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Direttorio per la catechesi. Una guida di lettura

PRESENTAZIONE

Primo flash: di cosa parliamo

Il 23 marzo 2020 iniziava il suo cammino, che possiamo definire mondiale, un libro di 431 pagine, dal titolo significativo Direttorio per la Catechesi, da noi siglato con DC. È un volume scritto bene, si capisce ciò che dice, ed è anche stampato in maniera nitida, si fa leggere volentieri. Ma il suo valore cresce sapendo che l’ha voluto espressamente Papa Francesco servendosi dei suoi collaboratori, precisamente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova Evangelizzazione, di cui è presidente Mons. Rino Fisichella, valido teologo e pastore italiano.

Il DC è destinato a tutte le comunità ecclesiali, è stato composto da un’équipe di competenti di tutte le parti del mondo ed è stato tradotto nelle diverse lingue, francese, inglese, spagnolo, polacco, ma lo sarà anche in cinese, swahili (Africa) e in altre lingue. In lingua italiana è stampato dalla Libreria Editrice Vaticana e dalla Editrice San Paolo, al prezzo di 22 euro.[1]

Questa Guida intende aiutare a conoscere il contenuto in modo semplice e sintetico.

Secondo flash: perché ne parliamo

Non si tratta di un testo di religione usato nella scuola, né di un catechismo fra tanti, magari usato per la prima comunione o per la cresima, ma poi lasciato in un angolo. Credo che sia la sorte capitata a tanti di noi, giovani ed adulti. Ma è giusto questo? Ci fa del bene? Avvertiamo il bisogno di proporre la fede (a questo serve un catechismo), non come oggetto di antiquariato, ma in dialogo con l’uomo che vive nel Duemila inoltrato. Ebbene, ecco qui tra mano un testo del tutto autorevole che intende fare da guida su come dire e vivere la fede come amicizia vitale con Gesù di Nazaret. A questo scopo insegna a fare oggi catechesi e di conseguenza come comporre i singoli catechismi locali. Per questo viene chiamato Direttorio, ossia libro che dirige l’azione di annuncio della fede e vale per tutta la Chiesa.

Ricorderò che il Direttorio è un genere di pubblicazione voluta dal Concilio Vaticano II; compare la prima volta nel 1971, con il titolo di Direttorio Catechistico Generale (DCG), nel 1997 è uscita la seconda edizione con il titolo Direttorio Generale per la Catechesi (DGC). E adesso per la terza volta la Chiesa lo propone con il titolo di Direttorio per la Catechesi (DC).

Per almeno tre motivi presentiamo questa piccola Guida:

– perché il DC tratta della verità della fede cristiana in maniera documentata, completa, chiara, serena, rispettosa, con specifico interesse per ogni età, in particolare giovanile;

– perché porta su di sé l’autorità del Papa e quindi si rivolge a tutta la Chiesa diventando un importante segno di comunione nella verità che unifica la Chiesa;

– perché ha in sé le risorse di suscitare un dialogo con i lettori, ascoltare domande, dubbi, incertezze e offrire una risposta accettabile, anzi convincente. È un documento che attrae, che coinvolge, che arricchisce la fede.

Terzo flash: come ne parliamo

Il DC ci offre materiale bene elaborato e suddiviso in 12 capitoli, raccolti in 3 parti, per 428 paragrafi, preceduto da un’utile guida alla lettura di Mons. Fisichella e concluso con l’indicazione delle fonti (magistero della Chiesa) e l’indice dei temi toccati. Noi procederemo in tre parti:

– di ogni capitolo diamo l’orizzonte che sintetizza il tema svolto, cui segue uno sguardo globale ed una esposizione analitica dei contenuti, seguendo paragrafo per paragrafo (il Direttorio verso di noi);

– evidenziamo alcuni spunti di riflessione su quanto esposto (Noi verso il Direttorio);

– proponiamo piste di confronto e di approfondimento (Domande su cui dialogare).

Come si può vedere abbiamo scelto di presentare ogni capitolo con il formato di scheda, una o due a seconda dell’ampiezza dei contenuti, riportando alla lettera varie frasi, annottando i paragrafi da cui sono prese.

Si potrà vedere che intendiamo fare una esposizione dei contenuti del Direttorio, senza dare un commento personale, semmai facendo una sintesi al termine di ogni scheda. Riteniamo infatti fondamentale conoscere prima il testo dal di dentro[2], come si dice, invitando farne poi oggetto di approfondimento, valorizzando magari i commenti che già vengono pubblicati.[3] 3

Primi destinatari di questa guida – ma non soli – sono naturalmente i catechisti della comunità, uomini e donne, cui suggeriamo di farsi un piano di lavoro con periodici incontri, in cui si passa da questi nostri schemi alla lettura del Direttorio stesso. Non tacciamo un desiderio preferenziale: aver presente il mondo giovanile, coinvolgendo più direttamente il catechista o animatore di giovani.

Per questo lavoro, senza pretese, siamo incoraggiati dall’ultimo documento di Papa Francesco sulla preziosa, indispensabile persona del catechista, il cui compito il Papa riconosce, non solo come servizio volontario, ma come ministero riconosciuto nella Chiesa.[4]

[1] Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione, Direttorio per la catechesi. Guida alla lettura di Rino Fisichella, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2020; Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Milano) 2020.

[2] Invitiamo ad acquistare in una libreria cattolica il libro di cui stiamo parlando: Direttorio per la catechesi, € 22,00. Può servirti se fai o vorresti fare il catechista in comunità, o animatore giovanile, assistente scout…, o anche per conoscere genuinamente ed insieme verificare lo stato di salute della tua fede così come la pensa e la comunica la Chiesa.

[3] Aa.Vv., Il volto della catechesi nel nuovo Direttorio, in Catechetica ed educazione 6 (2021), n. 12.

[4] Francesco, Lettera Apostolica Antiquum ministerium (AM) sull’istituzione del ministero del catechista (10 maggio 2021). A ciò si aggiunga la Lettera da parte della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti che istituisce il rito che attua tale documento di Papa Francesco (11 dicembre 2021).

 

INDICE

La spiritualità nella cura

Dialoghi tra clinica, psicologia e pastorale

Tra un medico e un presbitero che si incontrano, ogni mattina, nei corridoi di uno dei più importanti ospedali d’Italia – l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – nasce un dialogo autentico, appassionato, lucido sul tema della spiritualità nella cura. Di che cosa ha bisogno l’ammalato che soffre e che intravede l’avvicinarsi dell’ultima soglia?

Esiste la possibilità di un’alleanza tra medicina e spiritualità, in una realtà sanitaria sempre più tecnologica e standardizzata su grandi numeri ed efficienza delle prestazioni?

Con un’analisi rigorosa dei sistemi ma anche dei bisogni profondi espressi dai pazienti e dalle famiglie, gli autori sottolineano che è possibile inaugurare nuovi percorsi di formazione, nuovi modelli di collaborazione e nuove routine nelle équipe sanitarie, in cui l’ascolto e la presa in carico della dimensione spirituale del paziente diventano un elemento capace di sostenere nei momenti più difficili e di offrire prospettive alla domanda di senso che accompagna ogni essere umano.

 

Carlo Alfredo Clerici, Tullio Proserpio, La spiritualità nella cura. Dialoghi tra clinica, psicologia e pastorale, Edizioni San Paolo 2022, pp. 208, euro 18,00

 

Carlo Alfredo Clericiè medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta. Lavora come professore di II fascia di Psicologia Clinica presso il Dipartimento di Oncologia ed Emato- Oncologia dell’Università degli Studi di Milano e come dirigente medico di I livello presso la Fondazione IRCCS

Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. È fondatore e animatore del sito: www.curaspirituale.it

 

Tullio Proserpio è presbitero dell’Arcidiocesi di Milano, dal 2003 è cappellano ospedaliero presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. È consulente di progetto delle Cure Palliative per la Pontificia Accademia per la Vita e membro del gruppo di progetto per l’Ufficio della Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana. È fondatore e animatore del sito: www.curaspirituale.it

 

In allegato:

– il comunicato stampa, disponibile anche online cliccando qui;

Prefazione e Introduzione

Storia della Catechesi. 2.

Dire Dio nel Medioevo

Ponendosi in continuità con il testo di R. Murawski, Storia della catechesi, vol. 1: Età antica, Roma, LAS 2021, il volume intende offrire un quadro complessivo della variegata proposta catechistica elaborata dalla Chiesa nell’arco del lungo periodo medioevale.

In via preliminare, nel I capitolo lo studio evidenzia due chiari legami di continuità tra catechesi antica e medioevale: la trasmissione del contenuto essenziale della fede cristiana, sintetizzato nel Credo e nel Padre nostro, nel quadro di una mentalità profondamente simbolica. Segue l’illustrazione delle categorie concettuali, bibliche, simboliche e razionali, sottese alla realizzazione della strumentazione catechistica, agli stili di evangelizzazione e di vita cristiana maturati nell’età di mezzo.

Il II capitolo dà inizio alla “narrazione” storica, illustrando il lungo travaglio del meticciato che porta ad una nuova formazione geo-politica-religiosa, animata dal cristianesimo, capace di una grande carica evangelizzatrice. Numerosi sono i protagonisti. Anzitutto i traghettatori della cultura antica: Cassiodoro, Isidoro di Siviglia, Gregorio Magno. Quindi quelli immersi nell’azione pastorale diretta, come Cesario di Arles, Eligio di Noyon, Ambrogio Autperto. I grandi missionari come Colombano, Martino di Braga, Pirmino, Bonifacio. Vediamo il formarsi di una nuova strumentazione catechistica ad uso dei pastori, che dai semplici inizi si fa sempre più sofisticata: gli Ioca monachorum, il Liber scintillarum, i sermonari, gli omeliari e i penitenziali; mentre per le élites culturali vengono elaborati gli specchi e le narrazioni storiche che leggono le vicende nazionali come una pagina biblica in cui Dio porta avanti il suo progetto salvifico.

Il III capitolo narra il tempo della christianitas e della catechesi imperiale di Carlo Magno, animata da Alcuino e dai membri della Schola palatina, fra cui emerge la figura di Rabano Mauro.

Le pagine del IV capitolo mettono invece a confronto la catechesi monastica e quella scolastica alla luce della sfida “ragione e fede”. Numerosi sono i protagonisti: Anselmo d’Aosta, Abelardo, Lullo, i Vittorini, Bernardo, Aelredo, Baldovino. Il dibattito trova una soluzione nella nuova pragmatica degli ordini mendicanti.

Il V capitolo mostra come nel Basso Medioevo è già maturo un linguaggio totale per parlare di Dio, che si esprime in predicazione, immagini, drammi sacri, agiografia, poesia didattica popolare, settenari. Un linguaggio di cui sono rappresentanti illustri Ugo di San Vittore, Dante e Tommaso d’Aquino.

Da ultimo, il VI capitolo si sofferma su quelle composizioni che possono essere considerate come “protocatechismi”: l’Elucidarium di Onorio di Autun, lo Scivias di Ildegarda di Bingen, il Catechismo cesaroaugustano, la catechesi biblica di Isabel de Villena, alcuni scritti umanistici. Questa strumentazione già offre ai posteri le quattro colonne portanti di ogni catechesi: credo, sacramenti-preghiera, comandamenti, Novissimi. Tutta la ricostruzione si conclude con le due grandi figure che chiudono l’epoca medioevale e aprono l’età moderna dei catechismi: Gersone ed Erasmo.

Vademecum del direttorio per la catechesi

di Catherine ChevalierHenri Derroitte

 

Editore: Elledici

Collana: Strumenti per la catechesi

Data di Pubblicazione: dicembre 2021

EAN:9788801067675

ISBN:8801067674

Pagine:96

 

Descrizione del libro

Il Direttorio per la catechesi pubblicato nel 2020 è un testo molto autorevole che guiderà la catechesi nei prossimi anni e che ha bisogno di essere studiato e approfondito. Questo testo è un aiuto alla riflessione per i parroci, i responsabili della catechesi e i singoli catechisti. Dopo una breve introduzione sul cammino storico che ha portato alla elaborazione dei primi direttori per la catechesi, e sulle ragioni che hanno portato alla terza redazione del Direttorio, gli autori propongono 12 capitoli per altrettante tematiche fondamentali, quali la rivelazione e la sua trasmissione, l’identità della catechesi, la figura del catechista, la sua formazione, la pedagogia della fede, la metodologia anche di fronte agli scenari culturali contemporanei… Ogni capitolo presenta una breve introduzione, le idee principali del Direttorio, alcune riflessioni e approfondimenti e le applicazioni pratiche. Infine alcune domande per riflettere personalmente o nel gruppo dei catechisti. Presentazione Valter Rossi.

 

Papa Francesco conferisce il ministero a lettori e catechisti

La novità di questa terza volta è che stata che il Pontefice ha conferito il ministero ai Lettori e ai Catechisti, anche alle donne, oltre che agli uomini, provenienti da diverse parti del mondo.

«Si tratta forse dell’atto più significativo di questa terza edizione – è il commento del domenicano e biblista Paolo Garuti – perché come recita il motu proprio Antiquum Ministerium verrà conferito il ministero del catechista ai fedeli laici, uomini e donne. La celebrazione odierna ci aiuterà a capire il ruolo centrale del catechista nella vita della Chiesa. E i gesti che compirà questa mattina papa Francesco ci permetteranno di comprendere che la Bibbia non è un appannaggio del clero o dei religiosi: la Scrittura è il tesoro comune della comunità cristiana».

Francesco ha regalato ai fedeli presenti un commento dei Padri della Chiesa sui capitoli 4 e 5 del Vangelo di Luca (Edizioni San Paolo).

​«La Sacra Scrittura non è un appannaggio del clero e dei religiosi»

Hanno partecipato alla celebrazione presieduta dal Vescovo di Roma anche due persone provenienti dall’Amazzonia a ricevere il ministero di catechista .

A questo proposito lo studioso, classe 1955, che è docente di esegesi del Nuovo Testamento alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino meglio conosciuta come “Angelicum” di Roma e all’École Biblique di Gerusalemme, si sofferma su un aspetto particolare di cui è stato indiretto testimone durante la celebrazione del Sinodo sull’Amazzonia nell’ottobre 2019 in Vaticano.

«Proprio in quei giorni – è il ricordo – ebbi l’occasione di confrontarmi con una signora proveniente dall’Amazzonia che aveva portato la sua voce al Sinodo. Ella presta il suo ministero in una parrocchia fondata da noi domenicani a cui era succeduto un prete che aveva lasciato come suo ultimo segno di continuità per questa comunità la Bibbia al padre di questa donna. In un’autentica trasmissione della fede quella Sacra Scrittura fu consegnata, prima di morire, dal padre alla figlia. Oggi questa signora è la catechista che spiega la Bibbia ai “suoi” parrocchiani».

Un appuntamento quello di oggi che può rappresentare l’occasione per tutta la comunità dei credenti per scoprire l’importanza del Nuovo come dell’Antico Testamento. «Celebrando questa terza giornata interamente dedicata alla Parola – è l’argomentazione dello studioso – mi auguro che tutte le diocesi italiane si sentiranno più stimolate a preparare e a formare meglio i catechisti che non sono semplicemente dei “tappabuchi” perché manca il prete. Proprio come oggi si preparano i diaconi con una formazione ad hoc anche per queste persone bisognerà costruire dei percorsi formativi: essi sono destinati a divenire dei protagonisti nella vita della Chiesa in particolare nell’istruzione della Sacra Scrittura».

Una domenica quella di oggi grazie anche alla Lettera apostolica Aperuit Illis (che fu pubblicata a settembre del 2019 a 1600 anni della morte di un grande esegeta come san Girolamo) che a giudizio di padre Garuti fa parte di un lungo percorso in cui la Parola di Dio ha sempre preso più spazio e cittadinanza nella vita liturgica corrente delle nostre parrocchie.

Grazie anche al recente magistero dei Papi da Pio XII a Francesco ma anche al Vaticano II con la Costituzione dogmatica Dei Verbum. «Esiste a mio giudizio un filo rosso di continuità di questa Lettera di papa Bergoglio con l’enciclica di Pio XII la Divino Afflante Spiritu (1943) che rappresentò una rivoluzione per noi biblisti per l’apertura ai generi letterari o la bellissima esortazione apostolica di Benedetto XVI la Verbum Domini (2010). Dentro a questo percorso incominciato decenni fa nel solco del Vaticano II si è rimessa – come era successo con la Riforma protestante e che fu una della cause della rottura con la Chiesa di Roma – in un certo senso la Bibbia nelle mani dei fedeli. Basti pensare che una volta l’unico accesso diretto per i ragazzi alla Scrittura erano le sezioni bibliche del Catechismo di san Pio X. La Parola di Dio soprattutto quella del Nuovo Testamento che è fondamentale per tutte le Confessioni cristiane è tornata così al centro della predicazione e della catechesi».

Un suo augurio finale? «Approfittiamo di eventi come questi per imparare a entrare correttamente nella predicazione della Parola di Dio e anche a porre un argine all’uso distorto che spesso se ne fa da parte dei social e dei new media dove spesso imperversano interpretazioni fondamentaliste e spiritualmente vuote della Bibbia».

Filippo Rizzi sabato 22 gennaio 2022

 

alcune foto dell’evento:

Il Papa: la rivoluzione della tenerezza, modo inaspettato di fare giustizia

All’udienza generale Francesco prosegue le catechesi sulla figura di San Giuseppe e mette in risalto la vicinanza di Dio che ama sempre e “non si spaventa” per i peccarti dell’uomo, come nella parabola del Padre misericordioso. Il pensiero alle persone in carcere: è giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto più giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore.

Sperimentare la tenerezza significa “sentirsi amati e accolti proprio nella nostra povertà e nella nostra miseria”. Vuol dire “essere trasformati dall’amore di Dio”. È questo il fulcro della catechesi del Papa incentrata, come nell’udienza generale della scorsa settimana, sulla figura di San Giuseppe. Ricordando la lettera apostolica Patris corde, in occasione del 150.mo anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale patrono della Chiesa universale, e la parabola del Padre misericordioso, raccontata dall’evangelista Luca, Francesco sottolinea che la tenerezza “non è prima di tutto una questione emotiva o sentimentale”. “L’esperienza della tenerezza – afferma – consiste nel vedere la potenza di Dio passare proprio attraverso ciò che ci rende più fragili”. “Il Signore – spiega ancora parlando a braccio – non toglie tutte le debolezze, ma ci aiuta a camminare con le debolezze, prendendoci per mano”. “Tutti noi abbiamo conti da risolvere; ma fare i conti con Dio è una cosa bellissima, perché noi incominciamo a parlare e Lui ci abbraccia”.

La tenerezza è qualcosa di più grande della logica del mondo. È un modo inaspettato di fare giustizia. Ecco perché non dobbiamo mai dimenticare che Dio non è spaventato dai nostri peccati: mettiamoci questo bene nella testa. Dio non si spaventa dei nostri peccati, è più grande dei nostri peccati. E’ padre, è amore, è tenero. Non è spaventato dai nostri peccati, dai nostri errori, dalle nostre cadute, ma è spaventato dalla chiusura del nostro cuore – questo sì, lo fa soffrire – è spaventato dalla nostra mancanza di fede nel suo amore. C’è una grande tenerezza nell’esperienza dell’amore di Dio. Ed è bello pensare che il primo a trasmettere a Gesù questa realtà sia stato proprio Giuseppe. Infatti le cose di Dio ci giungono sempre attraverso la mediazione di esperienze umane.

“Quando Israele era fanciullo, / io l’ho amato / e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. /[…] A Efraim io insegnavo a camminare / tenendolo per mano, /[…]. Io li traevo con legami di bontà, / con vincoli d’amore, / ero per loro / come chi solleva un bimbo alla sua guancia, / mi chinavo su di lui / per dargli da mangiare. (Dal Libro del profeta Osea)”

 

Tenerezza e Riconciliazione

“Possiamo domandarci – osserva il Papa – se noi stessi abbiamo fatto esperienza di questa tenerezza, e se a nostra volta ne siamo diventati testimoni”. Testimoni di questo amore, di questa misericordia. Come ricorda nella lettera apostolica Patris corde, la tenerezza è “la maniera migliore per toccare ciò che è fragile in noi”. “Guardate come le infermiere, gli infermieri toccano le ferite degli ammalati: con tenerezza, per non ferirli di più. E così – aggiuge Francesco – tocca il Signore le nostre ferite, con la stessa tenerezza”.

Per questo è importante incontrare la Misericordia di Dio, specie nel Sacramento della Riconciliazione, nella preghiera personale con Dio facendo un’esperienza di verità e tenerezza. Paradossalmente anche il Maligno può dirci la verità, ma, se lo fa, è per condannarci. Noi sappiamo però che la Verità che viene da Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene, ci perdona» (Patris corde, 2).

 

Rivoluzione della tenerezza

Il Papa esorta a “specchiarci nella paternità di Giuseppe e domandarci se permettiamo al Signore di amarci con la sua tenerezza, trasformando ognuno di noi in uomini e donne capaci di amare così”.

Senza questa “rivoluzione della tenerezza” rischiamo di rimanere imprigionati in una giustizia che non permette di rialzarsi facilmente e che confonde la redenzione con la punizione. Per questo, oggi voglio ricordare in modo particolare i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono in carcere. È giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto più giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore.

“Qualsiasi condanna – conclude il Papa – ha sempre una finestra di speranza. Pensiamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle carcerati, e pensiamo alla tenerezza di Dio per loro e preghiamo per loro, perché trovino in quella finestra di speranza una via di uscita verso una vita migliore”.

 

Preghiera a San Giuseppe

Prima di rivolgere i propri saluti ai pellegrini provenienti da vari Paesi del mondo, il Papa ha recitato questa preghiera.

San Giuseppe, padre nella tenerezza,

insegnaci ad accettare di essere amati proprio in ciò che in noi è più debole.

Fa’ che non mettiamo nessun impedimento

tra la nostra povertà e la grandezza dell’amore di Dio.

Suscita in noi il desiderio di accostarci al Sacramento della alla Riconciliazione,

per essere perdonati e anche resi capaci di amare con tenerezza

i nostri fratelli e le nostre sorelle nella loro povertà.

Sii vicino a coloro che hanno sbagliato e per questo ne pagano il prezzo;

aiutali a trovare, insieme alla giustizia, anche la tenerezza per poter ricominciare.

E insegna loro che il primo modo di ricominciare

è domandare sinceramente perdono, per sentire la carezza del Padre.

Amen.

 

Unità dei cristiani

Salutando i fedeli polacchi, il Papa ha ricordato che ieri è iniziata la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani. “È compito di ogni battezzato – ha detto Francesco – impegnarsi per ciò che Gesù desiderava: che tutti siano uno”. In questa Settimana, ha inoltre affermato il Pontefice rivolgendosi ai pellegrini di lingua inglese, “preghiamo perché tutti i discepoli di Cristo perseverino nel cammino dell’unità”. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ha detto il Santo Padre ai pellegrini di lingua italiana, “ci invita a chiedere al Signore con insistenza il dono della piena comunione tra i credenti”.

Vicinanza ai lavoratori di AirItaly

Dopo la catechesi incentrata su San Giuseppe, patrono dei lavoratori, Papa Francesco ha salutato i dipendenti di “AirItaly”, auspicando che “la loro situazione lavorativa possa trovare una positiva soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie”. “È importante custodire i diritti di tutti”. Nei giorni scorsi, 1322 lavoratori di questa compagnia aera hanno ricevuto la lettera di licenziamento.

 

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

19 gennaio 2022, 09:38

Rito sull’Istituzione dei Catechisti

La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina del Sacramento di Dio ha Promulgato il rito con cui s’istituisce il ministero del catechista.

Adesso si accompagna una lettera rivolta AI PRESIDENTI DELLE CONFERENZE DEI VESCOVI che vuole offrire un contributo alla riflessione delle Conferenze Episcopali, proponendo alcune note sul ministero di Catechista, sui requisiti necessari, sulla celebrazione del rito di istituzione.

 

 

 

Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

Da un decreto del Santo Concilio Cumenico del Vaticano II

 

Il testo. Ecco il nuovo rito per l’istituzione dei catechisti, ministero dei laici

Avvenire 13 dicembre 2021

I catechisti – Il Video del Papa 12 – Dicembre 2021

Ti ricordi di quando andavi a catechismo?

Forse all’epoca non te ne rendevi conto, ma – come ci dice il Papa nel suo video di dicembre – “i catechisti hanno una missione insostituibile nella trasmissione della fede”. Per dirla con Francesco, “essere catechisti significa che una persona ‘è catechista’, non che ‘lavora come catechista’. È tutto un modo di essere, e servono buoni catechisti che siano allo stesso tempo accompagnatori e pedagoghi”. In molti luoghi del mondo, “l’evangelizzazione è fondamentalmente nelle mani di un catechista”. Pensa, allora, quanto è importante la loro missione. Questo video è per te e per i catechisti che conosci. “I catechisti hanno una missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede. Il ministero laicale del catechista è una vocazione, è una missione. Essere catechisti significa che una persona “è catechista”, non che “lavora come catechista”. È tutto un modo di essere, e servono buoni catechisti che siano allo stesso tempo accompagnatori e pedagoghi. C’è bisogno di persone creative che annuncino il Vangelo, ma che lo annuncino non dico in sordina, ma nemmeno strombazzandolo: lo annuncino piuttosto con la loro vita, con mitezza, con un linguaggio nuovo e aprendo strade nuove. In tante diocesi, in tanti continenti, l’evangelizzazione è fondamentalmente nelle mani di un catechista. Rendiamo grazie ai catechisti, alle catechiste, per l’entusiasmo interiore con cui vivono questa missione al servizio della Chiesa. Preghiamo insieme per i catechisti, chiamati ad annunciare la Parola di Dio, affinché ne siano testimoni con coraggio e creatività, con la forza dello Spirito Santo, con gioia e con molta pace”.

Se vuoi vedere altri video sulle intenzioni di preghiera del Papa, li trovi sul sito https://thepopevideo.org/?lang=it

Rete Mondiale di Preghiera del Papa (Apostolato della Preghiera) https://www.popesprayer.va/it/

 

Con la collaborazione di Vatican Media https://www.vaticannews.va/it.html

Assemblea ecclesiale del CELAM. Grupos de discernimiento comunitario

L’invito di Papa Francesco a iniziare il cammino sinodale ha messo in movimento le diverse Chiese sparse nel mondo.

Il primo momento del percorso sinodale è quello dell’ascolto attento del popolo di Dio. Con questa finalità si  celebrato nei giorni scorsi (21-27 novembre) un incontro promosso dal CELAM (Conferenza Episcopale Latinoamericana).

È un evento storico: infatti, è la prima Assemblea “ecclesiale” e non semplicemente episcopale che si svolge in questa regione.

Offriamo ai lettori il documento preparatorio dell’evento, la scheda 4 di lavoro che sintetizza la riflessione delle diocesi, il messaggio finale e le sfide pastorali emanate.

 

Documento para el discernimiento Asamblea AL

CELAM ASAMBLEA ECLESIAL 41 desafíos

CELAM ASAMBLEA ECLESIAL Desafíos prioritarios

CELAM ASAMBLEA ECLESIAL Mensaje final