà. Ma come vorrei che anche nei nostri rapporti quotidiani, davanti a ogni fratello che ci chiede un aiuto, noi pensassimo che lì c’è un appello della divina Provvidenza: ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli; e se Egli oggi si serve di me per aiutare un fratello, come domani non provvederà anche alle mie necessità, Lui che non si lascia vincere in generosità?[6]

Il digiuno, infine, toglie forza alla nostra violenza, ci disarma, e costituisce un’importante occasione di crescita. Da una parte, ci permette di sperimentare ciò che provano quanti mancano anche dello stretto necessario e conoscono i morsi quotidiani dalla fame; dall’altra, esprime la condizione del nostro spirito, affamato di bontà e assetato della vita di Dio. Il digiuno ci sveglia, ci fa più attenti a Dio e al prossimo, ridesta la volontà di obbedire a Dio che, solo, sazia la nostra fame.

Vorrei che la mia voce giungesse al di là dei confini della Chiesa Cattolica, per raggiungere tutti voi, uomini e donne di buona volontà, aperti all’ascolto di Dio. Se come noi siete afflitti dal dilagare dell’iniquità nel mondo, se vi preoccupa il gelo che paralizza i cuori e le azioni, se vedete venire meno il senso di comune umanità, unitevi a noi per invocare insieme Dio, per digiunare insieme e insieme a noi donare quanto potete per aiutare i fratelli!

Il fuoco della Pasqua

Invito soprattutto i membri della Chiesa a intraprendere con zelo il cammino della Quaresima, sorretti dall’elemosina, dal digiuno e dalla preghiera. Se a volte la carità sembra spegnersi in tanti cuori, essa non lo è nel cuore di Dio! Egli ci dona sempre nuove occasioni affinché possiamo ricominciare ad amare.

Una occasione propizia sarà anche quest’anno l’iniziativa “24 ore per il Signore”, che invita a celebrare il Sacramento della Riconciliazione in un contesto di adorazione eucaristica. Nel 2018 essa si svolgerà venerdì 9 e sabato 10 marzo, ispirandosi alle parole del Salmo 130,4: «Presso di te è il perdono». In ogni diocesi, almeno una chiesa rimarrà aperta per 24 ore consecutive, offrendo la possibilità della preghiera di adorazione e della Confessione sacramentale.

Nella notte di Pasqua rivivremo il suggestivo rito dell’accensione del cero pasquale: attinta dal “fuoco nuovo”, la luce a poco a poco scaccerà il buio e rischiarerà l’assemblea liturgica. «La luce del Cristo che risorge glorioso disperda le tenebre del cuore e dello spirito»,[7] affinché tutti possiamo rivivere l’esperienza dei discepoli di Emmaus: ascoltare la parola del Signore e nutrirci del Pane eucaristico consentirà al nostro cuore di tornare ad ardere di fede, speranza e carità.

Vi benedico di cuore e prego per voi. Non dimenticatevi di pregare per me.

Dal Vaticano, 1° novembre 2017
Solennità di Tutti i Santi

FRANCESCO

________________________

[1] Messale Romano, I Dom. di Quaresima, Orazione Colletta.
[2] «Lo ’mperador del doloroso regno / da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia» (Inferno XXXIV, 28-29).
[3] «E’ curioso, ma tante volte abbiamo paura della consolazione, di essere consolati. Anzi, ci sentiamo più sicuri nella tristezza e nella desolazione. Sapete perché? Perché nella tristezza ci sentiamo quasi protagonisti. Invece nella consolazione è lo Spirito Santo il protagonista» (Angelus, 7 dicembre 2014).
[4] Nn. 76-109.
[5] Cfr Benedetto XVI, Lett. Enc. Spe salvi, 33.
[6] Cfr Pio XII, Lett. Enc. Fidei donum, III.
[7] Messale Romano, Veglia Pasquale, Lucernario.

VERITATIS GAUDIUM

“Imprimere agli studi ecclesiastici quel rinnovamento sapiente e coraggioso che è richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa in uscita”. È l’obiettivo principale della Costituzione apostolica “Veritatis gaudium” di Papa Francesco, diffusa lunedì 29 gennaio per riformare e aggiornare gli studi delle Università Cattoliche e delle Università ecclesiastiche. Il testo arriva 39 anni dopo la costituzione “Sapientia Christiana” promulgata da Giovanni Paolo II nel 1979.
La Costituzione apostolica è disponibile sul sito del Servizio nazionale per gli Studi superiori di teologia e scienze religiose.

Accompagnamento spirituale dei giovani: buone pratiche

GIORNATA DI STUDIO (Roma, 15 dicembre 2017)

«La Chiesa desidera mettersi in ascolto della vostra voce, della vostra sensibilità, della vostra fede; perfino dei vostri dubbi e delle vostre critiche. Fate sentire il vostro grido, lasciatelo risuonare nelle comunità e fatelo giungere ai pastori». Sono le parole che papa Francesco rivolse ai giovani, nella sua Lettera in occasione della presentazione del documento preparatorio al Sinodo dei Giovani (ottobre 2018): «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale». È una grande opportunità per noi adulti, non solo per aprire un confronto franco con i giovani, mettendoci in loro ascolto allo scopo di percepire la voce del Signore che risuona oggi nella Chiesa, ma anche per interrogarci sulla nostra fede e su come accompagnarli a riconoscere ed accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza.

In questo cammino ecclesiale si inserisce la Giornata di studio organizzata dall’Istituto di Teologia spirituale dell’Università Pontificia Salesiana che si terrà nella mattina del 15 dicembre. Le quattro proposte di accompagnamento che verranno presentate sono ben differenziate, come diversi sono i giovani protagonisti della missione educativa, ma hanno un obiettivo comune: accompagnare la loro crescita integrale proponendo gradualmente come meta una misura alta di vita umana e cristiana. L’associazione dei laici impegnati nell’Azione Cattolica, eredi di una lunga storia a servizio della Chiesa nelle singole diocesi, si propone di avviare i giovani verso la responsabilità in un cammino personale e comunitario di formazione cristiana. L’Associazione privata internazionale che unisce i fedeli di Nuovi Orizzonti, iniziata nel ’91 e approvata dalla Santa Sede l’8 dicembre del 2010, predilige l’incontro con giovani che vivono in situazioni di grave disagio ed hanno fatto della strada la loro casa. La Comunità Canção Nova, che ha preso inizio con un gruppo di dodici persone nel 1978 e fu riconosciuta dalla Chiesa nel 2008 come Associazione internazionale di fedeli, promuove l’esperienza dell’incontro comunitario dei giovani valorizzando in modo particolare l’utilizzo dei media e dei new-media. Suor Aurora Consolini, Figlia di Maria Ausiliatrice, accompagna i ragazzi del Carcere, a Casal del Marmo, infondendo in loro speranza per un futuro tutto da ricostruire.

Trattandosi di una attività complementare al corso istituzionale di Accompagnamento spirituale dei giovani, sono stati gli studenti stessi a proporre un momento di forte riflessione e di condivisione, non tanto sulla “teoria” dell’accompagnamento, quanto sulla sua prassi. Sulla falsariga della terza parte del Documento Preparatorio del Sinodo, essi hanno chiesto ai responsabili delle diverse proposte formative di poter far vedere come riescono ad uscire, vedere e chiamare i giovani. A questo scopo, hanno anche formulato alcune precise domande: 

  • Quali sono le problematiche più urgenti della vita dei giovani?

  • Nel vostro primo approccio coi giovani, quali difficoltà avete riscontrato? Come ne siete usciti?

  • Come rispondete ai bisogni concreti dei giovani oggi? Quali percorsi proponete?

  • Ciò che proponete, viene accolto dai giovani? Ci sono delle resistenze?

  • Come fate per raggiungere altri collaboratori? Avete dei percorsi per formatori? 

  • Quali sono i rischi dell’accompagnamento nella relazione con i giovani?

  • Avete da chiedere qualcosa ai Centri di Studio come il nostro? Cosa potremmo fare?

    Una società sempre più rumorosa ha bisogno di credenti autorevoli, con chiara identità umana, solida appartenenza ecclesiale, visibile qualità spirituale, vigorosa passione educativa e profonda capacità di discernimento per aiutare i giovani a fare rilettura delle loro esperienze ed ascoltare la propria coscienza. È l’augurio che esprimiamo offrendo questa iniziativa ai giovani studenti, docenti e amici dell’Università Pontificia Salesiana.

     

    Jesus Manuel García Gutiérrez

     

Sinodo e giovani

La giornata dei Curricoli dell’Istituto di Catechetica si è svolto presso il Collegio Messicano. È stata un’esperienza positiva di conoscenza e condivisione tra studenti e docenti.

Dopo l’accoglienza dei partecipanti con un buon caffè, abbiamo affidato la nostra giornata a Dio prima di affrontare il tema catechetico-pastorale: Sinodo e giovani, presentato con l’abituale competenza dal prof. José Luis Moral, docente ordinario presso dell’Università Pontificia Salesiana.

La riflessione ha posto l’attenzione non tanto su cosa fare ‘per’ i giovani quanto su come costruire ‘con’ i giovani attraverso l’ascolto e il dialogo: Ascoltare ed essere dalla parte dei giovani: 1. Simpatia, «sentire con loro», compassione (ragione compassionevole: «intellectus misericordiae»); 2. PG: più che trasmettere una buona notizia ben strutturata, consiste piuttosto nell’andare con speranza verso i giovani per scoprire con loro, nei loro luoghi di vita, nel cuore della loro esistenza, le tracce del Risorto”.

Nei laboratori i cinque gruppi hanno avuto la possibilità di confrontarsi su quanto ascoltato per poi sottoporre nel plenario le opinioni e le domande emerse nel dialogo.

L’Eucaristia ha concluso la mattinata. A cui ha fatto seguito il pranzo con degustazione di cibi tradizionali messicani seguiti da canti tradizionali del Messico.

Prima della conclusione c’è stato un incontro degli studenti dei diversi curricoli per esprimere una loro valutazione sul primo mese di attività, per evidenziare gli aspetti positivi e quelli da migliorare.

Una giornata ben riuscita grazie al coordinamento del prof. Stanislaw Wierzbicki, all’animazione dei rappresentanti dei diversi corsi, e al contributo di tutti i partecipanti. Ha permesso di conoscerci meglio per continuare il cammino accademico e prepararci alla celebrazione del Sinodo.

 

Alcune foto dell’evento:

“Catechismo della Chiesa Cattolica” nuovo Commento Teologico – Pastorale

25 anni fa veniva promulgato da Giovanni Paolo II il Catechismo della Chiesa Cattolica, risultato della collaborazione e della consultazione di tutto l’episcopato della Chiesa Cattolica. In occasione dell’anniversario, il Gruppo Editoriale San Paolo, in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana, presenta una speciale edizione del Catechismo della Chiesa Cattolica, corredata da un nuovo Commento Teologico-Pastorale,con l’obiettivo di rendere il Catechismo un sussidio indispensabile e un aiuto concreto per saper rispondere alle grandi sfide che il mondo di oggi pone dinanzi ai credenti.

Coordinati da mons. Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, esperti di tutto il mondo, tenendo soprattutto conto dei cambiamenti avvenuti in questi anni e della pubblicazione di importanti documenti del Magistero dopo la promulgazione del Catechismo, rileggono i diversi articoli del Catechismo alla luce dei grandi temi della vita quotidiana: la ricerca di Dio, la fede, la Chiesa, i sacramenti, i comandamenti, la preghiera, etc.

Gli autori del commento sono tra i massimi esperti mondiali: Enzo Bianchi, Goffredo Boselli, Anna Maria Cànopi, Ignace de la Potterie, Aristide Fumagalli, Luis Ladaria, Cettina Militello, Salvador Pié-Ninot, Maria Pilar del Rio, Christoph Schönborn, Ina Siviglia, Thomas Joseph White e Jared Wicks.

l’11 ottobre si è svolta, nell’Aula Nuova del Sinodo in Vaticano, una solenne commemorazione, promossa dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e presieduta da Papa Francesco. Durante l’incontro è stata presentata la nuova edizione del Catechismo che include nello stesso volume, oltre il testo integrale, il nuovo Commento Teologico – Pastorale.  

Al seguente link è possibile leggere il discorso pronunciato ieri dal Santo Padre:

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/october/documents/papa-francesco_20171011_convegno-nuova-evangelizzazione.html

 

Inviamo in allegato:

– il comunicato stampa (disponibile anche al seguente link: http://www.gruppoeditorialesanpaolo.it/area-stampa/2017/catechismo-della-chiesa-cattolica-rino-fisichella-a-cura-di);

– la copertina del volume;

Presentazione di Papa Francesco;

 Introduzione di mons. Fisichella;

il pdf con l’Indice del nuovo Commento Teologico – Pastorale.

Rimaniamo a disposizione per eventuali richieste.

 

Un cordiale saluto,

Alessandro Fuso

 

 

Ufficio Comunicazione

Gruppo Editoriale San Paolo

Via Giotto, 36 – 20145 Milano

Office : +39 02-48072561

 

“L’educazione secondo Francesco”

Io amo la scuola, io l´ho amata da alunno, da studente e da insegnante. E poi da Vescovo. Papa Francesco, (10 maggio 2014)    
L´educazione secondo Francesco”.
Il pensiero pedagogico del Papa è il tema  che si è scelto  per la X giornata pedagogica della scuola cattolica con lo scopo di fare il punto sulla “pedagogia” di Papa Francesco analizzandola nel quandro dell´azione pastorale della Chiesa univerale e nel contesto della riflessione pedagogica contemporanea.

La condizione giovanile in Italia: il Rapporto Giovani

Il Rapporto Giovani dell’Istituto Toniolo, giunto alla quarta edizione, è diventato in questi anni un solido punto di riferimento sulla complessa e dinamica realtà giovanile.

Oltre all’aggiornamento annuale sulle scelte formative, sui percorsi lavorativi, sulla progettazione di una propria famiglia, su valori, aspettative e atteggiamento verso le istituzioni delle nuove generazioni, il Rapporto 2017 contiene tre focus dedicati ad altrettanti temi chiave:  il primo riguarda lo scenario post Brexit e le possibilità di rilancio di un processo in grado di superare nuovi timori e vecchi confini. Il secondo, dedicato alle nuove tecnologie di comunicazione e ai social network, analizza come stia mutando quantitativamente e qualitativamente il loro uso e quale sia l’impatto di tale mutamento sulla vita sociale e relazionale. Il terzo, infine, riguarda le condizioni di vulnerabilità e disagio, con un’analisi sia dell’aspetto emotivo sia di quello comportamentale, in connessione con il contesto familiare, sociale ed educativo.

Il filo rosso che unisce i vari capitoli è il racconto di una generazione in equilibrio precario tra rischi da cui difendersi e opportunità a cui tendere, penalizzata da freni culturali e istituzionali che non permettono una piena valorizzazione di potenzialità troppo spesso misconosciute e sottoutilizzate.

In libreria dal 20 aprile il nuovo volume di Rapporto giovani 2017 edito da il Mulino

25 febbraio 2017 – RedazTonPortfolio-home

 

I temi trattati nel Rapporto

Il Rapporto Giovani mette a disposizione dati, analisi, riflessioni, proposte di intervento che consentano di migliorare la conoscenza e la capacità di azione sulla realtà giovanile, confermandosi uno strumento utile non solo ai ricercatori, ma anche agli stessi giovani, alle loro famiglie, agli educatori, ai giornalisti, agli imprenditori e ai decisori pubblici.
La nuova edizione ci offre un quadro aggiornato di questo “capitale umano in formazione”, illustrandone i valori di riferimento, le aspettative, l’impegno sociale, le scelte formative, i percorsi professionali. Ecco perché si tratta di un prezioso punto di riferimento per chi vuole essere aggiornato su comportamenti e aspirazioni delle giovani generazioni nel nostro Paese.
L’edizione 2016 propone, inoltre, approfondimenti specifici su temi attuali come la sfida del confronto multiculturale, la fruizione del tempo libero, le startup e la sharing economy.
Ne emerge un ritratto a tutto tondo delle nuove generazioni, fragili di fronte alle molte difficoltà del presente, ma anche “affamate” di opportunità e di occasioni per mettersi in gioco.


Gli autori:

  • Sara Alfieri

  • Rita Bichi

  • Fabio Introini

  • Elena Marta

  • Daniela Marzana

  • Diego Mesa

  • Ivana Pais

  • Cristina Pasqualini

  • Maura Pozzi

  • Alessandro Rosina

  • Emiliano Sironi

  • Pierpaolo Triani