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“Catechetica”
Luciano Meddi

Luciano Meddi

 

 

 

 

Nel XX secolo, sotto l’influsso del Vaticano II, la catechesi e la sua riflessione scientifica – la catechetica – hanno ricercato le vie più adatte per collaborare alla conversione missionaria, assumendo via via uno stile sempre più dialogico e propositivo.

Una conversione richiesta dall’evidente trasformazione del ruolo della religione nelle culture contemporanee, soprattutto in Europa.

Di conseguenza anche la formazione cristiana è stata invitata a rinnovarsi nel metodo, nell’annuncio, nella relazione con le culture, nel processo di proposta e iniziazione cristiana.

Il Concilio Vaticano II ne ha sollecitato diversi approfondimenti, che riguardano l’educazione dei cristiani, l’annuncio permanente della fede, l’accompagnamento della sua maturità, l’inserimento vivo dei battezzati nella Chiesa.

Questi approfondimenti hanno seguito le diverse stagioni della receptio conciliare. Dapprima si è proposta la catechesi evangelizzatrice, con lo scopo di dare nuovo alimento alla tradizione e alla vita di fede delle comunità cristiane; successivamente si è preferito un impianto missionario finalizzato a dare sostegno alla nuova evangelizzazione, per rafforzare la domanda di sacramento.

Oggi si è alla ricerca di una visione che si concentri soprattutto sui processi interiori e spirituali della persona a cui si rivolge il messaggio cristiano.

Storia della Catechesi. 2.

Dire Dio nel Medioevo

Ponendosi in continuità con il testo di R. Murawski, Storia della catechesi, vol. 1: Età antica, Roma, LAS 2021, il volume intende offrire un quadro complessivo della variegata proposta catechistica elaborata dalla Chiesa nell’arco del lungo periodo medioevale.

In via preliminare, nel I capitolo lo studio evidenzia due chiari legami di continuità tra catechesi antica e medioevale: la trasmissione del contenuto essenziale della fede cristiana, sintetizzato nel Credo e nel Padre nostro, nel quadro di una mentalità profondamente simbolica. Segue l’illustrazione delle categorie concettuali, bibliche, simboliche e razionali, sottese alla realizzazione della strumentazione catechistica, agli stili di evangelizzazione e di vita cristiana maturati nell’età di mezzo.

Il II capitolo dà inizio alla “narrazione” storica, illustrando il lungo travaglio del meticciato che porta ad una nuova formazione geo-politica-religiosa, animata dal cristianesimo, capace di una grande carica evangelizzatrice. Numerosi sono i protagonisti. Anzitutto i traghettatori della cultura antica: Cassiodoro, Isidoro di Siviglia, Gregorio Magno. Quindi quelli immersi nell’azione pastorale diretta, come Cesario di Arles, Eligio di Noyon, Ambrogio Autperto. I grandi missionari come Colombano, Martino di Braga, Pirmino, Bonifacio. Vediamo il formarsi di una nuova strumentazione catechistica ad uso dei pastori, che dai semplici inizi si fa sempre più sofisticata: gli Ioca monachorum, il Liber scintillarum, i sermonari, gli omeliari e i penitenziali; mentre per le élites culturali vengono elaborati gli specchi e le narrazioni storiche che leggono le vicende nazionali come una pagina biblica in cui Dio porta avanti il suo progetto salvifico.

Il III capitolo narra il tempo della christianitas e della catechesi imperiale di Carlo Magno, animata da Alcuino e dai membri della Schola palatina, fra cui emerge la figura di Rabano Mauro.

Le pagine del IV capitolo mettono invece a confronto la catechesi monastica e quella scolastica alla luce della sfida “ragione e fede”. Numerosi sono i protagonisti: Anselmo d’Aosta, Abelardo, Lullo, i Vittorini, Bernardo, Aelredo, Baldovino. Il dibattito trova una soluzione nella nuova pragmatica degli ordini mendicanti.

Il V capitolo mostra come nel Basso Medioevo è già maturo un linguaggio totale per parlare di Dio, che si esprime in predicazione, immagini, drammi sacri, agiografia, poesia didattica popolare, settenari. Un linguaggio di cui sono rappresentanti illustri Ugo di San Vittore, Dante e Tommaso d’Aquino.

Da ultimo, il VI capitolo si sofferma su quelle composizioni che possono essere considerate come “protocatechismi”: l’Elucidarium di Onorio di Autun, lo Scivias di Ildegarda di Bingen, il Catechismo cesaroaugustano, la catechesi biblica di Isabel de Villena, alcuni scritti umanistici. Questa strumentazione già offre ai posteri le quattro colonne portanti di ogni catechesi: credo, sacramenti-preghiera, comandamenti, Novissimi. Tutta la ricostruzione si conclude con le due grandi figure che chiudono l’epoca medioevale e aprono l’età moderna dei catechismi: Gersone ed Erasmo.

Vademecum del direttorio per la catechesi

di Catherine ChevalierHenri Derroitte

 

Editore: Elledici

Collana: Strumenti per la catechesi

Data di Pubblicazione: dicembre 2021

EAN:9788801067675

ISBN:8801067674

Pagine:96

 

Descrizione del libro

Il Direttorio per la catechesi pubblicato nel 2020 è un testo molto autorevole che guiderà la catechesi nei prossimi anni e che ha bisogno di essere studiato e approfondito. Questo testo è un aiuto alla riflessione per i parroci, i responsabili della catechesi e i singoli catechisti. Dopo una breve introduzione sul cammino storico che ha portato alla elaborazione dei primi direttori per la catechesi, e sulle ragioni che hanno portato alla terza redazione del Direttorio, gli autori propongono 12 capitoli per altrettante tematiche fondamentali, quali la rivelazione e la sua trasmissione, l’identità della catechesi, la figura del catechista, la sua formazione, la pedagogia della fede, la metodologia anche di fronte agli scenari culturali contemporanei… Ogni capitolo presenta una breve introduzione, le idee principali del Direttorio, alcune riflessioni e approfondimenti e le applicazioni pratiche. Infine alcune domande per riflettere personalmente o nel gruppo dei catechisti. Presentazione Valter Rossi.

 

Papa Francesco conferisce il ministero a lettori e catechisti

La novità di questa terza volta è che stata che il Pontefice ha conferito il ministero ai Lettori e ai Catechisti, anche alle donne, oltre che agli uomini, provenienti da diverse parti del mondo.

«Si tratta forse dell’atto più significativo di questa terza edizione – è il commento del domenicano e biblista Paolo Garuti – perché come recita il motu proprio Antiquum Ministerium verrà conferito il ministero del catechista ai fedeli laici, uomini e donne. La celebrazione odierna ci aiuterà a capire il ruolo centrale del catechista nella vita della Chiesa. E i gesti che compirà questa mattina papa Francesco ci permetteranno di comprendere che la Bibbia non è un appannaggio del clero o dei religiosi: la Scrittura è il tesoro comune della comunità cristiana».

Francesco ha regalato ai fedeli presenti un commento dei Padri della Chiesa sui capitoli 4 e 5 del Vangelo di Luca (Edizioni San Paolo).

​«La Sacra Scrittura non è un appannaggio del clero e dei religiosi»

Hanno partecipato alla celebrazione presieduta dal Vescovo di Roma anche due persone provenienti dall’Amazzonia a ricevere il ministero di catechista .

A questo proposito lo studioso, classe 1955, che è docente di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino meglio conosciuta come “Angelicum” di Roma e all’École Biblique di Gerusalemme, si sofferma su un aspetto particolare di cui è stato indiretto testimone durante la celebrazione del Sinodo sull’Amazzonia nell’ottobre 2019 in Vaticano.

«Proprio in quei giorni – è il ricordo – ebbi l’occasione di confrontarmi con una signora proveniente dall’Amazzonia che aveva portato la sua voce al Sinodo. Ella presta il suo ministero in una parrocchia fondata da noi domenicani a cui era succeduto un prete che aveva lasciato come suo ultimo segno di continuità per questa comunità la Bibbia al padre di questa donna. In un’autentica trasmissione della fede quella Sacra Scrittura fu consegnata, prima di morire, dal padre alla figlia. Oggi questa signora è la catechista che spiega la Bibbia ai “suoi” parrocchiani».

Un appuntamento quello di oggi che può rappresentare l’occasione per tutta la comunità dei credenti per scoprire l’importanza del Nuovo come dell’Antico Testamento. «Celebrando questa terza giornata interamente dedicata alla Parola – è l’argomentazione dello studioso – mi auguro che tutte le diocesi italiane si sentiranno più stimolate a preparare e a formare meglio i catechisti che non sono semplicemente dei “tappabuchi” perché manca il prete. Proprio come oggi si preparano i diaconi con una formazione ad hoc anche per queste persone bisognerà costruire dei percorsi formativi: essi sono destinati a divenire dei protagonisti nella vita della Chiesa in particolare nell’istruzione della Sacra Scrittura».

Una domenica quella di oggi grazie anche alla Lettera apostolica Aperuit Illis (che fu pubblicata a settembre del 2019 a 1600 anni della morte di un grande esegeta come san Girolamo) che a giudizio di padre Garuti fa parte di un lungo percorso in cui la Parola di Dio ha sempre preso più spazio e cittadinanza nella vita liturgica corrente delle nostre parrocchie.

Grazie anche al recente magistero dei Papi da Pio XII a Francesco ma anche al Vaticano II con la Costituzione dogmatica Dei Verbum. «Esiste a mio giudizio un filo rosso di continuità di questa Lettera di papa Bergoglio con l’enciclica di Pio XII la Divino Afflante Spiritu (1943) che rappresentò una rivoluzione per noi biblisti per l’apertura ai generi letterari o la bellissima esortazione apostolica di Benedetto XVI la Verbum Domini (2010). Dentro a questo percorso incominciato decenni fa nel solco del Vaticano II si è rimessa – come era successo con la Riforma protestante e che fu una della cause della rottura con la Chiesa di Roma – in un certo senso la Bibbia nelle mani dei fedeli. Basti pensare che una volta l’unico accesso diretto per i ragazzi alla Scrittura erano le sezioni bibliche del Catechismo di san Pio X. La Parola di Dio soprattutto quella del Nuovo Testamento che è fondamentale per tutte le Confessioni cristiane è tornata così al centro della predicazione e della catechesi».

Un suo augurio finale? «Approfittiamo di eventi come questi per imparare a entrare correttamente nella predicazione della Parola di Dio e anche a porre un argine all’uso distorto che spesso se ne fa da parte dei social e dei new media dove spesso imperversano interpretazioni fondamentaliste e spiritualmente vuote della Bibbia».

Filippo Rizzi sabato 22 gennaio 2022

 

alcune foto dell’evento:

Rito sull’Istituzione dei Catechisti

La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina del Sacramento di Dio ha Promulgato il rito con cui s’istituisce il ministero del catechista.

Adesso si accompagna una lettera rivolta AI PRESIDENTI DELLE CONFERENZE DEI VESCOVI che vuole offrire un contributo alla riflessione delle Conferenze Episcopali, proponendo alcune note sul ministero di Catechista, sui requisiti necessari, sulla celebrazione del rito di istituzione.

 

 

 

Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Da un decreto del Santo Concilio Cumenico del Vaticano II

 

Il testo. Ecco il nuovo rito per l’istituzione dei catechisti, ministero dei laici

Avvenire 13 dicembre 2021

I catechisti – Il Video del Papa 12 – Dicembre 2021

Ti ricordi di quando andavi a catechismo?

Forse all’epoca non te ne rendevi conto, ma – come ci dice il Papa nel suo video di dicembre – “i catechisti hanno una missione insostituibile nella trasmissione della fede”. Per dirla con Francesco, “essere catechisti significa che una persona ‘è catechista’, non che ‘lavora come catechista’. È tutto un modo di essere, e servono buoni catechisti che siano allo stesso tempo accompagnatori e pedagoghi”. In molti luoghi del mondo, “l’evangelizzazione è fondamentalmente nelle mani di un catechista”. Pensa, allora, quanto è importante la loro missione. Questo video è per te e per i catechisti che conosci. “I catechisti hanno una missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede. Il ministero laicale del catechista è una vocazione, è una missione. Essere catechisti significa che una persona “è catechista”, non che “lavora come catechista”. È tutto un modo di essere, e servono buoni catechisti che siano allo stesso tempo accompagnatori e pedagoghi. C’è bisogno di persone creative che annuncino il Vangelo, ma che lo annuncino non dico in sordina, ma nemmeno strombazzandolo: lo annuncino piuttosto con la loro vita, con mitezza, con un linguaggio nuovo e aprendo strade nuove. In tante diocesi, in tanti continenti, l’evangelizzazione è fondamentalmente nelle mani di un catechista. Rendiamo grazie ai catechisti, alle catechiste, per l’entusiasmo interiore con cui vivono questa missione al servizio della Chiesa. Preghiamo insieme per i catechisti, chiamati ad annunciare la Parola di Dio, affinché ne siano testimoni con coraggio e creatività, con la forza dello Spirito Santo, con gioia e con molta pace”.

Se vuoi vedere altri video sulle intenzioni di preghiera del Papa, li trovi sul sito https://thepopevideo.org/?lang=it

Rete Mondiale di Preghiera del Papa (Apostolato della Preghiera) https://www.popesprayer.va/it/

 

Con la collaborazione di Vatican Media https://www.vaticannews.va/it.html

Simposio: Nuovo “Direttorio per la Catechesi”- la sfida alla catechesi e alla pastorale d’oggi

Simposio Scientifico Internazionale: Nuovo “Direttorio per la Catechesi” – la sfida alla catechesi e alla pastorale d’oggi,
che si terrà a Zadar (Croazia), dal 24 al 25 settembre 2021.

Ecco la presentazione e il programma del Simposio:

http://conference.unizd.hr/tko-directorycat-2021-it/

Programma

Oltre a quattro lezioni magistrali, si prevedono esposizioni su vari temi.
Il Simposio sarà organizzato seguendo le direttive per contenere il dilagare della pandemia. Tutti i partecipanti attivi riceveranno un attestato di partecipazione all’incontro. Le lingue ufficiali saranno: croato, italiano e inglese.

 

“Artigiani di comunità”. Linee guida per la catechesi in Italia

E’ possibile scaricare il testo che sarà presentato ufficialmente venerdì 24 settembre nel corso di un evento online organizzato dall’UCN
8 Settembre 2021

È online “Artigiani di comunità”, il Documento elaborato dall’Ufficio Catechistico Nazionale (UCN) che offre le linee guida per la catechesi in Italia per l’anno pastorale 2021-2022. In una fase ancora segnata dalla pandemia, non si tratta “solo di definire nuovi strumenti di cui pur avvertiamo l’urgenza e il bisogno”, ma soprattutto di “ritornare a ciò che è essenziale: lasciarsi incontrare dal Dio della vita, che non smette di cercare la sua creatura amata”, spiega nell’introduzione il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI. “Ora – sottolinea – è tempo di non procedere più da soli. Servono coralità, fraternità, decisioni condivise perché la proposta di annuncio e di catechesi non resti schiava di un modello sbiadito, abitudinario e opaco”.

Il Documento vuole essere dunque “il segno di una comunità che coraggiosamente cerca di riflettere su se stessa per condividere con credibilità ciò che la fa essere un ‘noi ecclesiale’”, rileva Mons. Valentino Bulgarelli, direttore dell’UCN e Sottosegretario della CEI, che auspica nei territori “un discernimento sulla realtà pastorale e sociale per rigenerare percorsi catechistici utili alla costruzione di quella ekklesia che è il segno concreto e permanente della presenza di Dio in mezzo a noi”.

Alla luce del discorso rivolto da Papa Francesco il 30 gennaio scorso, in occasione del 60° anniversario dell’UCN, il testo offre approfondimenti sulla catechesi e sulla figura del catechista. Tra questi figurano i contributi del Cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, di Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena – Nonantola, Vescovo di Carpi e Vice Presidente della CEI, e di Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo di Novara e Presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi. Non manca una sintesi di come è stato vissuto, a livello diocesano e regionale, il secondo anno di pandemia, arricchita da alcune riflessioni sullo stile e sulle modalità per un rilancio efficace e creativo.

Il testo sarà presentato venerdì 24 settembre nel corso di un evento online che sarà trasmesso in streaming sul canale Youtube e sulla pagina Facebook della CEI.

Il Papa: non è più il tempo del catechista “fai-da-te”, ora diventa un servizio ufficiale

Annunciato per l’11 maggio un Motu proprio di Francesco che istituisce il ministero dei cristiani annunciatori del Vangelo, guide del percorso di fede e della preparazione dei sacramenti in parrocchia.

CITTÀ DEL VATICANO. Il Pontefice istituisce il «ministero» dei cristiani che annunciano il Vangelo e guidano in un percorso i fede coloro che gli sono affidati dalla Chiesa. I catechisti, dunque, non saranno più improvvisati. Così come gli altri servizi ecclesiali, dal presbiterato al diaconato, dall’accolitato al lettorato (che riguardano la lettura durante le liturgie e il servizio all’altare), anche chi è chiamato alla preparazione dei sacramenti in parrocchia, svolgerà un compito ufficiale. La lettera apostolica in forma di Motu proprio di Papa Bergoglio «Antiquum ministerium» con la quale si sancisce il ministero di catechista sarà presentata l’11 maggio.

Mai più catechisti «fai da te», quindi. Il Vescovo di Roma mette ordine al ministero dei catechisti con il documento che sarà illustrato da monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione, e da monsignor Franz-Peter Tebartz-van Elst, delegato per la catechesi dello stesso dicastero vaticano. Già nel 2018 il Papa aveva parlato della necessità di conferire a questo servizio una dimensione istituzionale nella Chiesa, ricorda Vatican News, il sito della Santa Sede: «Lo aveva in cuore da qualche anno, da quando in un videomessaggio ai partecipanti a un convegno internazionale sull’argomento Francesco aveva affermato a chiare note che il “catechista è una vocazione”: “Essere catechista, questa è la vocazione, non lavorare da catechista”». E poi aggiungeva «che tale “forma di servizio che viene svolto nella comunità cristiana” richiedeva di essere riconosciuta “come un vero e genuino ministero della Chiesa”».

Il Motu proprio darà il via formalmente al ministero di catechista, «sviluppando quella dimensione evangelizzatrice dei laici auspicata dal Vaticano II». Un ruolo «cui, aveva detto Francesco, spetta la responsabilità di “un primo annuncio”». In un contesto «di “indifferenza religiosa – aveva indicato il Papa – la vostra parola sempre sarà un primo annuncio, che arriva a toccare il cuore e la mente di tante persone che sono di attesa di incontrare Cristo”».

Un servizio «da vivere con intensità di fede e in una dimensione comunitaria», come evidenziato dal Papa anche lo scorso 31 gennaio nell’udienza ai partecipanti all’incontro promosso dall’ufficio catechistico nazionale della Conferenza episcopale italiana (Cei): «Questo è il tempo – ha affermato Francesco – per essere artigiani di comunità aperte che sanno valorizzare i talenti di ciascuno. È il tempo di comunità missionarie, libere e disinteressate, che non cerchino rilevanza e tornaconti, ma percorrano i sentieri della gente del nostro tempo, chinandosi su chi è ai margini».