Agricoltura sociale, una nuova prospettiva educativa

L’agricoltura sociale oggi è una possibilità concreta di sviluppo e di integrazione sociale.Vi raccontiamo una giornata vissuta insieme ad operatori ed utenti.

«Io mi sento parte di questo progetto perché sono io, in primis, a dare il mio contributo». Quando una comunità riesce ad attuare un processo educativo che porta un giovane a sentire suo un progetto, perché responsabile della buona riuscita dello stesso, ha raggiunto il suo scopo più alto. A parlare è Luca, 20 anni, di Roma. Il progetto riguarda l’inserimento professionale e lavorativo attraverso l’agricoltura sociale. La comunità educativa è lacooperativa sociale Kairos.

 

Quando Luca risponde alle nostre domande è appoggiato a una delle balle di fieno disposte in modo tale da rendere il capannone dove ci troviamo quasi come un anfiteatro. I suoi occhi svegli, scaltri e castani richiamano i colori attorno, il suo sguardo è sereno e soddisfatto. Più che un’intervista sembra uno scambio di esperienze, di sogni e aspirazioni. È trascorsa una giornata di lavoro all’aperto tra la pioggia, il vento e il sole che si alternavano. Ma per Luca e i suoi colleghi questa variazione continua di “stagioni” in un’unica giornata non ha cambiato il programma. Arriva un forte vento e d’improvviso la pioggia intensa.

Ci troviamo vicini alla riva del Lago di Martignano. C’è un’intera area da bonificare e deve essere pronta per il lunedì di Pasquetta, quando arriveranno i clienti dell’azienda agricola per trascorrere una giornata di relax al Casale di Martignano. La zona da raggiungere è in discesa, fino alla riva del lago. Dall’alto lo scenario favorisce la visuale completa del posto e dell’attività di lavoro dei ragazzi. È tutto un fermento, nessuno chiacchera, il clima è sereno, tutti sono impegnati a ripulire ciò che la natura senza controllo umano ha realizzato intorno. Chi con la zappa, chi con la motosega, chi con un attrezzo imbragato a spalla con delle pale sottili di colore verde fosforescenti, che mi hanno spiegato si chiama decespugliatore, chi con pala e carriola a fare da spola tra un mucchio di cespugli e un altro e chi con le mani con indosso dei guanti protettivi.

 

Perché con le mani? Non ci sono attrezzi per tutti? Mi incuriosisco, mi avvicino a Malina (nome di fantasia), e chiedo: «perché non usi la zappa? Faresti più in fretta».  Malina si ferma e con calma mi spiega che quel tipo d’erba va tolta delicatamente, a mano, perché con la zappa si farebbe un buco profondo e tale che non ricrescerebbe più la vegetazione spontanea. «Lo abbiamo studiato a scuola prima di fare la pratica qui». Sì, perché l’agricoltura è una cosa importante, non si improvvisa, richiede preparazione, conoscenza e pratica. Luca ci ha detto che «l’agricoltura può sembrare una cosa banale, ma non lo è».

Forse, nella società in cui viviamo, dove tutto è pronto e si trova comodamente su uno scaffale, abbiamo perso la percezione dell’importanza fondamentale di uno dei mestieri più antichi del mondo, non soltanto per i prodotti che ne derivano, ma anche per i processi relazionali e di consapevolezza umana che favorisce.

 

Ma ritorniamo alla pioggia che scende e penetra attraverso le nostre felpe. Noi della redazione ci guardiamo e pensiamo che la giornata si sia conclusa senza poter portare a termine le riprese e le interviste che ci servono per il nostro servizio. Per il resto dei presenti non è cambiato nulla, tutti continuano a lavorare, tutti continuano a fare come se nulla fosse quello che già avevano iniziato.

Un ragazzo, venuto per la prima volta, vuole imparare ad usare il decespugliatore e Luca (non quello dell’intervista), si prende carico del passaggio di competenze, prima per spiegare come si accende e poi per indicare quali sono i movimenti da fare sull’erba e perché farli in un determinato modo e non in un altro. Non è solo questione di metodo, infatti: ogni cosa ha un suo perché ed è da questo perché che ogni ragazzo viene posto nelle condizioni di sperimentare ed esercitare la propria autonomia. L’educazione, infatti, non è insegnare solo delle cose, ma è anche stimolare domande. Tutto ciò appare evidente a partire da ogni semplice gesto svolto dal gruppo di lavoro. Matteo, l’educatore presente, che non sta dall’alto a guardare, ma lavora con loro, si avvicina a noi e ci dice: «Ora sotto la pioggia, arriva quel pizzico di magia. Nessuno si è fermato, nessuno ha detto fermi, fino a che qualcuno non chiamerà la pausa e non si troverà in difficoltà, tutta la squadra continuerà a lavorare insieme. Tra di loro, stamattina, quando sono arrivati, nemmeno si conoscevano».

 

Questa è la “magia” dell’agricoltura sociale e Matteo è un giovane di 28 anni che ha deciso di scommettere la sua vita nell’educazione. È educatore sociale della Cooperativa Sociale Kairos e sta per conseguire la licenza in Pedagogia Sociale all’Università Pontificia Salesiana di Roma. Si percepisce dallo sguardo intenso e allegro, che Matteo è uno che ha la passione per l’attività educativa e come ogni buon educatore ci spiega anche il senso delle cose che vediamo durante la giornata. Ci porta con lui a fare un giro per l’azienda, con noi c’è anche un gruppo di giovani studenti e tirocinanti, che sta svolgendo il Servizio Civile Nazionale presso i Salesiani per il Sociale.

Ad un certo punto della campagna ci fermiamo e ci fa mettere di fronte a una cabina elettrica; ci guarda e ci chiede il perché di quell’interruttore elettrico racchiuso in una piccola casetta di legno. Anche una semplice cabina elettrica in mezzo alla campagna per lui ha un senso educativo, un significato. È il modo attraverso cui spiega ai ragazzi che quella cabina elettrica in aperta campagna racchiude in sé l’importanza della realtà.

L’azienda, che stiamo visitando, non è un luogo turistico, è lavoro e quella cabina serve per proteggere gli allevamenti di maiali dalle aggressioni dei cinghiali. Insomma, l’agricoltura vuole essere un’opportunità concreta anche di lavoro e come tale bisogna essere attenti a ciò che favorisce, nel rispetto della natura, la produzione e il guadagno.

 

Anche il nome Kairos ha un significato preciso che Matteo ci tiene a ricordare. «La nostra cooperativa si chiama Kairos, che dal greco significa momento giusto perché qualcosa possa avvenire. Quello che vogliamo fare è proprio creare opportunità per i ragazzi e per il territorio». Anche le parole in chiave educativa assumono una coloritura di significato diversa. Tra i tanti progetti di Kairos ce n’è uno destinato ai NEET. Il termine NEET è l’acronimo di “Not engaged in education, employment or training”. Sono una varietà molto eterogenea di giovani dai 15 ai 29 anni, che vivono in una situzione di “blocco” e di scarse prospettive di sviluppo. Per quelli di Kairos NEET sta per “Nuove esperienze educative territoriali”.

Ad accompagnarci lungo quella che chiamano “Giornata di Agricoltura Sociale” c’è anche Paola Sabatini, psicoterapeuta e membro dell’equipe formativa della cooperativa. Anche lei, prima di farci visitare l’azienda agricola, era china a terra con scarponi da campagna e guanti da lavoro, a bonificare il terreno insieme ai ragazzi del progetto NEET. Paola ci spiega che «il progetto si articola in due livelli: da una parte azione specifica sui destinatari, dall’altra animazione socioculturale per i territori. Cerchiamo di costruire, attivare e animare reti integrate fatte di aziende agricole, servizi pubblici e organizzazioni del Terzo settore in modo che il territorio possa farsi carico delle soluzioni e dei problemi e costruire proposte autonome e indipendenti dal nostro progetto». Insomma il bene dei ragazzi è concretizzato attraverso un progetto che accompagna, ma non rende dipendenti dalla struttura. Infatti, continua Paola, «altro elemento chiave è la sostenibilità, nel momento in cui il nostro progetto tra due anni sarà finito, se il territorio si è abituato a cercare soluzioni partecipate e sarà rimasto aggregato continuerà l’intervento anche dopo la nostra azione specifica. Ciò che è fondamentale è lavorare in sinergia tra territorio e ragazzi».

 

Alla fine di ogni giornata di lavoro i ragazzi e i visitatori dell’azienda agricola si ritrovano insieme per un momento di condivisione sulla giornata. Ci si ferma e ci si siede in cerchio sulle balle di fieno e si fa verifica dell’esperienza. Noi della redazione di young4young abbiamo capito che la cooperativa Kairos cerca di essere una risposta ai bisogni educativi proponendo soprattutto la realizzazione di reti tra le varie presenze nel territorio. «Ci siamo accorti col passare degli anni che i territori in cui abbiamo agito promuovendo partenariato tra profit e non profit ecostruendoreti integrate ha mantenuto questo modello perchè piace, funziona e costruisce cambiamento». Questo è quanto ha dichiarato Andrea Zampetti, fondatore di Kairos, in un colloquio prima della visita al Casale di Martignano. «Le difficoltà maggiori sono all’inizio, perché sembra una perdita di tempo impiegare energie per costruire alleanze strategiche trasversali. Noi abbiamo scelto la strategia delle piccole sperimentazioni e azioni per permettere di  vedere il profitto indiretto che ne deriva. Dopo l’azione sperimentale i gruppi restano attivi e coesi. In sintesi, la sfida è quella di mettere insieme istituzioni, organizzazioni territoriali e aziende».

Insomma la strategia dell’insieme, intesa come cooperazione, unita a passione educativa e competenza può essere oggi risposta concreta alle esigenze educative dei giovani in difficoltà. L’educazione e l’agricoltura sono il fondamento della società e insieme sono delle opportunità occupazionali, di sviluppo e integrazione che funzionano.

29 maggio 2019 Young4Young

«IRC e prospettive culturali e teologiche contemporanee»

Il corso estivo (IRC, e prospettive culturali e teologiche contemporanee) persegue l’obiettivo, da un lato, di identificare e analizzare alcuni degli elementi fondamentali che configurano l’orizzonte culturale e teologico odierno; dall’altro, di concretizzare le implicazioni di questi elementi tanto nella formazione degli IDR come nello sviluppo dell’IRC.

Iscrizioni aperte

CEstivoIRC.2019

Corso Residenziale Estivo 2019: programma

Scheda Iscrizione Corso Estivo 2019

 

Lettera d’invito

 

Dal 31 giugno al 6 luglio prossimi realizzeremo il Corso Estivo residenziale per Insegnanti di Religione in servizio a Chianciano Terme (SI). Abbiamo iniziato il nuovo Progetto triennale 2017-2020 del titolo: «Giovani generazioni e ricostruzione del cristianesimo».

Voglio dare alcune indicazioni utili per le persone che desiderano iscriversi e partecipare a questo corso.

Il Progetto è stato presentato al Servizio per l’Insegnamento della Religione Cattolica della CEI il 25 marzo, che l’ha portato al MIUR il giorno 26 marzo. è ora in fase di studio da parte della Commissione Ministeriale. È stato chiesto il finanziamento al MIUR.

Quest’anno è stato scelto l’Hotel Sole di Chianciano Terme (SI).

Sono stati chiesti 50 posti. Quindi il finanziamento andrà alle prime 50 persone che si iscrivano. Giunti a quel numero si elaborerà una lista di attesa.

Il finanziamento del MIUR prevede il vitto e l’alloggio dal 30 giugno al 6 luglio (6 giorni) in camera doppia. Copre anche la tassa di soggiorno. Chi, per motivi personali, voglia usufruire di camera singola dovrà pagare la differenza. Così come chi desidera arrivare un giorno prima o partire un giorno dopo.

È previsto pure un rimborso spese per il viaggio, ma a condizioni molto precise e restrittive.

Si devono utilizzare i mezzi pubblici e quelli più economici (treni, pullman, aereo). Si deve consegnare la documentazione originale (biglietti, carte d’imbarco). Deve essere lo stesso il luogo di partenza e di ritorno. Il passeggero può partire un giorno prima dell’inizio del corso e rientrare un giorno dopo la conclusione. Si deve dimostrare che i biglietti sono stati utilizzati. Per i viaggi in aereo non basta la prenotazione del viaggio, è necessaria la carta di imbarco. Non si possono fare soste intermedie di qualche giorno durante il viaggio di andata o di ritorno. Non è previsto il rimborso per chi sceglie di utilizzare i mezzi propri.

Vi chiedo di far conoscere l’iniziativa ad altre/i nuove/i colleghe/i e di invitarli a partecipare.

Trovate la scheda di iscrizione e il programma nella pagina web rivistadipedagogiareligiosa.it

 

Iscrizioni e informazioni

 

Segreteria Istituto di Catechetica

Tel. 06 87290651   Fax 06 87290.354   E-mail: catechetica@unisal.it

Orario di ufficio: Martedì e Giovedì, dalle 9 alle 12.30.

Le iscrizioni al Corso Estivo devono pervenire via Mail o Fax entro il 15 giugno 2019.

 

Corrado Pastore

Direttore Istituto di Catechetica

Università Pontificia Salesiana, Roma     

IRC, nuove generazioni e ricostruzione del cristianesimo

L’«Istituto di catechetica» (ICA) della Facoltà di Scienze dell’Educazione (Università Pontificia Salesiana) sviluppa attualmente una programmazione triennale attorno all’IRC (2017-2020) all’interno della quale si situa il «corso estivo» sull’«IRC, nuove generazioni e ricostruzione del cristianesimo». Nella prima tappa di questa programmazione – incentrata sulla «Conoscenza-comprensione delle giovani generazioni» (in sintonia anche con i lavori del prossimo «Sinodo») – l’ICA ha portato finora avanti un «seminario de studio» all’interno del proprio Istituto (12 dicembre 2017) e un «corso di aggiornamento» (10-11 marzo 2018) su I giovani, la fede e la religione, al quale hanno partecipato una cinquantina di insegnanti di religione di tutta l’Italia. Il corso estivo (1-7 luglio 2018), quindi, è la terza e ultima iniziativa di questa prima parte della suddetta programmazione. 
 
 OBIETTIVO

 Il corso estivo (IRC, nuove generazioni e «ricostruzione del cristianesimo) persegue l’obiettivo, da un lato, di fare il punto sull’attuale identità degli adolescenti e dei giovani d’oggi; dall’altro, di determinare alcune delle sfide educative fondamentali – legate alla loro «identità-situazione» – per l’IRC e per gli IDR.
 Il Corso intende qualificare competenze educativo-didattiche degli Insegnanti di Religione in conformità con quanto indicato dall’Intesa (nn. 4.1. e 4.7.) e dai nuovi profili propri dell’IRC (DPR 11.02.2010; CM 70/03.08.2012; Nota MIUR 31.10. 2012), in vista di un attento servizio dell’IRC all’evoluzione della scuola italiana e della pedagogia religiosa. Si tratta quindi di identificare alcune sfide educative (delle giovani generazioni nei riguardi della religione e fede cattolica) per la scuola, per gli IDR e per l’IRC e a questo scopo saranno orientate le lezioni frontali, le esercitazioni e, in genere, il lavoro on-line. Si tratta, quindi, di comprendere l’identità e situazione delle giovani generazioni per ripensare e ricostruire con loro la fede e la religione, in questo caso concreto, per ripensare l’IRC a partire dalle sfide educative contenute nel nuovo modo di essere e di vivere delle ragazze e dei ragazzi di oggi. Insieme alle lezioni frontali, per raggiungere questo duplice obiettivo saranno fondamentali le esercitazioni in modalità blended (tesa a valorizzare nel progetto didattico sia i punti di forza della formazione lungo le giornate del corso che la formazione a distanza – blended learning, asincrona, quale modalità di erogazione didattica –) attraverso la piattaforma «GECO» dell’Università Pontificia Salesiana. 

 

ISCRIZIONI E INFORMAZIONI

Segreteria «Istituto di Catechetica»
 „ Tel. 06 87290651  Fax 06 87290.354   E-mail: catechetica@unisal.it „

ORARIO DI UFFICIO: Martedì e Giovedì, dalle 9 alle 12.30. „

Le iscrizioni al Corso Estivo devono pervenire via Mail o Fax entro il 20 giugno 2018.

 

SCARICA:

CEstivoIRC.2018.Programma

Scheda Iscrizione Luglio 1-7 luglio 2018

Lettera di Invito Corso Estivo 2018

Orario

IRC, nuove generazioni e ricostruzione del cristianesimo

L’«Istituto di catechetica» (ICA) della Facoltà di Scienze dell’Educazione (Università Pontificia Salesiana) sviluppa attualmente una programmazione triennale (2017-2020) attorno all’ Insegnamento della Religione cattolica (Irc) all’interno della quale si situa il prossimo «corso estivo» sull’«Irc, nuove generazioni e ricostruzione del cristianesimo», che si terrà al «Hotel Santa Chiara» di Chianciano Terme (SI) dal 1° al 7 luglio.

I destinatari del corso estivo sono gli Insegnanti di Religione Cattolica (IdR) di ogni ordine e grado ed è in fase di studio da parte della corrispondente Commissione Ministeriale del MIUR. Sono stati chiesti concretamente 50 posti, quindi il finanziamento andrà alle prime 50 persone che si scrivano; giunti a quel numero si elaborerà una lista di attesa.

Il corso estivo (Irc, nuove generazioni e «ricostruzione del cristianesimo») persegue l’obiettivo, da un lato, di fare il punto sull’attuale identità degli adolescenti e dei giovani d’oggi; dall’altro, di determinare alcune delle sfide educative fondamentali – legate alla loro «identità-situazione» – per l’Irc e per gli IdR. Infine, il Corso si sviluppa in sette giorni residenziali di lavoro che poi si prolungano nel lavoro on-line in modalità blended. Dunque, il Corso prevede delle aree tematiche e contenuti della formazione, offerti nelle lezioni frontali, approfonditi e sperimentati poi nei laboratori, realizzati in modalità blended (blended learning – asincrona – quale modalità di erogazione didattica).

 

Più informazione nei file allegati:

Lettera di invito al corso

Scheda di iscrizione

Programma del corso estivoProgrammazione triennale «Irc 2017-2010

 Orario

PROGRAMMAZIONE «IRC» Triennio 2017-2020

Le comunità educative più che «in-segnare», cioè, mettere in segni fissi quello che sanno, «si educano» (e-ducono), ossia, nascono, crescono, vivono, ricreando loro stesse i simboli della vita (e della fede). All’insegnamento corrisponde l’istruzione: decifrare, catalogare e rinnovare i segni del conosciuto. All’educazione, invece, corrisponde l’«iniziazione»: quell’avvicinarsi tremante ai simboli per scoprire le relazioni che hanno in serbo per noi. L’insegnamento porta ad imparare un linguaggio; l’educazione conduce ognuno a parlare da sé stesso.

 Il triennio 2014-2017 ci ha permesso di lavorare in tale direzione cercando di rivedere i concetti di educazione, di apprendimento e di insegnamento o istruzione. Nell’educazione non si tratta di accumulare saperi, ma di costruirli di volta in volta per affrontare le sfide e le novità della vita. Le provocazioni vengono dalla vita e le risposte vanno ricercate con un lavoro di apprendimento fatto insieme ai ragazzi e alle ragazze. In quei tre anni, concretamente, abbiamo sviluppato la tematica generale dell’«Educazione, apprendimento e insegnamento della religione» in queste prospettive specifiche:
 ¡ Analisi della situazione e prospettive educative (2014-2015). ¡ Educazione e apprendimento (2015-2016). ¡ Religione e cittadinanza (2016-2017).

  • IRC/2017-2020 — «IRC» e il «cristianesimo di domani» 
  • 2017-2018: Giovani generazioni e «ricostruzione del cristianesimo».   2018-2019: L’«IRC» nell’orizzonte culturale e teologico contemporaneo.  
  • 2019-2020: «IRC» e identità cristiana. 

 

Il nuovo triennio 2017-2020, in linea di continuità con la precedente programmazione, si colloca più esplicitamente nell’ambito della «formazione permanente» dei professori che lavorano all’interno dell’«IRC».

 

Approfondisci:

programmazione triennale formazione insegnanti di religione

 

Ecco perché iscriversi all’ora di religione.

Avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica

Nelle prossime settimane si svolgeranno le iscrizioni on-line al primo anno dei percorsi scolastici, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado. In vista della scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica, alla quale saranno chiamati alunni e genitori, la Presidenza della Cei come ogni anno rivolge loro il proprio invito a scegliere l’ora di religione, “una disciplina che nel tempo si è confermata come una presenza significativa nella scuola, condivisa dalla stragrande maggioranza di famiglie e studenti”. “In questi ultimi anni – si legge nel Messaggio –  l’IRC ha continuato a rispondere in maniera adeguata e apprezzata ai grandi cambiamenti culturali e sociali che coinvolgono tutti i territori del nostro bel Paese”.

“La domanda religiosa – scrive la Presidenza – è un’insopprimibile esigenza della persona umana e l’insegnamento della religione cattolica intende aiutare a riflettere nel modo migliore su tali questioni, nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ciascuno, in quanto principale valore da tutelare e promuovere per una vita aperta all’incontro con l’altro e gli altri”.

 

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Il senso della vita. Ecco perché iscriversi all’ora di religione

 

L’invito è rivolto ai genitori come agli studenti. Nel Messaggio in cui riflette sull’importanza di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) per il prossimo anno scolastico, la presidenza della Cei sottolinea che si tratta «di un’occasione formativa importante» per arricchire il percorso di crescita e «conoscere le radici cristiane della nostra cultura e della nostra società».

Al tempo stesso i contenuti dell’ora di religione mentre accompagnano i cambiamenti culturali e sociali in atto sono in grado di rispondere efficacemente «alle domande più profonde degli alunni di ogni età, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado». E i numeri stanno lì a dimostrarlo.

Nell’anno scolastico 2016-2017 la percentuale degli studenti che si sono avvalsi dell’Irc è stata complessivamente dell’87,1% con punte del 90,7% nella scuola primaria. Il Messaggio arriva alla viglia delle iscrizioni al prossimo anno scolastico, possibili da martedì 16 gennaio all’8 febbraio.

Di seguito il testo integrale del Messaggio della Presidenza della Conferenza episcopale italiana in vista della scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nell’anno scolastico 2018-2019.

Cari studenti e cari genitori, nelle prossime settimane si svolgeranno le iscrizioni on-line al primo anno dei percorsi scolastici che avete scelto.
Insieme alla scelta della scuola e dell’indirizzo di studio, sarete chiamati ad effettuare anche la scelta di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. È proprio su quest’ultima decisione che richiamiamo la vostra attenzione, perché si tratta di un’occasione formativa importante che vi viene offerta per arricchire la vostra esperienza di crescita e per conoscere le radici cristiane della nostra cultura e della nostra società.
Anche se ormai questa procedura è divenuta abituale, vogliamo invitarvi a riflettere sull’importanza della scelta di una disciplina che nel tempo si è confermata come una presenza significativa nella scuola, condivisa dalla stragrande maggioranza di famiglie e studenti.

A voi genitori desideriamo ricordare soprattutto il fatto che in questi ultimi anni l’Irc ha continuato a rispondere in maniera adeguata e apprezzata ai grandi cambiamenti culturali e sociali che coinvolgono tutti i territori del nostro bel Paese.
I contenuti di questo insegnamento, declinati da specifiche Indicazioni didattiche, appaiono adeguati a rispondere efficacemente anche oggi alle domande più profonde degli alunni di ogni età, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado. La domanda religiosa è un’insopprimibile esigenza della persona umana e l’insegnamento della religione cattolica intende aiutare a riflettere nel modo migliore su tali questioni, nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ciascuno, in quanto principale valore da tutelare e promuovere per una vita aperta all’incontro con l’altro e gli altri. Anche papa Francesco nei giorni scorsi ha ricordato che «questa è la missione alla quale è orientata la famiglia: creare le condizioni favorevoli per la crescita armonica e piena dei figli, affinché possano vivere una vita buona, degna di Dio e costruttiva per il mondo» (Angelus nella Festa della Sacra Famiglia, 31 dicembre 2017).

A voi studenti desideriamo ricordare il diffuso apprezzamento che da anni accompagna la scelta di tale insegnamento. I vostri insegnanti di religione cattolica si sforzano ogni giorno per lavorare con passione e generosità nelle scuole italiane, sia statali che paritarie, sostenuti da un lato dal rigore degli studi compiuti e dall’altro dalla stima dei colleghi e delle famiglie che ad essi affidano i loro figli.
Per tutti questi motivi, desideriamo rinnovare l’invito ad avvalervi dell’insegnamento della religione cattolica, sicuri che durante queste lezioni potrete trovare docenti e compagni di classe che vi sapranno accompagnare lungo un percorso di crescita umana e culturale, decisivo e fondamentale anche per il resto della vostra vita.

La presidenza della Conferenza episcopale italiana

da “Avvenire” giovedì 11 gennaio 2018

Cittadinanza, religione e «IRC»

L’Istituto di Catechetica (ICA) organizza ogni anno diverse attività attorno all’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC); inoltre, quest’anno chiudeva la programmazione triennale (2014-1017) dedicata all’«Educazione, apprendimento e insegnamento della religione». Il presente numero di «CATECHETICA ED EDUCAZIONE» raccoglie diversi interventi fatti in alcune delle tre iniziative fondamentali portate avanti dall’ICA nell’ultimo periodo della citata programmazione: 1/ Seminario di studio: «Cittadinanza e articolazione dei valori nell’educazione e nell’IRC»; 2/ Corso di aggiornamento: «Religione e cittadinanza attiva»; 3/ Corso estivo: «Cittadinanza, valori e IRC: progetto e itinerari educativi». Si tratta, dunque, di attività con partecipanti e obiettivi diversi; di conseguenza, gli articoli di questo numero della rivista si collocano in prospettive assai diverse che vanno dalla riflessione scientifica alla presentazione delle basi concettuali, passando attraverso rapporti sulla situazione dell’IRC. Abbiamo chiesto ai diversi autori di mantenere l’orientamento originale della tematica sviluppata vuoi nel seminario tra esperti, vuoi nel convegno oppure nel corso stivo, entrambi incontri aperti a tutti, benché pensati in funzione della formazione permanente dei professori di religione.
 «Noi umani nasciamo tali, senza però esserlo del tutto fino a dopo» e, nello sviluppo di questa verità antropologica, dobbiamo scegliere quei valori in grado di favorire questo processo. La questione della trasmissione dei valori, secondo gli esperti, ha finito per concentrarsi quasi esclusivamente sulle procedure per determinare se qualcosa è giusta oppure no, poiché nella giustizia si trova la chiave della vita sociale. Adesso siamo un po’ delusi di questo sbocco educativo. Le procedure, infatti, non muovono nessuno ad assumere i valori che ci umanizzano sul serio: le persone si mettono in moto guidate dal desiderio di incarnare un valore oppure per raggiungere un bene; le procedure, invece, interessano unicamente perché permettono di scoprire dove si radica «il giusto». Diventa necessario, quindi, trovare un nuovo perno educativo che, in questo preciso momento storico, sembra trovarsi nella nozione di cittadinanza. «Educar-ci» per diventare ciò che siamo si può riassumere nell’esercizio dei valori della cittadinanza: essere un buon cittadino o cittadina esprime fedelmente ciò che ci fa umani.

 Questo numero di «CATECHETICA ED EDUCAZIONE» cerca di allacciare la cittadinanza con la religione e, soprattutto, con l’IRC. In tale prospettiva, l’articolo di J.L. MORAL situa la tematica nel quadro del «nuovo paradigma antropologico», sviluppato sulla base di due direzioni fondamentali: 1/ La definizione dell’essere umano come «animale simbolico», cioè, come linguaggio e simbolizzazione, intersoggettività e relazione; 2/ La demarcazione della «vita autentica» sul fondamento della storicità e della libertà, del senso, del mistero e del destino. A. FARINA (Dignità universale e diritti umani nella «Carta di Nizza») studia il legame tra diritti e dignità umana attraverso l’analisi della «Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea» che, nonostante il bisogno di ulteriori sviluppi, rappresenta un paradigma per quanto riguarda la chiarificazione del rapporto tra la dignità umana, i diritti umani e la religione. Dal canto suo, l’articolo di V. ORLANDO (Intercultura e cittadinanza attiva/democratica) sottolinea la centralità dell’educazione come «nuova paideia» nella società multiculturale e, di conseguenza, non può che essere un’educazione interculturale alla cittadinanza. C. NANNI studia il rapporto tra «Educazione politica e IRC», appoggiato nella convinzione che una ripresa dell’educazione socio-politica possa costituire un positivo antidoto alla problematica situazione attuale, considerando che tale educazione deve integrare ed essere tematizzata più chiaramente nell’attuazione didattica delle indicazioni legislative relative all’insegnamento (Cittadinanza e Costituzione). T. DONI, nel suo articolo (La religione nelle società democratiche e multiculturali), presenta un quadro generale dei concetti e rapporti implicati nella strutturazione delle società democratiche e i processi che esse portano avanti per assicurare la libertà religiosa e riconoscere i valori che le religioni promuovono. L’articolo di C. PASTORE (L’altro, lo straniero, il nemico: ospitalità e accoglienza nella Bibbia) cerca di offrire alcuni punti di riferimento per la riflessione, davanti a fenomeni attuali come quelli delle migrazioni di massa, cercando nella Bibbia degli elementi che possano offrire anche un contributo specifico nell’ambito dell’insegnamento della religione cattolica nella scuola. Il numero si chiude con due rapporti sulla situazione dell’IRC in Italia e in Europa: 1/ «Una disciplina alla prova: Risultati della IV Indagine Nazionale sull’IRC» (S. CICATELLI); 2/ «Educazione alla cittadinanza e istruzione religiosa: situazioni europee in evoluzione» (F. PAJER). 
 
 
 
I MEMBRI DELL’ISTITUTO DI CATECHETICA

catechetica@unisal.it

 

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«L’IRC e il cristianesimo di domani»

L’Istituto di Catechetica ha presentato recentemente la nuova programmazione triennale (2017-2029) delle attività riguardanti l’«IRC».

Sotto il titolo generale «L’IRC e il cristianesimo di domani», l’istituto organizzerà ogni anno un seminario, un convegno e un corso estivo seguendo la logica che indicano i titoli particolari: 2017-2018:

«Giovani generazioni e ricostruzione del cristianesimo»; 2018-2019: «L’IRC nell’orizzonte culturale e teologico contemporaneo»; 2019-2010: «IRC e identità cristiana».

 Il nuovo triennio 2017-2020, in linea di continuità con la precedente programmazione, si colloca più esplicitamente nell’ambito della «formazione permanente» dei professori che lavorano all’interno dell’«Irc». Inoltre, questa formazione si orienta in tre direzioni: 1/ «Conoscenza-comprensione» delle giovani generazioni, in sintonia anche con i lavori del prossimo «Sinodo» (2017-2018); 2/ Formazione culturale e teologica (2018-2019); 3/ Formazione pedagogica in relazione al binomio «Irc-identità cristiana» (2019-2020).

           

Ecco i prossimi appuntamenti: Convegno: «I giovani, la fede e la religione» (10-11 marzo 2018); Corso Estivo: «Nuove generazioni e ricostruzione del cristianesimo» (1-7 luglio 2018).

 

File PDF

«Programma IRC» 2017-2020